Ilva: Gli ambientalisti incontrano i parlamentari in Prefettura.

Condividi

TARANTO – Un sacchetto di ‘polvere mortale’ raccolto nel quartiere Tamburi di Taranto è stato consegnato ai presidenti delle commissioni Industria e Ambiente del Senato, Massimo Mucchetti (Pd) e Giuseppe Marinello (Pdl) nel corso dell’audizione dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste e civiche, Fabio Matacchiera per il Fondo Antidiossina e Alessandro Marescotti per Peacelink tenutasi presso la Prefettura della città jonica. Il materiale contenuto nella busta è stato prelevato in particolare nella casa della famiglia Corisi dove è deceduto per tumore ai polmoni il signor Peppino Corisi il quale, prima di morire, aveva chiesto che sotto la sua finestra venisse affissa una targa con la scritta ‘ennesimo decesso per neoplasia polmonare’. “I presidenti delle Commissioni, dotati di mascherine e guanti protettivi – ha spiegato Peacelink – sono stati invitati ad aprire il sacchetto e a verificarne il contenuto utilizzando una calamita, con la quale hanno potuto constatare che quella polvere è attirata da corpi magnetici e non è quindi polvere qualsiasi”. Secondo l’associazione “i tarantini inalano quella polvere speciale che ha un alto potere di tossicità quantificato statisticamente nello studio ‘Sentieri’ dell’Istituto Superiore della Sanità, in un aumento del rischio di mortalità dello 0,69% per ogni incremento di 10 microgrammi a metro cubo di polveri sottili, percentuale nettamente superiore rispetto alle polveri sottili di altre città”.
“Lo studio epidemiologico ‘Sentieri’ evidenzia pertanto come le polveri sottili di Taranto sono più pericolose che in altre città dell’Italia in quanto hanno una tossicità 2,2 volte superiore. A Taranto – ha sottolineato Marescotti – è stato riscontrato piombo nel sangue dei bambini”.
Le associazioni ambientaliste hanno inoltre illustrato ai giornalisti un dossier contenente le segnalazioni fatte alla Commissione Europea la quale ha avviato una procedura di investigazione sull’Ilva di Taranto; ed hanno evidenziato come “il decreto 61 in discussione al Senato può ulteriormente peggiorare la situazione dell’inquinamento introducendo sistemi di deroghe e proroghe nelle prescrizioni dell’Aia che potrebbero portare persino ad eliminare dalle prescrizioni la stessa copertura dei parchi minerali da cui provengono molte polveri che inquinano Taranto e vengono inalate e anche ingerite dai bambini”.

ilva 2

All’audizione in Prefettura ha partecipato anche Legambiente che ha presentato le sue proposte di emendamento al cosiddetto salva ‘Ilva bis’ che sarà a breve discusso al Senato, chiedendo profonde modifiche a tutela della salute e dell’ambiente. La scelta del commissariamento dell’Ilva di Taranto è stata accolta da Legambiente come l’unica, estrema possibilità di affrontare il risanamento degli impianti e del territorio tarantino senza chiudere la fabbrica. Il Decreto 61, che andrà in discussione al Senato nella versione modificata in senso peggiorativo dalla Camera dei Deputati, rischia però di diventare la pietra tombale del risanamento degli impianti se non verrà profondamente emendato”. Lo ha affermato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, il quale ha aggiunto: ”Nel testo in discussione si conferma ancora una volta, infatti, l’uso di particolare solerzia e sensibilità per i provvedimenti che garantiscono l’azienda e la produzione mentre si posticipano, se non si omettono del tutto, le attività a difesa della salute e dell’ambiente”. Secondo l’associazione ambientalista la vicenda Ilva sta producendo una legislazione straordinaria in campo ambientale che ”rischia di modificare i capisaldi dell’attuale normativa ambientale”. Una legislazione che ”sembra andare nel senso di un ulteriore intollerabile allungamento dei tempi di attuazione delle prescrizioni imposte dall’Aia e di un depotenziamento di strumenti e figure che garantivano salute e ambiente.
Il Wwf di Taranto invece in una lettera consegnata ai senatori delle Commissioni Ambiente e Industria, ha chiesto la rimozione di Bondi e la sua sostituzione con Vitaliano Esposito, perché, il primo non può rappresentare l’equilibrio delle parti”.
”Con l’esclusione del Garante – ha aggiunto il Wwf – si perde una figura rappresentativa a garanzia del processo di trasparenza verso i cittadini. Abbiamo bisogno di un soggetto terzo che conduca al rispetto delle norme ed Enrico Bondi, già presente nel Cda precedente, non è stato in grado di garantire l’applicazione dell’Aia”.
Per il Wwf infine la somma stabilita di 1 miliardo e 800 milioni di euro è fortemente riduttiva rispetto alla somma determinata, attraverso degli esperti dalla procura, che è di 8 miliardi. “Questa discrepanza vuole sicuramente eliminare l’intervento più importante cioè la copertura dei parchi minerari, azione imprescindibile se si vuole veramente trovare una soluzione”.