Pur di ottenere l’indennizzo delle compagnie di assicurazioni avrebbero falsificato, alterato e pre-costituito la necessaria documentazione.
Gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Taranto, in collaborazione con personale del Compartimento Polizia Stradale per la Puglia di Bari, le Sezioni di Brindisi e Lecce, hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere, 5 agli arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione agli uffici della P.G., a carico di altrettante persone residenti nella provincia di Taranto. Sono ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla simulazione di falsi incidenti stradali, attraverso una articolata rete criminosa strutturata per incassare gli indennizzi delle compagnie di assicurazione.
L’indagine, diretta dal Sostituto Procuratore Dr.ssa Daniela PUTIGNANO e
coordinata all’epoca dei fatti dal dirigente V.Q. Dr. Nicola MANZARI e dal comandante della squadra di P.G. V. Ispettore MAIORINO Leonardo della Sezione Polizia Stradale, ha avuto inizio nel novembre 2019 a seguito del costante monitoraggio delle banche dati in dotazione. Grazie anche alle intercettazioni telefoniche gli inquirenti hanno individuato un’organizzazione criminale stabilmente incardinata sul territorio jonico dedita all’illecita, ed estremamente redditizia, attività di truffe ai danni delle assicurazioni. L’associazione a delinquere, capeggiata da due soggetti tarantini, di cui uno appartenente ad un noto Istituto di Vigilanza operante nel tarantino, poteva contare su un’articolata e strutturata organizzazione criminale, della quale faceva parte un avvocato, il quale metteva a disposizione del sodalizio le sue conoscenze tecniche-giuridiche necessarie per la liquidazione degli incidenti e procacciava falsi testimoni perché rendessero false testimonianze in sede di giudizio civile.
L’attività ha evidenziato, in ogni modo, anche il ruolo di altri sodali all’interno dell’organigramma delinquenziale che partecipavano in prima persona a numerose pratiche risarcitorie, ove emergeva la figura di un altro appartenente allo stesso Istituto di Vigilanza il quale si rendeva disponibile al rilascio di false dichiarazioni.
La complessità delle indagini ha altresì evidenziato il ruolo determinante del Vigilante, promotore dell’organizzazione, il quale, sfruttando la propria posizione professionale, favoriva l’accesso presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Taranto a soggetti con lesioni fisiche preesistenti al fine di ottenere certificati medici poi utilizzati nei falsi sinistri stradali.
Numerosi sono stati i servizi di osservazione e pedinamento svolti dalla Squadra di Polizia Giudiziaria, procedendo anche a specifiche attività tipiche di polizia giudiziaria che hanno determinato, all’interno dell’associazione, momenti di tensione e preoccupazione.
Chiarito in modo esaustivo il modus operandi ed i meccanismi, tutti ampiamente collaudati, dell’organizzazione criminale, a conferma della sua operatività protrattasi da e per diverso tempo in modo “professionale”, è scattato il blitz denominato in codice “Eagle”.
Sintomatico appariva il linguaggio criptato utilizzato dall’organizzazione, ricorrendo a formule ellittiche e dialettali del tipo: “vedi tu se trovi una macchina che si vende”, per indicare la necessità di reperire un soggetto disponibile a denunciare falsamente lesioni preesistenti riconducibili ad eventi infortunistici in realtà mai accaduti, o il termine “per la prenotazione fammi sapere 4-5 giorni prima perché devo preparare la mamma” per indicare la necessità di essere avvertito in tempi utili al fine di predisporre l’autovettura protagonista del falso incidente stradale.
Sono stati denunciati in stato di libertà nr. 54 soggetti, coinvolti a vario titolo nei reati di truffa, falsa testimonianza innanzi all’Autorità Giudiziaria, falso in atto pubblico, tra i quali spiccano la figura di un altro avvocato e di un cancelliere giudiziario in servizio presso il Giudice di Pace di Taranto, anch’egli coinvolto direttamente in un falso sinistro stradale.
Nel corso delle indagini sono state monitorate 14 pratiche relative a falsi incidenti stradali, che hanno consentito all’organizzazione criminale di ottenere un rilevante illecito profitto.
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