Nel 2021 a Leuca Caritas diocesana al fianco di 2852 immigrati

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Nel 2021 nei porti di Leuca, Gallipoli e Otranto sono avvenuti 48 approdi per un totale di 2852 migranti provenienti soprattutto da Pakistan, Iran, Afghanistan, Siria, Egitto, Iraq, Somalia e Bangladesh.

 

Queste persone partono dall’estremo Oriente per raggiungere la Grecia o la Turchia: dalla prima arrivano sulle nostre coste scafi piccoli, al massimo di 5 mt, con a bordo carichi esigui di vite umane (non oltre 15 persone), mentre dalla seconda salpano imbarcazioni più grandi: velieri, pescherecci o caicchi, capaci di contenere a bordo dalle 60 alle 220 persone, come è avvenuto nel Novembre 2021.
Il porto turistico di Leuca, insieme a quello di Otranto e a quello di Gallipoli, è uno degli attracchi nel Salento scelti da Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera che, pattugliando le acque territoriali, intercettano le imbarcazioni, le scortano e ne permettono l’attracco in sicurezza. Sul molo avviene il primo controllo da parte del medico USMAF (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), un accertamento della nazionalità e dell’ età, per individuare gli MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati).

Alle operazioni di soccorso intervengono la Croce Rossa, il 118 e la Caritas Diocesana.
La presenza di Caritas è stata sempre costante e solerte: il Direttore, Don Lucio Ciardo, alcuni componenti dell’equipe diocesana e, da qualche mese, alcuni volontari provenienti dalle comunità parrocchiali, si mobilitano per dare ristoro a queste persone prima di essere presso i centri i profughi per trascorrere il periodo di quarantena di 15 giorni

“Attraverso questo servizio di primissima accoglienza – dice il Direttore della Caritas Diocesana, Don Lucio Ciardo – abbiamo conosciuto moltissime persone provenienti dalle zone di guerra e di crisi del medio e lontano Oriente o dall’ Egitto e dalla Somalia. Tante sono le storie da raccontare, che ci ricordano ogni volta che le persone non sono numeri ma esseri umani con il loro fardello di dolore, di speranze, di bisogni e di aspettative: molti hanno camminato per migliaia di km, superato confini nonostante le violenze e pagato migliaia di euro per raggiungere l’Europa. Durante le due ore in cui stiamo sul molo insieme, con delicatezza chiediamo quanto tempo sono stati in mare, quanto è durato il viaggio fino a Istanbul, come hanno raggiunto la città, quanto hanno pagato. La maggior parte di loro arrivano nella capitale turca senza spendere nulla, semplicemente camminando a piedi, con l’ autobus o col treno. Nelle zone e nei periodi senza crisi politiche i confini sono poco presidiati, ma le stesse zone di frontiera, in particolari momenti di difficoltà, sono usate per ricattare i Paesi confinanti trasformandosi in luoghi dove si consumano le più efferate violenze contro i migranti.”