Ferdinando Arnò “giudice onorario” al Manduria Comedy Festival? Accetta ma…dice la sua

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Sono stato invitato “pubblicamente” da Dario Pinelli come “giudice onorario” al Manduria Comedy Festival che, se tutto va secondo il piano cosmico, si terrà questo luglio. Una proposta che mi ha lusingato, alla quale ho risposto entusiasticamente con un sì. Ma, un’occhiata più attenta ai chiamiamoli dettagli rende il quadro meno idilliaco.”

E’ quanto sostiene in una nota il maestro Ferdinando Arnò che avrebbe accettato di aderire all’iniziativa che si sta programmando a Manduria  dall’11 al 13 Luglio al quale parteciperanno in qualità di ospiti gli attori Giorgio Tirabassi, Maurizio Mattioli, Massimo Boldi ed Enrico Montesano. 

Ma se da una parte si dice lusingato ed entusiasta, dall’altra non nasconde il proprio risentimento nei confronti di alcuni componenti della Giunta Comunale che avrebbero “…il fiuto per gli sprechi maestosi e una propensione per le decisioni bizzarre, come spendere, senza batter ciglio, 1050 euro al giorno per un Babbo Natale per poche ore...” oppure  “…hanno messo in scena la peggiore delle Fiere, forse la peggiore Fiera Pessima nella storia tormentata di Manduria…” (ndr.  Con la sua “Quiet Please” il maestro Arnò aveva partecipato al bando di questa edizione aggiudicata ad altra azienda). 
Ora, con l’entusiasmo di chi gioca con i soldi degli altri, ha deciso di destinare 200.000 euro ad un festival di tre giorni. Immagino che…, non sapesse che io ero stato invitato. – afferma ancora Arnò ritenendo non sia stata una scelta condivisa  –  Altrimenti, avrebbe combattuto con artigli e denti per tenermi lontano da quel palcoscenico.”
E, dunque, dice la sua sull’iniziativa: “Questo festival è uno spreco siderale, un buco nero che inghiotte risorse in una Manduria dove le strade sono asfaltate solo a metà. …Immaginate un festival della comicità che si trasforma in una commedia vivente…. Le strade di Manduria, famose per essere asfaltate solo a metà, faranno da perfetta scenografia a questo teatro dell’assurdo, dove il pubblico, a tratti divertito e a tratti disorientato, parteciperà a una riflessione involontaria sul significato di gestione culturale e amministrativa”.