Manduria ospedale “Giannuzzi” covid, i sindaci fanno squadra e scrivono a Regione Puglia e Asl
Facendo seguito a quanto stabilito nella riunione di lunedì scorso otto sindaci dei comuni che fanno parte del comprensorio di competenza dell’Ospedale Giannuzzi di Manduria hanno scritto al
Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’Assessore Pierluigi Lopalco e al Direttore della Asl di Taranto Stefano Rossi. Questi i sindaci che hanno aderito all’iniziativa formulando richieste migliorative della qualità dell’offerta sanitaria locale, dell’ospedale Giannuzzi e dei rapporti di collaborazione tra rappresentanti istituzionali: Antonio Minò – Sindaco di Avetrana; Giuseppe Fischetti – Sindaco di Fragagnano; Vincenzo Damiano – Sindaco di Leporano; Gregorio Pecoraro – Sindaco di Manduria; Alfredo Longo – Sindaco di Maruggio; Dario Iaia – Sindaco di Sava; Francesco Lupoli – Sindaco di Pulsano; Michele Schifone – Sindaco di Torricella.
Questa la lettera:
Alla c.a. Dott. Michele Emiliano – Presidente Regione Puglia
Prof. Pierluigi Lopalco – Assessore Regionale Sanità
Avv. Stefano Rossi – Direttore Generale ASL Ta
A fronte delle insistenti notizie di stampa, non ancora confermate da comunicazioni ufficiali circa l’intenzione di trasformare l’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria in centro COVID, noi Sindaci delle città del versante orientale della Provincia di Taranto, consideriamo importante stabilire alcuni punti fermi in ragione delle necessità di un territorio le cui istanze in materia di sanità sono state lungamente ed inspiegabilmente disattese.
Premesso che noi tutti siamo consapevoli della criticità del momento e dell’alto senso di
responsabilità a cui siamo chiamati nei confronti di un’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo un numero sempre più preoccupante di nostri cittadini, abbiamo unanimemente convenuto, nell’eventualità che si compia tale piano, di richiedere alla Regione Puglia ed all’ASL competente quanto segue:
- di riportare l’ospedale di Manduria da ospedale di base ad ospedale di primo livello. La differenza non pare irrilevante, rispetto alle necessità strutturali e professionali che un ospedale Covid richiederebbe. In tal senso, non si comprende perché tale piano non abbia riguardato gli ospedali di Castellaneta e di Martina Franca, indicati come di primo livello secondo il DM 70/2015, mentre si chiede questo impegno a quello di Manduria che, declassato ad ospedale di base, ha perso l’UTIC (Unità di terapia intensiva cardiologica) ed altri importanti reparti.
- di scongiurare l’utilizzo di tutto l’ospedale di Manduria come presidio COVID: meglio
sarebbe occupare solo una parte dell’ospedale, precisamente l’area medica, lasciando libera l’ala chirurgica. In questo modo, si provvederebbe alle esigenze dei malati covid, garantendo al contempo l’assistenza e la cura di altre patologie. - di garantire un piano di investimenti che potenzi l’ospedale e dal punto di vista strutturale (non si possono utilizzare i servizi, radiologia, laboratorio analisi, ambulatori specialistici sia per l’area COVID che per quella Non COVID non disponendo di aree, personale e impianti separati) e delle risorse umane, inspiegabilmente sotto organico, con effetti deleteri sulla qualità del servizio sanitario.
- di reintegrare la figura del medico sui mezzi di soccorso e potenziare il servizio di
Urgenza Emergenza Sanitaria (il 118), garantendo un numero sufficiente di autoambulanze, munite di personale medico ed infermieristico, per poter soddisfare le esigenze di un territorio ampio e sprovvisto di presidi sanitari. I medici che coprivano i propri turni in auto “Mike” (medicalizzate) sono stati trasferiti nella città di Taranto ed attualmente non vi sono ambulanze medicalizzate su tutto il distretto.
Inoltre, chiediamo alla ASL: - di notificare alle singole amministrazioni atti ufficiali riguardanti tutte le decisioni che
abbiano in oggetto l’ospedale di Manduria, per evitare che tali scelte si debbano apprendere dai canali di informazione. - di comunicare in tempi reali il numero esatto di ammalati COVID alle amministrazioni
locali, così da predisporre misure congrue alle situazioni di emergenza.
La presente al fine di proseguire nella direzione del dialogo, del confronto e del reciproco rispetto, uniche vie percorribili per garantire alle nostre comunità il diritto alla salute, nei termini della qualità e dell’efficienza.