Ucraina, Zelensky e la ‘risposta’ al Papa: “Chiesa è qui in prima linea”

Condividi

(Adnkronos) –
"La bandiera dell'Ucraina è gialla e blu", "la chiesa è in prima linea accanto alle persone" e "la mediazione virtuale a 2500 km" da Kiev non serve. E' il messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, senza nominare in maniera esplicita Papa Francesco, pare riferirsi alle parole che il Pontefice ha rilasciato alla radiotelevisione svizzera. Inizialmente, le dichiarazioni di Papa Francesco sono state interpretate come un 'invito' alla resa nel conflitto che l'Ucraina sta affrontando da oltre 2 anni contro la Russia. "Le nostre forze di difesa sono costituite da molti elementi. Molte brigate e unità. E tutti coloro che agiscono al fronte, tutti coloro che proteggono lo Stato dai sabotatori e dal terrore russi, tutti coloro che sono coinvolti in missioni di combattimento meritano gratitudine e rispetto", dice Zelensky nel consueto messaggio affidato a Telegram. "Gli assassini e i torturatori russi non si spingono oltre in Europa solo perché sono arginati da uomini e donne ucraini che imbracciano le armi sotto la bandiera blu e gialla. In Ucraina una volta c'erano molti muri bianchi di case e chiese, che ora sono bruciati e distrutti dai bombardamenti russi. E questo dice in modo molto eloquente chi dovrebbe fermarsi affinché la guerra abbia fine", aggiunge. "Chiunque protegga la vita e le persone sta svolgendo la missione più onorevole possibile di fronte a un’invasione così disumana. Dobbiamo proteggere completamente la vita, proteggerla nella nostra casa. E ringrazio tutti coloro che sostengono la nostra difesa, i difensori ucraini", afferma ancora. "Quando il male russo ha iniziato questa guerra il 24 febbraio" del 2022, "tutti gli ucraini si sono schierati a protezione. Cristiani, musulmani, ebrei: tutti. E ringrazio ogni cappellano ucraino che è nell’esercito, nelle Forze di Difesa. Lì, in prima linea. Proteggono la vita e l'umanità. Sostengono con la preghiera, con le parole e le azioni. Questo è ciò che è la chiesa: accanto alle persone. E non a 2500 chilometri di distanza: lì, da qualche parte, per svolgere una mediazione virtuale tra chi vuole vivere e chi vuole distruggerti", dice indicando una distanza che corrisponde a quella tra Roma e Kiev. "Ringrazio tutti coloro che in Ucraina e con l'Ucraina stanno facendo di tutto per salvare vite, ringrazio tutti coloro che aiutano e che sono davvero vicini con azioni e preghiere", conclude. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)