Cementir Taranto. Si torna in Regione per i lavoratori diretti. Confronto aperto per l’appalto.
Concluso con un verbale di mancato accordo l’incontro tenuto stamani tra la Cementir Italia S.p.A. ed i sindacati edili nazionali e territoriali
presso il Ministero del lavoro.
Nel solo capoluogo ionico, dichiarato area di crisi complessa, l’Azienda ha aderito alla possibilità di far ricorso alla cassa integrazione speciale, per 47 dipendenti dichiarati esuberi strutturali.
“La Regione Puglia si è già detta disponibile a finanziare i piani formativi – puntualizza Vito Lincesso, segretario generale territoriale Filca Cisl Taranto Brindisi – ma il Ministero ha chiesto che sia presentato un progetto contenente i relativi step, concordati tra Azienda e Regione, in tempi brevissimi per far decorrere la cigs entro il corrente anno. Noi, nella stessa giornata di oggi abbiamo richiesto un convocazione urgente all’Assessorato regionale al lavoro.”
Per quanto riguarda il futuro occupazionale degli 11 dipendenti della Pulisan, Azienda titolare di appalto presso il cementificio tarantino per le pulizie industriali “siamo preoccupati – è il commento Antonio Arcadio, segretario generale territoriale Fisascat Cisl Taranto Brindisi – perché né Ministero del lavoro né la task force pugliese per l’occupazione hanno inteso mettere a verbale il riconoscimento della loro pari dignità con i lavoratori edili, benché operanti anch’essi in un territorio riconosciuto area industriale di crisi complessa ma senza poter fruire della cigs. Rischiano, dunque, di essere abbandonati al loro destino di licenziati, come certamente accadrà per primi cinque full time per i quali è stata aperta la procedura di licenziamento.”
Questi lavoratori, infatti, sono inquadrati contrattualmente nel settore pulizie industriali, per cui con la parziale o totale chiusura dello stabilimento ionico non potrebbero godere di ammortizzatori sociali.
La Fisascat continuerà a chiedere, però, al Ministero “che autorizzi misure alternative che non siano la cig in deroga, per soli cinque mesi – conclude Arcadio – che sarebbe erogata quando e se la Regione disporrà di tali risorse.”