Fanghi ex Belleli: sequestrato impianto di smaltimento. 12 indagati

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Mesagne – Un impianto di recupero di rifiuti e 17 autotreni, appartenenti a quattro distinte società, utilizzati per il trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi sono stati sequestrati questa mattina a Mesagne dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce nell’ambito dell’inchiesta del pm di Brindisi Giuseppe De Nozza sullo smaltimento, nelle campagne del brindisino, dei fanghi di dragaggio provenienti dall’area industriale di Taranto.
Insieme al decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. Maurizio Saso, sono state notificate anche informazioni di garanzia ad otto persone fisiche e quattro persone giuridiche operanti nel settore della gestione di rifiuti e ritenute, a vario titolo, in concorso tra loro, responsabili dei reati di esercizio di discarica abusiva e gestione illecita di rifiuti. Alle quattro società viene inoltre contestata la mancata adozione, o comunque l’adozione non efficace, di un modello organizzativo di gestione idoneo a prevenire tali reati ambientali. Eseguita inoltre la misura cautelare della interdizione per mesi sei dell’esercizio dell’attività presso l’impianto di impianto di recupero.
L’indagine, avviata nel marzo 2013, ha permesso di accertare che il territorio brindisino era stato interessato dallo smaltimento illecito di 13.000 tonnellate di fanghi provenienti da operazioni di scavo, effettuate sino ad una profondità di 15 metri, del fondale del porto di Taranto, nell’area ex Belleli inclusa nei confini del sito di bonifica di interesse nazionale del capoluogo ionico.
Le 13.000 tonnellate fanno parte delle 135.000 tonnellate di fanghi di dragaggio tuttora stoccate nell’area portuale in attesa di essere smaltite.
Il trasporto dei fanghi di dragaggio, dal luogo di produzione, avveniva con aziende di autotrasporti di San Vito dei Normanni, Massafra e Taranto operanti nel settore. Seondo quanto accertato dagli investigatori i rifiuti venivano conferiti all’interno impianto posto sotto sequestro e, invece di essere impiegati correttamente per ricolmare aree ad uso industriale con falda acquifera naturalmente salinizzata, senza subire alcun trattamento e mescolato ad altri rifiuti inerti venivano smaltiti all’interno di quattro terreni agricoli siti nei comuni di Mesagne e Brindisi, sottoposti a vincolo paesaggistico, coltivati a uliveti e frutteti, già sottoposti a sequestro dal NOE di Lecce nel mese di marzo 2013.
Sono in corso ulteriori indagini per accertare l’eventuale contaminazione dei prodotti della terra e valutarne il conseguente danno alla salute pubblica.

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