Depuratore. Manduria Migliore: “La fine dei giochi”

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“Ci dispiace dover affermare che quanto da noi pubblicamente previsto mesi fa si sta tristemente avverando”.

L’associazione politico-culturale Manduria Migliore commenta in una nota gli ultimi sviluppi sulla vicenda dell’impianto di depurazione dei reflui dei Comuni di Manduria e Sava.
“Il consiglio comunale tenutosi il 5 giugno, che sulla carta avrebbe dovuto indicare una scelta definitiva tra le ormai famigerate ipotesi B (depuratore localizzato ad Urmo) e C (contrada Serpenti) ha invece scelto di non scegliere, cosa di cui ormai abbiamo smesso di meravigliarci.
Si è approvata infatti la mozione “ipotesi C”, ma insieme ad un emendamento proposto dalla lista Girardi e votato anche dalla sempre più sgangherata e minoritaria maggioranza in cui si esclude contrada Serpenti come nuova localizzazione (???), si chiede di riposizionare nei pressi di quello già esistente, stralciando la rete fognaria delle marine. Un intreccio di concetti che in parole povere significa: il Comune di Manduria non dà il benestare ad alcuna delle proposte giudicate “fattibili” a livello tecnico, ambientale e giuridico dal Governo Regionale e chiede bellamente di fare carta straccia di un appalto già approvato, assegnato ed
addirittura cantierizzato.
Reazione ovvia che ci aspettiamo e che avevamo ampiamente preannunciato in tempi non sospetti, da parte del Presidente Emiliano sarà l’unica logica ad una richiesta tanto irricevibile quanto ridicola. Si andrà avanti con il progetto attuale, che prevede – lo ricordiamo – lo scarico in mare in tabella 1-2 (la famosa cacca frullata), oppure, e dovremmo essere particolarmente fortunati,
procederà ad approvare d’imperio le modifiche contenute nell’ipotesi B che è l’unica ad oggi suffragata da uno studio di fattibilità”.
“Questo accade – prosegue Manduria Migliore – quando la Politica cede il passo allo scambio di poltrone per voti in consiglio,
quando non si ha non solo il coraggio di portare avanti la propria idea di città, ma, ancor più tristemente, non se ne ha alcuna.
Tutto ciò in cui possiamo sperare è la buona sorte e la lungimiranza di chi dovrà decidere ora assumendosi il compito anche di coloro che quattro anni fa erano stati chiamati ad amministrare questa povera Città e che tutto hanno fatto tranne questo.
Una prospettiva tanto più misera se vista con i nostri occhi, con gli occhi di chi su questa battaglia di civiltà ha messo faccia e cuore nel corso di tanti anni.
Speriamo solo che questa esperienza amministrativa si concluda il più presto possibile in modo da liberare la Città da questo giogo di immobilismo, pressapochismo e continui spettacoli indecorosi”.