Sulle tracce di Annibale e Svevo…una testimone “ho visto un furgone bianco”
Ha destato sconcerto nella comunità manduriana il furto avvenuto nella notte tra lunedì e martedì scorsi di Annibale e Svevo, l’asino e il cavallo murgiano, le due mascotte delle Riserve naturali litorale tarantino orientale, molto conosciuti ed amati dai bambini che svolgono all’interno del parco le attività di didattica, oltre che dagli operatori che vi lavorano. Ignoti si sono introdotti nella Casa del Parco dove i due equini erano ricoverati presso la Masseria La Marina, in località San Pietro in Bevagna, sul litorale jonico nel territorio di Manduria.
Hanno creato un varco sfondando un muro perimetrale, un’area priva di videosorveglianza, portando via questi due bellissimi esemplari di razze autoctone. Il direttore del Parco, Alessandro Mariggiò, ha denunciato la scomparsa ai carabinieri di Manduria che hanno avviato le indagini del caso. Volontari e uomini della protezione civile hanno avviato le ricerche nella speranza di ritrovarli, sebbene la loro sorte potrebbe essere segnata da un tragico epilogo. Le impronte di Annibale e Svevo portano ad un vicino uliveto che confina con il bosco dei Cuturi. Ma sono proprio le tracce dei due equini? C’è chi pensa che i malfattori autori del furto potrebbero aver usato altri mezzi per trasportare Annibale e Svevo verso lontane destinazioni. Ad avvalorare tale tesi la testimonianza che abbiamo raccolto, e già comunicata al Responsabile della Regione Puglia nel Parco, di una volontaria che era sul posto forse solo qualche ora prima del furto.
“Lunedì sera sono stata attirata dalla presenza di un furgoncino bianco che, stranamente, era accostato al marciapiede all’angolo nei pressi del rondò con la visuale in direzione Masseria La Marina: un posto insolito per parcheggiare. Erano le 21:00-21:30 circa. Gli asinelli erano ancora lì, mi sono avvicinata come faccio di solito per dare qualcosa da mangiare ad Annibale e Svevo e alla porcellina Cleopatra. Poi mi sono allontanata perché ho avuto un senso di paura. Non c’era nessuno. C’era molta umidità e i cani abbaiavano, ma subito non ci ho dato peso. Solo dopo ho collegato l’irrequietezza dei cani ad una probabile presenza di estranei. Martedì pomeriggio mi sono recata a trovare Annibale e Svevo con una busta di insalata, ma gli asinelli che di solito mi venivano incontro, non c’erano più. Il responsabile del Parco mi ha riferito quanto era accaduto. Alla luce di quanto avvenuto penso spesso a quel furgone…bianco, di targa italiana, uno di quei furgoni completamente chiusi… forse usato per portare via i due animali o forse all’interno poteva esserci qualcuno a fare da “palo”. Intanto – ha continuato la volontaria – ho appreso con rammarico che solo domani (n.d.r. oggi) gli uomini della Forestale forse si sarebbero recati sul posto, proprio loro che sono preposti a tali interventi, che hanno un senso se fatti nell’immediatezza del furto.”