Pensionato bullizzato a Manduria: le riflessioni del Procuratore Carlo Maria Capristo. Indagine anche sui silenzi.
Profonde riflessioni sono state fatte nel corso della conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica Carlo Maria Capristo in occasione dei fermi degli 8 ragazzi coinvolti nell’indagine sui gravi fatti accaduti a Manduria ai danni di un pensionato indifeso morto per cause da accertare dopo essere stato bullizzato da mesi.
Il Procuratore ha esordito parlando del lavoro degli inquirenti e di decine e decine di video visionati dalla Polizia che ha lavorato incessantemente senza risparmio di energie con l’ausilio di tecnici della polizia scientifica per individuare i protagonisti di queste “bravate criminali e attribuire a loro i reati in maniera specifica”
Questa è la trascrizione del suo intervento
“I fatti sono gravissimi – ha detto il procuratore – da tempo le contestazioni che sono state mosse con i fermi della Procura Ordinaria e minorile sono pesanti e riflettono quelle che sono le immagini dei video sui quali abbiamo lavorato e sui quali abbiamo delle certezze. Ce ne sono tanti altri in corso di visione sui quali avremo modo di proseguire le indagini
I reati contestati sono tortura, sequestro di persona, violazione di domicilio e danneggiamento aggravato.
Mi preme ritornare su alcune riflessioni di fondo: la prima è solitudine del povero scomparso: un uomo che è stato lasciato solo con le sue paure con i suoi stati d’ansia le sue depressioni che sono nate quando lui fu messo in pensione dopo aver lavorato una vita presso l’arsenale di Taranto
Quest’uomo si è trovato a subire queste incursioni criminali in uno stato che tecnicamente si definisce di minorata difesa. Questo è un elemento ancor più grave che si riflette sul comportamento di questi giovani.
Si chiamano baby gang ma forse è un termine che non rappresenta compiutamente il comportamento di questi adolescenti che si sono fatti forza anche della presenza dei due maggiorenni, sono “microcriminali organizzati” che hanno posto in essere una serie di incursioni nell’abitazione di questo povero Antonio Stano lo hanno terrorizzato fatto oggetto delle vessazioni più inverosimili delle violenze più inverosimili sono rimasti sordi alle invocazioni di aiuto del povero stano che come già probabilmente sapete sull’uscio di casa ha subito una aggressione violenta fatta di calci pugni sputi e schiaffi ha cercato disperatamente di difendersi pronunciando spesso la frase Polizia Carabinieri, Polizia, Carabinieri. Di fronte a questa affermazione che fa accapponare la pelle quando si vede il video questi ragazzi sono rimasti assolutamente indifferenti hanno proseguito in questa loro incursione
Secondo elemento di riflessione : Nonostante questa aggressione fosse stata fatta sull’uscio di casa e, quindi, in una strada, non di campagna abbandonata, ma in una strada della città di Manduria beh allora senza volere generalizzare senza voler colpevolizzare l’intera cittadinanza perché Manduria è una città sana fatta di persone sane di onesti lavoratori però chi ha visto chi ha sentito non ha avuto la sensibilità di chiamare in quel momento o l’intervento o della Polizia o dei Carabinieri.
Ci dobbiamo interrogare seriamente perché questa che io ho chiamato piaga sociale delle baby gang ormai è in crescita esponenziale. Non sta a me ricordare che ogni giorni da Taranto a Milano a Roma in tutte le città si registrano episodi di queste baby gang dove vengono aggrediti barboni che sono fuori dalle stazione dove vengono aggredite giovani di colore per fatti razziali dove vengono aggredite coppie dove vengono stuprate giovani donne. E allora ci dobbiamo davvero interrogare perché tutti siamo bravi a diagnosticare o ad approfondire le problematiche ma ora ci dobbiamo interrogare su quelle che devono essere le prognosi da adottate e quindi tutti tutti siamo chiamati a dare un contributo, non solo diagnostico ma anche di definizione di intervento, tutte le componenti.”
Terzo aspetto segnalato dal Procuratore:
“E’ la smania di questi giovani che, violenti per noia, filmano le loro bravate criminali e subito le postano sul web perché per loro è un motivo di soddisfazione, si provano nuove emozioni, si raccolgono in chat tutta una serie di osservazioni, di plausi che si fanno gli uni con gli altri. Questo è quanto emerso dalle indagini . Non vogliamo generalizzare perché accanto a questi giovani ne abbiamo tanti altri che invece vivono la loro vita in maniera serena nel rispetto delle istituzioni, della famiglia e dei loro educatori. Però ci sono queste sacche che vanno immediatamente individuate ed estirpate.
Il procuratore ha affermato infine: “Il nostro lavoro è solo agli inizi. Questa è solo una prima risposta ai questi fatti gravissimi che solo stati analizzati e selezionati, ma ne seguiranno tante altre. Non lasceremo nulla compresa anche un’indagine su questi silenzi che talvolta uccidono.
Oggi Stano sarebbe ancora tra noi.”