Sava. Attentato incendiario al sindaco: la sentenza di primo grado
Nell’aprile del 2013 due auto appartenenti al sindaco di Sava Dario Iaia ed a sua moglie furono oggetto di un incendio doloso.
Da qui partirono le indagini dei carabinieri che si non limitarono ai fatti attinenti agli incendi, ma si estesero anche ad altri fatti reato riguardanti la gestione del servizio cimiteriale nel Comune di Sava.
Oggi, con la sentenza di primo grado, si pone fine al primo tempo di questa vicenda. Infatti, con sentenza dell’11 dicembre scorso, il giudice per l’udienza preliminare, dr.ssa Vilma Gilli, ha condannato il già titolare di pompe funebri di Sava Fernando D’Ambrogio alla pena di 4 anni e mesi 6 di reclusione per due episodi di estorsione, una consumata e l’altra tentata, oltre a Ricchiuti Elio Luigi condannato alla pena di anni 3 mesi 4 di reclusione ed Urbano Antonio alla pena di anni 2 mesi 2 e giorni 20. Il D’Ambrogio, in particolare, è stato condannato, come detto, per due episodi estorsivi.
Il primo, secondo l’accusa, così come confermato dal giudice, è consistito nell’indurre, con minacce implicite e attraverso la caratura criminale di altro complice, un’azienda vincitrice dalla gara per la gestione dei servizi cimiteriali nel Comune di Sava, a rinunciare alla aggiudicazione della gara in favore della seconda, appunto la cooperativa “Aurora” gestita dal D’Ambrogio.
La seconda tentata estorsione per la quale è stata emessa condanna nei confronti del D’Ambrogio avrebbe avuto, secondo gli inquirenti e secondo il giudicante, come vittima un ex dipendente della “Aurora” ed era finalizzata ad indurre questo dipendente, mediante minaccia, a rinunciare alla procedura esecutiva intentata nei confronti della medesima cooperativa.
Il D’Ambrogio, così come gli altri coimputati, è stato altresì assolto con formula dubitativa, ex art. 530 secondo comma del codice di procedura penale, dalle altre accuse di incendio e di turbativa d’asta .
Questo il commento del sindaco Dario Iaia: “Mi piacerebbe occuparmi d’altro, ma purtroppo sono costretto ad intervenire su questo tema per amore di verità e per evitare che le falsità abbiano il sopravvento. Ringrazio le forze dell’ordine ed i magistrati che tanto hanno lavorato per fare luce su questa vicenda. Un dato è certo: qualcuno nottetempo si è introdotto nella mia abitazione per dare fuoco alle mie auto, facendo crollare addirittura il solaio del fabbricato addosso alle auto. Questa è la realtà. Ora, prendo atto che il primo grado di giudizio si è concluso con la condanna per alcuni capi di imputazione (le estorsioni) e che queste condanne mettono in luce come, attorno alla gara per la gestione del cimitero comunale di Sava, vi fossero interessi loschi ed azioni criminali poste in essere da qualcuno.
Per quanto riguarda l’incendio, è evidente che il giudice ha ritenuto le prove raccolte dagli inquirenti non sufficienti. Accetto anche questa parte del verdetto e attendo, assieme al mio legale avv. Egidio Albanese che ringrazio per il grande lavoro svolto, le motivazioni del giudice, in modo da assumere le decisioni del caso.
Riguardo certa stampa che ha volutamente omesso di riportare la notizia per intero ed ha accusato il sottoscritto di non so quale condotta, adotterò quello che è l’unica lingua che comprendono, vale a dire quella della querela per diffamazione. “