Petizione per salvare gli ulivi del Salento dalla maxi-frode sulla xylella
Dopo le recenti interrogazioni parlamentari di denuncia a livello nazionale, sul caso Xylella Fastidiosa, il batterio che aveva colpito i secolari ulivi salentini, arriva la raccolta di firme on-line lanciata dal Forum Ambiente Salute, movimento impegnato nella tutela dell’ambiente e nella lotta alle ecomafie, e dal Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e la Salute del Cittadino, a sostegno della Magistratura nell’inchiesta aperta in merito dalla Procura della Repubblica di Lecce.
Una petizione rivolta all’ ONU, all’ Unione Europea, ai Commissari Europei alla Salute e all’Agricoltura, al Governo italiano e alla Regione Puglia per chiedere di “fermare la frode che si sta costruendo intorno ad un mistificato microrganismo, la Xylella, in Puglia per sterminare la plurimillenaria Agroforesta dei sacri Ulivi del Salento e la biodiversità di questa subregione meravigliosa e ricca di natura e paesaggi incantevoli nel sud dell’Italia. Tutto questo per fini speculativi e per permettere cementificazioni e nuove colture industriali e brevettate.
Nel documento in particolare si chiede:
• di escludere la tipologia di xylella riscontrata nel Salento, dall’elenco dei patogeni da quarantena, sia alla luce della sua non provata patogenicità per l’ ulivo, sia alla luce della scorrettezza consistente nella sua identificazione con i ceppi di xylella, ad oggi, noti nel mondo e per i quali è prevista la quarantena in Europa;
• di ritirare il decreto ministeriale volto allo sterminio degli ulivi ospitanti xylella e vietare eradicazioni considerato che molte piante la ospitano in maniera asintomatica e che molti ulivi colpiti stanno ripollonando dalla sana radice, e tanti curati con potature, fertilizzanti e prodotti biologici stanno rigermogliando;
• di vietare pertanto l’uso di agro-veleni contro erbe e insetti, che stanno desertificando l’ecosistema salentino in maniera ingiustificata per non dire folle e criminale;
• di operare per il riconoscimento del vasto ecosistema oliveto in Puglia come tutelata agro-foresta in cui favorire pratiche virtuose;
• di rimuovere tutti i responsabili e ricercatori che ad oggi si sono interessati a livello pubblico della vicenda, in considerazione del fatto che, nel loro operato, stanno ignorando il dato storico relativo ad altre ondate di disseccamenti parziali sugli olivi salentini avvenute nei secoli passati e di cui si è ritrovata ampia documentazione in letteratura scientifica, e nonostante le quali gli olivi sono sopravvissuti;
• di imporre sugli uliveti colpiti l’obbligo della cura delle piante, e al più reinnesto di cultivar salentine di olivo, a partire dai cloni che si riveleranno più resistenti, o comunque sempre cultivar di olivo tipiche del sud Italia, vietando reimpianti di cultivar industriali brevettate, OGM o meno, di olivi o altre piante;
• di vietare la conversione agricola di oliveti nel verso di colture differenti;
• di sottoporre a vincolo permanente ed immodificabile di inedificabilità i suoli olivetati colpiti da sintomi di disseccamento o da incendio o abbattimento, doloso o meno;
• di favorire nuovi seri studi sulla Xylella nel Salento, per verificarne l’ importanza ecologica, tutto il contrario di quanto ad oggi avvenuto dove studi californiani son stati importati ad hoc per il Salento. Un copia/incolla che ha portato a clamorosi errori, come l’aver dichiarato su recenti determine ufficiali regionali di aver trovato la Xylella su una specie di acacia, che è invece assente nel Salento, ma è presente in California;
• di approfondire in ogni aspetto, attraverso anche una commissione specifica di indagine, eventualmente anche parlamentare, la frode costruita sulla xylella, per comprendere e così prevenire quel modus operandi che intorno al concetto di patogeni, viene seguito per mettere in atto maxi-frodi speculative;
• di affiancare e sostenere l’azione della Magistratura perché possa far luce sul grave danno di immagine causato, valutando possibili interessi nel favorire la svendita del Salento alle multinazionali dei pesticidi, del biotech, dell’ industria e del cemento.