Con il ritorno dei lupi si deve prevenire il rischio di danni

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Quasi certamente il cucciolo di lupo ritrovato ferito qualche settimana fa nelle campagne di Avetrana faceva parte di un branco chi si aggira nell’area orientale della Provincia jonica. La conferma è arrivata attraverso varie testimonianze, non ultima qualche giorno fa la notizia che i lupi avrebbero sbranato tre cani guardiani all’interno di un azienda agricola e tra questi
c’era anche un cane di grossa taglia un maremmano. E’ stato il presidente della Cia, Confederazione italiana agricoltori delle provincie di Taranto e Brindisi, Pietro De Padova che sta portando avanti con la sua organizzazione agricola professionale la battaglia sui danni provocati alle imprese agricole e zootecniche dagli animali selvatici, a comunicarlo in risposta ad un commento sulle modalità di gestione di questo problema che ritiene risolvibile portando il lupo nel suo habitat.
Sui social il dibattito è aperto perché se da una parte il ritorno dei lupi, quale animale protetto, è gradito ai naturalisti, dall’altra ci potrebbe essere un’ “invasione” di campo nelle attività produttive del territorio da parte degli esemplari in cerca di cibo ed acqua, con seri danni per le aziende. Qualche giorno fa è stato documentato un danno ai tubi dell’irrigazione: le tubature trovate rotte da cui si perde una quantità consistente di acqua, sarebbero il risultato dei morsi di animali in cerca d’acqua.
Di qui la necessità di “mettere in sicurezza i luoghi da questa improvvisa presenza e porre rimedio ad eventuali danni arrecati o meglio ad evitare il verificarsi di questi spiacevoli eventi; se vi sono animali protetti come il Lupo – conclude De Padova – vanno risarciti i danni che arrecano e vanno tutelati anche tutti gli altri animali domestici, da cortile e gli allevamenti”