Taranto: Nel nuovo modello di sviluppo occorre un “cambio di passo”

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L’allarme lanciato da Confindustria non lascia indifferenti, specie negli aspetti che riguardano le ricadute occupazionali, i sindacati Cgil Cisl e Uil che ritengono che, nel nuovo modello di sviluppo, occorra un “cambio di passo” ed invitano le imprese a fare la loro parte. Così i segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL, Massafra, Fumarola e Turi, sulla manifestazione che l’Associazione degli Industriali tarantina ha deciso di realizzare il 1° agosto.
“Preoccuparsi del lavoro e del futuro delle nostre piccole e medie aziende è meritorio e costituisce la premessa fondamentale per la realizzazione di uno sviluppo in chiave di piena compatibilità ambientale – spiegano ancora i segretari confederali.
Si tratta di rivendicazioni che dal 2008, praticamente ogni giorno, vedono protagonista dentro e fuori le fabbriche il sindacato ionico con una proposta alta e di prospettiva.
E’ evidente che l’ambizione di un territorio non può più limitarsi ad una cultura industriale che, proprio in molte aree del Mezzogiorno (Taranto, Brindisi, Gioia Tauro), ha visto prima lo Stato e poi le grandi multinazionali, preoccuparsi di creare industria lì dove troppo debole o assente era l’iniziativa privata.
Quella ricetta (ex IRI e ex Cassa del Mezzogiorno) oggi mostra sul campo tutta la sua limitatezza di vedute, nell’ambito delle politiche industriali ancora troppo deboli in tutto il Paese e, in particolare, nel Mezzogiorno d’Italia.”
Per tali ragioni la manifestazione organizzata dagli industriali avrà valore, secondo i sindacati, se non si limiterà unicamente ad una rivendicazione di ruolo e commesse nell’ambito del futuro eco-sostenibile e produttivo della grande committenza ma se lo scopo sarà quello di costituire anche il primo passo verso una chiamata alla corresponsabilità delle imprese del territorio.
“Occorre uscire dai facili populismi – scrivono Cgil Cisl e Uil – e un appalto è necessario giudicarlo non in base al codice di avviamento postale delle imprese ma sulla base del grado di affidabilità, della certificazione e della garanzia occupazionale delle aziende.
Per questo i sindacati auspicano che la levata di scudi di Confindustria possa diventare l’occasione per fare in modo che le imprese locali accettino la sfida per il nuovo modello di sviluppo: investire in innovazione, ricerca, intessendo un rapporto leale con le maestranze.
E’ questa la vera ricetta anti-crisi indicata dai sindacati che si completa, .dicono- con l’immediata attuazione degli investimenti pubblici e privati, da realizzare con il necessario intervento del Governo nazionale. Determinante in tale quadro risulta il ruolo della Pubblica Amministrazione.
“Nessun grande processo di sviluppo potrà innescarsi seriamente su un territorio senza una vera e propria spinta propulsiva delle amministrazioni pubbliche e degli uffici competenti. Concludono i sindacati dicendosi convinti che politica e istituzioni debbano assumersi la responsabilità delle scelte da realizzare, dopo un confronto con tutte le parti in causa.”

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