Statte: solo dopo secondo colpo chiede aiuto alla madre, arrestato convivente – Le foto
Il primo colpo l’ha raggiunta alla schiena, ieri sera, al termine di una furibonda lite. Il proiettile le ha perforato un rene. Nonostante tutto ha continuato a tacere tentando di salvare il ragazzo dall’arresto. Al risveglio una nuova sparatoria, con un altro proiettile esploso dalla stessa pistola che questa volta l’ha raggiunta e ferita al torace. E’ quanto avvenuto a Statte, piccolo centro a pochi chilometri da Taranto: una storia di violenza inaudita, ancora una volta, accaduta tra le mura domestiche e che ha portato ad un doppio tentativo di omicidio nei confronti di una ragazza di appena 20 anni del posto. Non appena il suo “aguzzino” si è allontanato per la ragazza, a questo punto, è stato inevitabile chiedere aiuto alla madre. E’ così che intorno alle 12.00 è giunta sul posto un’ambulanza del 118 in soccorso della ragazza. Ma durante il tragitto per raggiungere il più vicino ospedale, il mezzo, seguito dall’auto della madre, è stato intercettato dal convivente della ragazza che ha esploso un altro colpo di pistola senza fortunatamente raggiungerlo, ma costringendolo a fermarsi. Sul posto nel frattempo si è iniziato a sentire il dispositivo acustico dei carabinieri che sopraggiungevano, solo per questo il ragazzo ha desistito dal continuare a sparare.
L’ambulanza ha ripreso la marcia verso l’ospedale scortata da una gazzella sia per facilitarne e velocizzarne il percorso, ma anche per scongiurare ulteriori “assalti” da parte del malvivente. Nel frattempo parallelamente sono scattate le indagini da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Massafra insieme ai militari della Stazione di Statte, e le ricerche del convivente della ragazza autore del tentato omicidio. Grazie all’intuito dei Carabinieri che si sono appostati presso l’abitazione della coppia attendendo il rientro del giovane si è riusciti a bloccarlo nonostante il suo tentativo di invertire la marcia e dileguarsi non lontano dall’abitazione dove si è consumato il dramma, in viale Tafuri nella zona residenziale di Montetermiti. Altro stratagemma utilizzato dal malvivente quello di indurre in
errore i militari fornendo le generalità del proprio gemello, effettivamente identico. Il trucchetto però non è servito perchè il giovane sottoposto a perquisizione è stato trovato in possesso di un revolver tipo scacciacani, opportunamente modificato per l’impiego di proiettili cal. 22, nel cui tamburo vi erano 4 proiettili esplosi e 2 integri, nonché ulteriori 32 proiettili dello stesso calibro. All’interno dell’abitazione, invece, oltre a copiose macchie di sangue, i militari rinvenivano un proiettile sempre cal. 22 e un bossolo dello stesso calibro.
Dalla ricostruzione dei fatti, operata dai Carabinieri è emerso che la malcapitata da tempo era vittima dei maltrattamenti, angherie e percosse da parte del compagno che non aveva mai avuto il coraggio di denunciare.
L’aspetto sconvolgente in tutta questa drammatica vicenda resta il silenzio della ventenne nonostante il gravissimo fatto di sangue della sera prima, una decisione inspiegabile. La ragazza, sottoposta ad un intervento chirurgico, versa in prognosi riservata all’ospedale SS. Annunziata di Taranto: le sue condizioni sono serie ma non sarebbe in pericolo di vita. Con l’accusa di tentato omicidio e porto di arma clandestina Cosimo DE BIASO, dopo le formalità di rito, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Taranto a disposizione del P.M. di turno – Dott. Maurizio Carbone.