“Pizzica e Primitivo” serata indimenticabile…ma non per tutti
Lettera di un ragazzo disabile agli organizzatori di “Pizzica e Primitivo”.
“…Quando si organizza una grande manifestazione di questa portata mi rendo conto che ci sono necessariamente degli step da seguire con delle priorità, quello che non riuscite mai a capire è che i disabili nella vostra scala delle priorità devono essere al PRIMO POSTO e non NON CLASSIFICATI. Ed è proprio questo quello che è successo questa sera; non c’era nessuna organizzazione per i disabili. Ed il paradosso è che all’ingresso della manifestazione c’era la security che controllava ogni singola persona per scongiurare il pericolo di attentato ed appena vedevano un disabile con difficoltà motorie con una sedia portata da casa gli dicevano: “tu puoi entrare ma la sedia la devi lasciare fuori, non la puoi portare all’interno”. Ora non ho niente contro la security che fanno il loro lavoro e sicuramente questi erano gli ordini imposti dall’alto, ma voglio far presente a tutti, organizzatori compresi, che se un ragazzo è disabile con difficoltà motorie ha per forza la necessità di portarsi una sedia con sé perché non può resistere troppo tempo in piedi. Questo non mi sembra che sia un concetto così complicato da capire. Purtroppo però quando gli organizzatori sono così distanti da capire le problematiche di un disabile succede anche questo. Non contento ho chiesto delucidazioni alla protezione civile che a loro volta hanno chiesto ai vigili urbani e dopo un interminabile giro mi hanno dato il permesso di far entrare la sedia con me. Una volta entrato, per gli addetti ai lavori, nessun posto andava bene per sedermi ed addirittura dopo tanto girovagare, ricordo che fare tanta strada a piedi per me è stancante ed è una fatica enorme, mi hanno fatto sedere oltre la recinzione perimetrale della manifestazione dove erano sedute altre persone con diverse difficoltà. A questo punto io e tutti gli altri che eravamo a molta distanza dal palco della manifestazione ci siamo sentiti umiliati, messi da parte e considerati persone di serie B, neanche fossimo dei terroristi da tenere a chilometri di distanza! E lancio anche una provocazione nel dire che sono sicuro che, se ci fosse stato un terrorista nella manifestazione gli organizzatori non avrebbero trovato tanti cavilli di quanti ne hanno trovato ai disabili. Ora non mi si venga a dire che le norme sulla sicurezza sono stringenti, che le norme sull’antiterrorismo sono cambiate e non permettono di fare molte cose. Vi voglio solo dire che qui non si tratta delle norme, si tratta prima di tutto di usare il cervello e soprattutto il buonsenso, cosa che oggigiorno manca del tutto. Ritorno a dire che quando si organizza un qualsiasi evento la priorità deve essere data ai disabili ed essendo chiamato in causa in prima persona mi permetto di spiegarvi a voi organizzatori in che modo; in primo luogo ogni evento che si rispetti ha una zona vicino al palco riservata espressamente per i disabili predisposta anche di sedie, cosa che qui non sapete neanche cosa fosse. Ho scritto “zona vicino al palco” perché se è così tanto difficile da capire ribadisco che il disabile a differenza di una persona “normale” non può spostarsi autonomamente per cercare di trovare la posizione migliore per seguire l’evento e che quindi non deve essere messo a metri e metri di distanza come è successo questa sera con l’aggravante che non si riusciva a vedere niente ugualmente perché il pubblico che era in piedi copriva la vista a noi disabili. Detto questo di questa serata ho capito solo una cosa: e cioè che di normali c’eravamo solo noi disabili per il resto non c’era niente di normale organizzato con la testa.”