Ilva. Solidarietà da arcivescovo di Taranto a operaio licenziato. Comune condanna atteggiamento azienda.

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“Vicinanza e solidarietà a Marco Zanframundo e ai suoi amici, per la difficile situazione in cui si trovano insieme con le loro famiglie” è stata manifestata dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro in un messaggio reso noto dall’Usb, l’organizzazione sindacale cui appartiene l’operaio dell’Ilva, licenziato il giovane licenziato per le denunce fatte sulla mancanza di sicurezza all’interno dello stabilimento siderurgico. ”Come vescovo e pastore – scrive monsignor Santoro – non volendo entrare nel merito di questioni politiche e sindacali, sono convinto della necessità che sia salvaguardato il posto di lavoro e che siano migliorate le condizioni in cui il lavoro si svolge. E’ indispensabile – prosegue Santoro – che soprattutto sia garantita la sicurezza sul lavoro, perché incidenti come quelli accaduti a Claudio Marsella e a tutte le altre vittime del lavoro, non abbiano a ripetersi, stroncando vite umane preziose per le loro famiglie e per tutta la società. Rinnovo la mia vicinanza a tutte le persone che si trovano senza lavoro – conclude monsignor Santoro – invito le autorità a venire incontro a questo grave problema nelle sedi adeguate. Come pastore vi porto l’abbraccio di Cristo, la mia solidarietà e prego per voi”.

Intanto il coordinatore della Usb dell’Ilva Francesco Rizzo esprime ”piena soddisfazione riguardo alla posizione assunta oggi dal Consiglio Comunale di Taranto” che ha votato all’unanimità una delibera in cui ”si condanna l’Ilva per l’atteggiamento assunto nei confronti di chi come Marco Zanframundo conduce battaglie in nome della sicurezza, del diritto alla vita e alla salute, e in cui si richiede l’immediato ritiro del licenziamento del delegato Usb. Il Consiglio chiede al Prefetto, essendo l’azienda commissariata, di intervenire sia sul licenziamento di Zanframundo che sulla vicenda dei lavoratori della Emmerre, la ditta appaltatrice estromessa all’indomani della morte di Ciro Moccia. Il Consiglio chiede inoltre il ripristino delle condizioni democratiche e delle libertà sindacali all’interno dell’Ilva”. ”Ci auguriamo – prosegue Rizzo – che questa rilevante presa di posizione, volta a tutelare lavoratori e cittadini, trovi riscontro presso Prefettura e Governo e saremo sempre favorevoli alla ricerca di soluzioni che dimostrino questa unità di intenti. Lo sciopero, avviato nei giorni scorsi , proseguirà con ulteriori iniziative. – E aggiunge – Ringraziamo tutti i lavoratori che vi hanno partecipato, pur in un clima altamente intimidatorio da parte dell’azienda ed il silenzio assordante di Fim, Fiom e Uilm. In particolar modo ringraziamo i due dirigenti Fiom, Michele Pizzileo e Giuseppe Dambrosio che, contravvenendo agli ordini di segreteria, hanno appoggiato lo sciopero. I lavoratori si difendono tutti, senza colori, bandiere ne’ sigle sindacali”, conclude Rizzo.

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