Manduria. Scioglimento per mafia: pubblicata la relazione del Prefetto di Taranto

Condividi

La pubblicazione della relazione Prefetto di Taranto che recepisce il lavoro svolto dalla Commissione che ha svolto l’accesso ispettivo antimafia al Comune di Manduria fornisce gli strumenti per una migliore comprensione sulle motivazioni che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale di Manduria.
Ecco il documento integrale:

Relazione ai sensi dell’art. 143, III comma, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive
modificazioni
.
Con prefettizia n. 242 RIS del 3 agosto 2017 lo scrivente ha riferito in merito alla situazione determinatasi ed alle evidenze emerse riguardo all’Amministrazione comunale di Manduria, sottoponendo alla valutazione di codesto Ministero l’opportunità di effettuare un accesso presso il detto ente ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dall’art. 2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n. 94.
Con decreto ministeriale n. 17102/12/81(1) in data 8 agosto 2017, è stato autorizzato l’esercizio dei poteri di accesso e di accertamento presso quell’Amministrazione e, conseguentemente, con decreto prefettizio n. 32532 Area I del 23 agosto 2017 è stata nominata la commissione d’indagine.
Con successivo provvedimento n. 45788 del 22 novembre, su richiesta motivata della commissione, è stata concessa la proroga di ulteriori tre mesi per l’espletamento degli accertamenti in questione.
In data 16 febbraio 2018 la commissione ha depositato la propria relazione conclusiva ed il successivo 13 marzo e’ stato sentito al riguardo il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione dei rappresentanti della Procura distrettuale di Lecce e della Procura della Repubblica di Taranto.
Tutto ciò premesso, si trasmette, per le conseguenti valutazioni e determinazioni, la relazione dello scrivente prevista dall’art. 143, III comma, del T.U.O.E.L.

Il Prefetto: Cafagna
Comune di Manduria. Relazione al Sig. Ministro dell’interno ai sensi dell’art. 143, comma 3 del T.U.O.E.L.

Premessa

A seguito di indagini condotte dalla Questura di Taranto sotto la direzione della Procura di Lecce – Direzione distrettuale antimafia, il 4 luglio 2017 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce ha disposto ventisette misure di custodia cautelare (venti delle quali eseguite in carcere e sette agli arresti domiciliari), nei confronti di altrettante persone residenti in diverse province, indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti ed altri gravi reati. Tra queste, un
consigliere del Comune di Manduria, dimessosi dalla carica il precedente 30 giugno 2017, Omissis, nonché un ex assessore dello stesso Ente, Omissis per fatti in gran parte coincidenti con l’epoca in cui ha svolto la carica di amministratore dell’ente.
L’ordinanza cautelare in parola rappresenta l’epilogo di una complessa attività di indagine riguardante un’associazione di stampo mafioso qualificabile come frangia della sacra corona unita operante sul versante orientale  della provincia tarantina, capeggiata dal trio
Omissis, Omissis e Omissis, luogotenenti del boss manduriano Omissis (capo riconosciuto della S.C.U.).
I gravi fatti emersi con l’operazione denominata «Impresa», suffragati da elementi probatori (intercettazioni e dichiarazioni) appaiono indicativi della persistente e penetrante capacità di infiltrazione e condizionamento della malavita organizzata locale
nell’apparato politico amministrativo del Comune di Manduria, atteso che già in passato, nel corso di altra operazione condotta nel 2012 dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, erano emersi rapporti tra soggetti criminali interessati da provvedimenti
giudiziari, appartenenti alla S.C.U. di Omissis e l’Amministrazione manduriana. Tali rapporti erano stati oggetto di un accesso antimafia che non aveva dato luogo a provvedimenti nei confronti dell’Ente.
Alla luce dei nuovi elementi emersi dall’attività giudiziaria e dagli approfondimenti delle Forze di Polizia, il Prefetto di Taranto ha proposto al Ministero dell’interno un accesso ispettivo ai sensi dell’art. 143, comma 2, del TUEL come modificato dall’art. 2, comma
30, della legge n. 94/2009. Successivamente al decreto ministeriale di delega all’esercizio dei poteri di accesso e di accertamento, il Prefetto, con provvedimento n. 32532/Area I del 23 agosto 2017, ha nominato una commissione di indagine incaricandola di eseguire mirati approfondimenti al fine di verificare eventuali forme di condizionamento compromettenti il buon andamento e l’imparzialità amministrativa, nonché il regolare funzionamento dei servizi nell’Amministrazione comunale di Manduria.
La commissione Omissis ha richiesto, ottenendola, una proroga di ulteriori tre mesi, e ha concluso gli accertamenti e rassegnato le proprie conclusioni, depositando il 16 febbraio 2018, un’articolata e approfondita relazione finale.
Il 13 marzo successivo si è svolta la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargata alla partecipazione del Procuratore della Repubblica della Direzione distrettuale antimafia di Lecce e del Procuratore della Repubblica di
Taranto, nonché con l’intervento dei componenti della commissione per l’accesso, allo scopo di acquisire valutazioni in merito alla sussistenza di forme di condizionamento degli organi amministrativi ed elettivi del Comune di Manduria.

Situazione politico – amministrativa

Con 30.921 abitanti il Comune di Manduria e’ il quinto centro della Provincia di Taranto per popolazione e il primo, dopo il capoluogo, per sviluppo territoriale costiero, spingendosi nel Salento fino alla Provincia di Lecce.
Gli organi politici sono stati rinnovati per l’ultima volta in occasione delle consultazioni elettorali amministrative del maggio 2013, alle quali parteciparono 19 liste e 8 candidati sindaci. Dopo il primo turno risultarono ammessi al ballottaggio Omissis, sostenuto
da una coalizione di liste civiche (Omissis, Omissis, Omissis e Omissis) e Omissis, sostenuto da una coalizione di centro-destra (Omissis, Omissis, Omissis e Omissis). Ribaltando il risultato del 1° turno, fu eletto con il 55,69% dei voti Omissis e, alla coalizione
che lo appoggiava, furono attribuiti 15 dei 24 seggi assegnati al consiglio, più precisamente quattro ciascuno a Omissis, Omissis e Omissis e tre a Omissis.
I successivi quattro anni di amministrazione sono stati caratterizzati da alcuni mutamenti in seno alla giunta, con l’allargamento della maggioranza al Omissis tra il 2016 e il 2017.
Nei primi giorni di luglio 2017, a seguito di indagini condotte dalla Questura di Taranto sotto la direzione della DDA di Lecce, sono state eseguite 27 misure cautelari nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti al clan Omissis – Omissis – Omissis, indicato come
un’articolazione della Sacra Corona Unita, sui territori di Manduria e Sava.
Tra gli arrestati compaiono due esponenti di primario livello nella coalizione di  maggioranza, Omissis, già presidente del consiglio comunale, e Omissis, ex assessore.
Il 23 agosto 2017 si è insediata la commissione di accesso antimafia prevista dal comma 2 dell’art. 143 del TUEL e il 28 successivo dieci consiglieri comunali hanno presentato la mozione di sfiducia al sindaco, con convocazione monotematica del consiglio fissata per il successivo 19 settembre. Tale seduta non si è svolta in quanto il giorno precedente sono
state formalizzate le dimissioni contestuali di 13 consiglieri, determinandosi le condizioni per lo scioglimento del consiglio comunale. Il 20 settembre 2017 lo scrivente ha disposto la sospensione del consiglio, affidando la provvisoria gestione dell’Ente al Commissario prefettizio dott.ssa Francesca Adelaide Garufi, Prefetto in quiescenza, che tuttora regge l’amministrazione in virtù del decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento
del 17 ottobre 2017.
Si rileva che, sotto quest’ultimo aspetto, si è riproposto quanto avvenuto nel corso della precedente consiliatura, allorché  le dimissioni dei consiglieri e lo scioglimento anticipato seguirono a poca distanza l’insediamento della commissione di accesso antimafia e
l’avvio del procedimento ex art. 143, che non diede luogo a misure sanzionatorie e sostitutive.

La situazione della criminalità organizzata

La sacra corona unita e le nuove organizzazioni criminali

Il territorio di Manduria e dei comuni limitrofi è stato tradizionalmente caratterizzato dalla presenza della S.C.U., che come noto sorse ad opera del mesagnese Omissis nei primi anni ’80 nel comune brindisino di Mesagne, quale reazione ai tentativi di espansione della camorra napoletana e della ‘ndrangheta.
In Manduria, in particolare, ha negli anni mantenuto un ruolo preminente il sodalizio capeggiato da Omissis, detto «Omissis», posto proprio dal predetto Omissis alla guida della frangia tarantina della S.C.U., pluricondannato per associazione a delinquere di stampo mafioso e indicato negli atti processuali «elemento di assoluto vertice della SCU».
L’organizzazione, nel tempo, è stata disarticolata o quantomeno limitata, militarmente ed economicamente, dall’energica azione preventiva e repressiva portata a compimento dalle Forze di Polizia e dall’Autorità giudiziaria. L’indebolimento della leadership, seguito all’arresto dello Omissis, ha scatenato nell’ultimo decennio degli
anni ’90 una cruenta guerra di mafia che ha visto assurgere ad un ruolo di primo piano nelle fila del gruppo Omissis, Omissis, alias Omissis, e Omissis, alias Omissis, con collegamenti anche con la malavita tarantina, dando vita ad un nuovo sodalizio mafioso
denominato «sacra corona libera» che agiva nelle province di Brindisi e Taranto, poi anch’esso decimato dalle numerose operazioni di polizia giudiziaria.
L’arresto di Omissis – condannato alla pena di 18 anni di reclusione – e di Omissis consentiva al clan Omissis di riprendere il controllo del mercato degli stupefacenti e di avviare una nuova fase di alleanze con il clan Omissis, ma, una volta uscito dal carcere
nell’estate del 2010, è proprio Omissis, ad assumere un ruolo di primo piano all’interno dell’organizzazione criminale.
Dopo l’operazione «Giano» che nel 2012 ha inferto un duro colpo alla compagine delinquenziale Omissis, in effetti, il ruolo di Omissis appare ulteriormente rafforzato e dalle attività di indagine successive emerge che non solo non si contrappone affatto allo
Omissis, ma anzi si può fondatamente ritenere che sia divenuto il reggente della frangia della SCU manduriana, benché si mostri molto abile a non far trapelare i legami con il vecchio boss. E’ a lui che la figlia dello Omissis, Omissis, si rivolge per risolvere situazioni
personali ed e’ sempre a lui che alcuni esponenti di rilievo del clan coinvolti nell’inchiesta chiedono consiglio, ricevendo il suggerimento a rivolgersi al suo difensore di fiducia.

Le più rilevanti operazioni di polizia giudiziaria.

Ciò che caratterizza in maniera evidente la criminalità organizzata manduriana è l’attitudine ad inquinare la vita politico-amministrativa, come risulta già dalla citata operazione Giano, nel cui ambito, nel gennaio 2012, il Commissariato di P.S. di
Manduria e la Squadra Mobile di Taranto diedero esecuzione ad un’ordinanza di carcerazione a carico di 17 soggetti, più 3 agli arresti domiciliari, perché accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, illecita detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi e materiale esplodente.
In tale sede emerse come la consorteria mafiosa Omissis, grazie anche al contributo del noto pregiudicato manduriano Omissis, fosse riuscita ad infiltrarsi nel tessuto connettivo degli apparati amministrativi del Comune di Manduria.
In particolare, l’organizzazione era riuscita ad ottenere una licenza per l’apertura di un bar, la gestione dell’appalto per il servizio dei parcheggi a pagamento con parcometri elettronici e ausiliari del traffico nonchè – attraverso un prestanome facente
parte della consorteria – la gestione delle aree adibite a parcheggio in occasione della «Fiera Pessima» (anni 2008, 2009, 2010) dello stesso paese, imponendo il servizio di guardiania benché all’interno della struttura fosse presente un servizio di vigilanza privata; il tutto attraverso provvedimenti comunali compiacenti, finalizzati a garantire al clan vantaggi economici ingiusti attraverso il controllo delle predette attività economiche.
Le indagini consentirono, inoltre, di appurare che l’associazione aveva anche dato prova di essere in grado di procurare voti, orientandoli a vantaggio di esponenti politici locali
nell’aspettativa di ottenere favori.
L’analisi degli elementi emersi nel corso dell’operazione portò il 29 marzo 2012 alla nomina di una commissione d’accesso presso il Comune di Manduria, ma la procedura si concluse con decreto ministeriale del 30 gennaio 2013 nel quale non si ritenne «la
concomitanza di elementi concreti, univoci e rilevanti tali da pregiudicare il funzionamento dei servizi ed i legittimi interessi della collettività.
L’ultima operazione di polizia giudiziaria «Impresa» (1) , che ha interessato 75 soggetti di cui 27 destinatari di ordinanza di custodia cautelare, eseguita nel luglio 2017, giunge a conferma ulteriore della capacità della SCU di rigenerarsi e imporsi, sia pure in modo diverso, per il tramite di parenti, affiliati e luogotenenti in libertà. Le indagini mettono in luce una nuova organizzazione criminale, facente capo a Omissis – Omissis – Omissis,
operante nel versante orientale della provincia sull’asse San Giorgio Jonico – Manduria – Sava, che si impone anche nel mondo dell’imprenditoria, del commercio e della politica locale, commettendo estorsioni, corruzioni, voto di scambio elettorale-mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti, riciclaggio, detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia d’impresa, lesione dolosa, danneggiamento, furto, favoreggiamento personale, infiltrazioni nella gestione di appalti di lavori pubblici o di servizi pubblici come il «118».
Il provvedimento ha evidenziato gli aspetti operativi del sodalizio, frangia della S.C.U., che ha confermato la particolare capacita’ di infiltrazione nelle attività  economiche e negli enti
locali, come dimostra la circostanza che oltre agli amministratori comunali di Manduria con lo stesso provvedimento sono stati arrestati anche i sindaci dei comuni di Omissis ed Omissis.

L’infiltrazione nel tessuto economico

Dall’O.C.C. n. 51/2017 emerge il chiaro interesse dei gruppi in
esame per il mondo degli appalti pubblici attraverso l’esercizio,
apparentemente legittimo, di attivita’ economiche in particolari
settori, quale quello del «movimento terra, scavi e lavori stradali».
Sono stati sviluppati approfondimenti in ordine ad alcune imprese
citate nel provvedimento giudiziario, aventi sede in questa
provincia, che hanno portato, allo stato, all’adozione di un
provvedimento interdittivo nei confronti della societa’, Omissis con
sede legale in Manduria (TA), ricollegabile al pluripregiudicato
Omissis, tratto in arresto per concorso esterno ai sensi dell’art.
416-bis con l’O.C.C. n. 51/2017.
Il predetto, che annovera una precedente condanna passata in
giudicato per estorsione a dimostrazione del lungo e consolidato
legame intrattenuto con il mondo della criminalita’ operante sul
territorio, pur non essendo inserito organicamente nel sodalizio di
tipo mafioso, e’ risultato aver sempre agito nella consapevolezza di
fornire un apporto causale agli scopi dell’associazione mafiosa,
mediante una serie di comportamenti che hanno evidenziato una
relazione fiduciaria e lo «stabile rapporto intercorso con il clan»
caratterizzato dal «conseguimento di reciproci benefici e vantaggi
economici».
In sede di Gruppo interforze sono in corso approfondimenti in
ordine ad un’ulteriore societa’ citata nella citata O.C.C. n.
51/2017, la Omissis, con sede legale in Sava, riconducibile a Omissis
(cugino del predetto Omissis), condannato per favoreggiamento
personale nei confronti di Omissis e Omissis, pluripregiudicati
condannati in data 19 gennaio 2018 per l’art. 416-bis.

Principali sequestri e confische

Il 16 ottobre 2012, venne eseguito dal Comando provinciale della
Guardia di Finanza di Taranto il sequestro anticipato nr. 84/2012
R.M.P.S., emesso dal Tribunale di Taranto – Seconda sezione penale –
in data 5 ottobre 2012, nei confronti di Omissis, a norma del decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 159.
I beni confiscati, che erano nella disponibilita’ o titolarita’
del proposto, furono: due fabbricati siti in Manduria, il patrimonio
aziendale della ditta individuale Omissis di Omissis esercente il
commercio di autovetture ed autoveicoli leggeri, i rapporti
finanziari con saldo contabile positivo accesi dal Omissis presso
istituti ed intermediari autorizzati ed i veicoli che alla data di
esecuzione del provvedimento sono risultati intestati e/o nella
disponibilita’ del proposto.
Il 30 agosto 2016 e’ stato eseguito il provvedimento di sequestro
e contestuale confisca n. 100/2015 R.M.P.S., n. 60/16 del 16 giugno
2016, emesso su proposta del direttore della D.I.A., dalla II Sezione
penale del Tribunale di Taranto dei beni mobili, immobili e saldi
attivi di conti correnti bancari e postali ritenuti nella
disponibilita’ del pluripregiudicato Omissis.
Il patrimonio confiscato divenuto di proprieta’ dello Stato, e’
costituito da 3 fabbricati e 3 terreni ubicati nel Comune di
Manduria, 5 saldi attivi di rapporti bancari e postali;
un’autovettura.

Attentati e atti intimidatori tra il 2012 e il 2017

4 gennaio 2012: ignoti imbrattano di vernice i muri della casa di
Omissis.
6 maggio 2012: ignoti incendiano tre auto d’epoca parcheggiate in
un cortile di proprieta’ Omissis.
18 maggio 2012: viene danneggiato il cancello dell’ex frantoio
Omissis, di proprieta’ di Omissis.
18 luglio 2012: ignoti fanno esplodere un ordigno contro
l’abitazione di Omissis.
6 febbraio 2013: attentato incendiario contro il portone della
sede Omissis.
21 aprile 2013: il chiosco bar della piazzetta di Omissis viene
distrutto da un incendio doloso.
23 maggio 2013: la Fiat Punto di proprieta’ di un 20enne
manduriano, incensurato, disoccupato, e’ fatta bersaglio di cinque
colpi di pistola.
22 luglio 2013: ignoti esplodono un colpo di fucile contro la
porta dell’abitazione di un pregiudicato locale.
5 agosto 2013: ignoti incendiano tre camion betoniera nel recinto
della ditta Omissis, di cui e’ titolare Omissis.
7 dicembre 2013: attentato incendiario contro la villa estiva del
Omissis.
1° aprile 2014: incendiata Omissis di proprieta’ di un
ristoratore locale.
10 luglio 2014: incendiata l’auto di un avvocato, Omissis.
20 marzo 2015: rapina in abitazione di Omissis con furto di
autovettura poi rinvenuta bruciata.
28 ottobre 2015: recapitata ad un Omissis una busta contenente un
proiettile e frasi minacciose.
28 maggio 2016: un incendio doloso danneggia la banchina il
pavimento della Omissis.
27 novembre 2016: recapitata ad un Omissis una lettera contenente
una cartuccia.
28 dicembre 2016: un incendio danneggia gravemente un Omissis
sito sulla litoranea manduriana.
23 gennaio 2017: atto intimidatorio ai danni dell’auto del
responsabile Omissis.
22 febbraio 2017: a Campomarino, un incendio distrugge
l’abitazione estiva di un Omissis.
3 aprile 2017: inviata al Omissis una lettera minatoria
contenente due petardi.
13 luglio 2017: due uomini a bordo di uno scooter, con una mazza
metallica, un crick o grossa chiave inglese e una pistola,
raggiungono un noto Omissis seduto al tavolo di un bar e lo
colpiscono con violenza alla testa.
18 luglio 2017: lettera minatoria al Omissis.

Consiglio e giunta: collegamenti con la criminalita’, parentele,
contiguita’, frequentazioni.

A seguito delle elezioni di maggio/giugno 2013 la parte politica
dell’Amministrazione comunale e’ risultata composta dai soggetti di
seguito elencati. Per tutti coloro che hanno ricoperto una carica in
seno all’Amministrazione comunale sono state assunte informazioni
(pregiudizi e pendenze penali) pure sotto riportate.
In momenti successivi alla elezione la composizione di Consiglio
e Giunta e’ stata integrata e modificata dal subentro di nuovi
consiglieri ed assessori.
Omissis
Oltre agli elementi emersi a carico di numerosi consiglieri ed
assessori dalle informazioni comunicate dalle Forze di Polizia – e
prima di esaminare specifiche vicende che, almeno per alcuni di loro,
mettono ben in evidenza il grado di partecipazione all’associazione
mafiosa o quantomeno la disponibilita’ ad assecondare gli interessi
di suoi esponenti -, si evidenziano ulteriori episodi ed aspetti,
ricavati in buona parte da materiale acquisito nel corso delle
indagini espletate dalla D.D.A. di Lecce, che costituiscono
importanti elementi sintomatici del grado di permeabilita’
dell’amministrazione comunale manduriana nel suo complesso.
Secondo quanto emerge in un’intercettazione ambientale, Omissis
avrebbe proposto alla ditta vincitrice dell’appalto dei lavori di
rigenerazione urbana nel quartiere S. Gemma – S. Antonio di Manduria,
la «Omissis srl – in ATI con la «Omissis srl», di impiegare come
guardiano all’interno del cantiere un noto pregiudicato appartenente
alla compagine mafiosa guidata dal Omissis, tale Omissis, implicato
nell’indagine «Impresa» per tentata estorsione e associazione di tipo
mafioso. A riferire la circostanza dell’affidamento dell’incarico
deciso dal Omissis sarebbero stati due pregiudicati di lungo corso,
sodali del boss Omissis, tali Omissis (intenzionato a far lavorare il
proprio figlio presso il cantiere in questione) e Omissis, soggetto
che annovera gia’ condanne passate in giudicato per i reati di cui
all’art. 416-bis, associazione finalizzata al traffico di
stupefacenti, estorsione, armi ed esplosivi. Nel corso dell’indagine
non sono stati acquisiti elementi di riscontro, anche se e’ certa la
presenza del Omissis nel cantiere e la sua assunzione da parte
dell’Omissis s.r.l.
Sempre nel corso dell’attivita’ di indagine in argomento,
Omissis, prima Omissis e poi Omissis di Manduria, e’ stato sorpreso
dalla polizia giudiziaria, il giorno 25 maggio 2016, a dialogare con
il mafioso Omissis, cognato del boss Omissis, davanti al Palazzo
Municipale di Manduria.
Gia’ nel corso della precedente citata operazione «Giano» era
stato accertato che il figlio del consigliere Omissis (Omissis)
intratteneva contatti con il gruppo di fuoco di Omissis, vale a dire
con Omissis e Omissis.
Il consigliere Omissis risulta direttamente coinvolto
nell’indagine «Impresa» per favoreggiamento personale, in quanto,
escusso dalla polizia giudiziaria, non ha inteso riferire d’aver
subito un tentativo di estorsione (cd. cavallo di ritorno) in
occasione del furto dell’autovettura intestata a sua moglie ed ha
dichiarato invece di essersi rivolto, per il recupero del mezzo, al
cugino Omissis, padre di Omissis affiliato al mafioso manduriano
Omissis.
Sempre nel corso dell’indagine «Impresa» e’ emerso, da
intercettazioni, che Omissis, fratello della consigliera Omissis,
intratteneva incontri con Omissis e durante la campagna elettorale
inviava un messaggio al Omissis (uomo del boss Omissis), palesando
l’esigenza di supporto elettorale: una chiara allusione, quindi, ai
voti di preferenza che sarebbero serviti per la sorella, all’epoca
candidata Omissis con il partito Omissis.
Il consigliere Omissis e’ cugino di primo grado del boss Omissis.
Nel corso delle indagini il Omissis risulta essersi recato a casa del
Omissis per risolvere una imprecisata vicenda ed aver avuto altresi’
contatti telefonici con il medesimo. Risultano anche contatti tra
Omissis e Omissis (assessore e soggetto partecipe all’associazione
mafiosa riconducibile al boss Omissis), al quale il primo avrebbe
assicurato il proprio sostegno affinche’ conservasse la carica di
assessore.
Il consigliere Omissis risulta aver avuto gia’ in passato
contatti con il mafioso manduriano Omissis, seppure nell’ambito della
propria professione sanitaria di medico urologo. Lo stesso ha redatto
infatti una relazione (come consulente tecnico sanitario nominato dal
difensore dell’imputato) in cui esaltava la patologia renale di cui
avrebbe sofferto il boss, affinche’ lo stesso venisse scarcerato;
come controprestazione il Omissis gli avrebbe procurato voti di
preferenza in occasione delle precedenti elezioni amministrative
manduriane.
Il consigliere Omissis risulta a sua volta interessato ad una
delle vicende amministrative che saranno successivamente esaminate
(relativa all’assegnazione di un alloggio di edilizia popolare ad
Omissis, consuocera del boss Omissis), avendo avuto, almeno in una
occasione, un appuntamento con Omissis, altro esponente
dell’articolazione malavitosa di Manduria, ed essendosi assunto
l’impegno di risolvere la questione. Al Omissis e’ stato revocato il
porto d’armi, in quanto e’ stato accertato che, almeno in
un’occasione, si recava in consiglio comunale armato.
Emblematiche sono poi le figure dell’assessore Omissis e del
consigliere Omissis, destinatari delle misure cautelari previste
nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale
di Lecce del luglio scorso.
Il Omissis, secondo quanto emerge dalle indagini, ha un ruolo
rilevante nell’associazione criminale in quanto allo stesso spetta il
compito di «rappresentare» l’associazione nell’ambito della giunta
comunale (a lui si riferisce il Omissis in una ambientale successiva
alla delega assessorile del Omissis, in cui afferma «teniamo
l’assessore»). Anche il Tribunale del riesame ribadisce che Omissis
e’ figura centrale in seno all’Amministrazione, punto di riferimento
per il clan capeggiato dal citato Omissis (di cui fa parte) e, nella
veste assessorile, chiamato ad intercedere presso le altre figure
istituzionali. Anche il Tribunale del riesame ha ritenuto sussistenti
in capo al Omissis gravi indizi di colpevolezza in relazione alla
condotta di partecipazione al sodalizio mafioso promosso e diretto
dal boss Omissis. Allo stesso vengono attribuiti i ruoli di
«accolito» e di «emissario» del boss Omissis, da cui avrebbe ricevuto
gli ordini e nei riguardi del quale si sarebbe messo a completa
disposizione, subendo anche toni e modalita’ alquanto brusche, al
punto da essere qualificato quale vero e proprio «suddito»,
nell’ottica, quindi, di un rapporto tra capo e sodale di rango
inferiore. Il Tribunale del riesame ha attribuito un significato
pregnante alla frase oggetto di intercettazione, pronunciata da
Omissis, «teniamo il comune nelle mani» apparendo alquanto evidente
che il senso della stessa debba ricondursi proprio alla carica
rivestita a quell’epoca dal Omissis.
Il Omissis, medico del pronto soccorso dell’ospedale di Manduria,
eletto consigliere grazie all’appoggio del gruppo criminale del
Omissis, e’ protagonista di un vero e proprio scambio elettorale
mafioso con il boss, di cui si parlera’ piu’ approfonditamente nei
paragrafi successivi. Inoltre, sempre il Omissis interviene in
maniera decisiva nei confronti dei consiglieri comunali per imporre
l’elezione nella carica di Presidente del consiglio comunale. Anche
su questo aspetto che denota in maniera netta e grave la capacita’ di
condizionare le scelte dell’organo consiliare da parte
dell’organizzazione criminale, si riferira’ in maniera approfondita.
Sulla contiguita’ (o addirittura appartenenza, nel caso del
Omissis) di diverse figure della vita amministrativa dell’Ente al
contesto mafioso locale, ci si soffermera’, infatti, nell’esame dei
singoli episodi presi in considerazione.
In tale contesto, si reputa importante evidenziare anche i piu’
recenti casi di intimidazione registrati ai danni di taluni
amministratori e dipendenti, sintomatici delle pressioni e dei
condizionamenti esercitati dalla criminalita’ locale sulla macchina
politico-amministrativa.
Il 23 febbraio 2017 in Maruggio (TA) presso la relativa Stazione
dei Carabinieri, Omissis, consigliere di minoranza del Consiglio
comunale di Manduria eletto nella lista civica di centrodestra
«Omissis», denunciava che ignoti, nella serata del 22 febbraio 2017,
appiccavano un incendio presso la sua residenza estiva ubicata
Omissis. I militari della stazione Carabinieri effettuavano il
relativo sopralluogo accertando che i malfattori, dopo aver forzato
la porta d’ingresso, «si introducevano all’interno dell’abitazione e
incendiavano il mobilio». Le fiamme venivano domate dai Vigili del
Fuoco di Manduria. Il danno, ammontante a circa ventimila euro, non
era coperto da assicurazione. Omissis escludeva ogni collegamento con
la sua attivita’ politica.
Altro atto intimidatorio e’ stato commesso nei confronti di
Omissis, assessore manduriano Omissis fino al 27 novembre 2016. Il
suddetto ha ricevuto una lettera contenente una cartuccia per
pistola.
Nell’aprile 2017, presso gli uffici del municipio di Manduria,
Omissis, Omissis, rinveniva in una busta indirizzata al Omissis due
petardi integri ed un foglio riportante scritte chiaramente riferite
alla vicenda del realizzando depuratore consortile di Manduria, San
Pietro in Bevagna e Sava.
A questi si aggiunge anche, il 18 luglio 2017, un episodio ai
danni del Omissis, Omissis, che ha ricevuto una lettera minatoria
relativa a presunti abusi nello svolgimento del servizio. In tale
occasione il Omissis ha rammentato un precedente attentato avvenuto
nel 2002, circostanza in cui un ordigno e’ esploso presso
l’abitazione dello stesso causando la demolizione di una parte
dell’immobile e la distruzione dell’auto ivi custodita.

Lo «scambio elettorale mafioso»

L’esame delle intercettazioni ambientali e telefoniche disposte
nel corso dell’operazione investigativa «Impresa», mostra un preciso
condizionamento da parte degli ambienti malavitosi locali, e del boss
Omissis in particolare, sulle elezioni comunali di Manduria ed
evidenzia altresi’ come l’appoggio del boss alla lista risultata
vincitrice abbia determinato una influenza sugli organi politici
anche nelle fasi successive della vita amministrativa.
Le indagini confluite nell’operazione di polizia citata hanno
messo in luce come, in occasione delle elezioni amministrative del
maggio 2013, si siano verificati numerosi e frequenti contatti tra
candidati e personaggi della criminalita’ che, in ragione di accordi
intrapresi con gli aspiranti amministratori locali, hanno
condizionato la confluenza dei voti determinando l’elezione di
candidati a loro graditi.
L’esistenza di accordi ed il rapporto di colleganza, se non
addirittura di sudditanza tra il boss ed alcuni candidati dallo
stesso «appoggiati», costituiscono elementi inequivocabilmente
convergenti dell’influenza esercitata dalla malavita locale sia
sull’andamento delle elezioni che sulla vita degli organi comunali.
Secondo quanto affermato dal Consiglio di Stato il
condizionamento mafioso riguardante le liste, costituisce «un segno
inequivocabile dell’interesse della malavita organizzata ad
interferire in modo illecito sul regolare svolgimento della
amministrazione dell’Ente» (C.d.S., sez. V, 18 marzo 2004 n. 1425).
Dalle risultanze tecniche dell’ordinanza del giudice per le
indagini preliminari del Tribunale di Lecce emerge che Omissis
(unitamente a Omissis, Omissis e Omissis) ha voluto sostenere la
lista civica «Omissis» in competizione nelle elezioni comunali di
Manduria del 26 e 27 maggio 2013.
In tale progetto veniva coinvolto, in primo luogo, Omissis,
Omissis, il quale eletto consigliere con 395 voti di preferenza,
grazie al gruppo malavitoso di Omissis, chiede allo stesso di poter
ottenere anche la carica di Presidente del consiglio comunale, cosa
che poi, in effetti, avviene. Partecipe dell’accordo e’ anche
Omissis, candidata non eletta; la stessa, pur avendo stretto patti
con Omissis, riceve solo 44 voti, in quanto lo stesso boss non le
concede piu’ di tanto il proprio aiuto, preferendo dare pieno
sostegno al Omissis (la prova di tale progetto elettorale emerge
nella conversazione registrata il 28 aprile 2013).
Omissis, candidato non eletto, accolito del Omissis, riceve 98
voti di preferenza; lo stesso stringe di sua iniziativa, senza
l’autorizzazione del boss Omissis, un patto politico con Omissis,
fautore insieme ad Omissis, della lista civica «Omissis», il quale e’
intenzionato ad assegnare un assessorato al Omissis (oltre che all’
Omissis stesso) per consentire il ripescaggio del consigliere non
eletto Omissis.
Le attivita’ tecniche dimostrano che il Omissis ha dovuto
obbedire al volere del boss Omissis, il quale, contrario all’intesa
autonomamente stipulata, gli impartisce chiare disposizioni, causando
l’annullamento di tale accordo, al fine di garantire la Presidenza
del Consiglio al Omissis, nell’aspettativa di ricevere in cambio
denaro e favori.
Dalle intercettazioni emerge che anche Omissis, eletto
consigliere comunale con 256 voti di preferenza, intrattiene incontri
con Omissis, il quale lo costringe a sostenere Omissis per la carica
di Presidente che, sempre secondo le risultanze tecniche, interessava
anche Omissis, leader della propria lista civica ed eletto con 226
voti di preferenza.
Invece, stando alla ricostruzione effettuata tramite
intercettazioni ambientali, una volta eletto consigliere comunale,
Omissis chiede l’intervento di Omissis per rendere possibile la sua
elezione alla carica di Presidente del consiglio, osteggiata dai
consiglieri Omissis e Omissis – elementi della struttura portante
della neo-coalizione politica che sosteneva la candidatura del
sindaco Omissis – che non lo ritengono all’altezza del ruolo. Quanto
detto risulta oggetto di registrazione nell’ambientale n. 4079
captata all’ingresso dell’abitazione del Omissis, il giorno 13 giugno
2013.
Le ambientali dimostrano che Omissis interviene con fermezza per
il buon esito della elezione del Omissis alla Presidenza del
consiglio, mediante ricorso all’intimidazione ed all’assoggettamento
di coloro i quali non volevano sostenerlo.
Oltre alla dazione in denaro di 1.550 euro mensili pattuita nel
periodo della campagna elettorale, Omissis si mette a disposizione
del Omissis divenendo suo medico legale in un’azione intrapresa per
ottenere un risarcimento da sinistro stradale avvenuto due anni prima
(il 20 gennaio 2011) per il quale lo stesso Omissis incassa, nel
luglio 2013, l’assegno bancario di euro 1.200,00; inoltre su
direttive del Omissis, il Omissis, in data 8 giugno 2013, riconosce
10 giorni di prognosi alla vittima di un sinistro stradale avvenuto
diversi giorni prima.
Il ruolo imposto al Omissis, costretto da ordini di scuderia, in
vista del piu’ «redditizio» progetto del Omissis, a tirare i remi in
barca rispetto all’accordo autonomamente stretto con altro candidato
della medesima lista, Omissis, costituisce, come si ricostruisce
dalle risultanze esplicitate dal pubblico ministero, una delle
ingerenze arbitrarie e «violente» del Omissis nella competizione
politica, orchestrata a monte con il manifesto fine di «governare» il
comune nell’ombra e senza esporsi troppo.
Fondamentale risulta il ruolo ricoperto dal Omissis all’interno
dell’associazione, spettandogli il compito di «rappresentarla»
nell’ambito della Giunta. Lo si apprende, senza equivoci, dalla
conversazione captata in data 12 febbraio 2016, nella quale Omissis
informa Omissis che il Omissis ha ormai ricevuto la carica di
assessore. Inoltre, il Omissis, nell’avviare una conversazione
telefonica con il Omissis, dice a qualcuno che gli e’ affianco:
«teniamo l’assessore» ….
Per quanto concerne la specifica vicenda dell’elezione del
Presidente del consiglio comunale di Manduria, dal confronto fra le
risultanze tecniche dell’ordinanza e gli atti amministrativi
esaminati dalla commissione per l’accesso (delibere di consiglio,
verbali e videoregistrazioni delle sedute del consesso), emerge che
nella prima seduta del Consiglio comunale, avvenuta in data 8 luglio
2013, sedici consiglieri di maggioranza esprimono il proprio voto a
favore del Omissis mentre nove schede risultano bianche. L’elezione
non avviene per mancato raggiungimento del quorum previsto in prima
votazione, ma i contenuti delle intercettazioni, risalenti al mese
precedente e riportati dal giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Lecce, danno prova di un intervento del boss Omissis
esercitato sui consiglieri eletti affinche’ votassero tutti in un
senso, nel caso di specie in favore del Omissis.
Si tratta di contenuti assai significativi nei quali il boss
Omissis rappresenta di essere riuscito a sottomettere l’entourage
della lista civica «Omissis», inizialmente contrario all’elezione di
Omissis alla carica di Presidente del consiglio, in quanto ritenuto
dai suoi stessi alleati persona non in grado di assolvere a quel
compito.
La commissione di indagine ha poi verificato che nella seduta di
consiglio comunale del 17 luglio 2013, relativa all’elezione del
Presidente del consiglio comunale in seconda votazione, all’avvio
delle operazioni di voto prende la parola il consigliere Omissis,
della lista «Omissis», il quale, rivolgendosi ai consiglieri
presenti, dichiara: «La richiesta di intervento e’ per ricordare che
il nostro candidato alla Presidenza del consiglio e’ il Omissis,
mentre in seconda votazione, noi, alla malcapitata, Omissis, che
sara’ sicuramente la Vice Presidente di questo consiglio comunale.
Noi speriamo che anche la minoranza condivida con noi questo percorso
politico che ci accingiamo ad affrontare … Grazie».
In occasione di questa seconda seduta la maggioranza richiesta
per l’elezione del Presidente del consiglio (maggioranza assoluta)
veniva raggiunta con 15 voti, ovviamente tutti a favore del
consigliere Omissis, a fronte di 9 schede bianche.
Raffrontando quest’ultima votazione con la precedente, la
commissione ha rilevato come la seconda votazione ha evidentemente
risentito soltanto del mancato voto della consigliera Omissis,
assente a causa di un furto con aggressione subito presso la propria
abitazione. D’altra parte, per quanto in sede di prima votazione non
si era registrato alcun intervento analogo a quello che il
consigliere Omissis ha invece inteso fare in apertura della seconda
votazione, vale a dire una vera e propria dichiarazione «espressa» di
voto da parte della lista «Omissis», si deve ritenere che gia’ a quel
tempo l’intesa «forzata» in seno alla maggioranza fosse stata in
qualche modo raggiunta.
Quel che assume rilevanza in questa sede e’ che quanto
ricostruito attraverso le indagini consente intanto di affermare che
Omissis ha chiesto l’intervento del boss Omissis per rendere
possibile la propria elezione alla Presidenza del consiglio,
circostanza a cui si mostravano in un primo momento contrari, fra gli
altri, lo stesso consigliere Omissis e Omissis.
Le intercettazioni ambientali registrate nelle date del 12 e 13
giugno 2013 dimostrano un intervento da parte di Omissis per
«assoggettare» coloro i quali non volevano sostenere il Omissis. Il
boss, nel corso di una delle tante conversazioni registrate
nell’ambito dell’indagine condotta dalla D.D.A. di Lecce, rivela
d’aver minacciato piu’ componenti della coalizione politica di
maggioranza, dicendo loro che non avrebbero dovuto farsi sfuggire
l’occasione ricevuta e che, in caso contrario, vi sarebbero state per
loro gravi ripercussioni, compresa una mancata futura rielezione.
Ebbene, la dichiarazione di voto del consigliere Omissis sopra
riportata prova come la «scelta politica» di quest’ultimo sia stata
realmente condizionata, come pure quelle degli altri consiglieri di
maggioranza.
Altrettanto significativo, nell’ottica ovviamente di misurare
l’entita’ del «patto di scambio» esistente ed il grado di
«condizionamento» che il predetto organo politico ha subito durante
l’intero periodo di vita dell’Amministrazione, e’ che a seguito delle
dimissioni del Omissis e’ stato eletto Presidente proprio il
consigliere Omissis, destinatario, assieme a Omissis ed al piu’ volte
citato Omissis, delle «direttive» del boss Omissis.

Bando di concorso per l’assegnazione, in locazione semplice, degli
alloggi di edilizia residenziale pubblica

La commissione di accesso ha fornito un quadro approfondito e
significativo del livello di compromissione dell’azione
amministrativa a seguito delle pressioni esercitate da soggetti
notoriamente appartenenti e collegati ad esponenti della criminalita’
organizzata nella vicenda legata al «bando di concorso per
l’assegnazione, in locazione semplice, degli alloggi di edilizia
residenziale pubblica» pubblicato in data 18 marzo 2013 dall’Area
tecnica del servizio urbanistica e gestione del territorio, ufficio
urbanistico del Comune di Manduria.
Nei fatti e’ coinvolta, quale partecipante al bando, Omissis, che
e’ compagna di Omissis appartenente all’articolazione manduriana
della S.C.U., e madre di Omissis, a sua volta compagno di Omissis
(figlia del boss Omissis). Nella vicenda si registra l’intervento
dell’allora assessore Omissis e di altri soggetti impegnati ad
individuare percorsi che assecondino le richieste di Omissis e dei
suoi familiari.
La commissione ha potuto accertare, all’esito dell’esame della
documentazione acquisita presso gli uffici comunali e sulla scorta
della ricostruzione e delle conseguenti imputazioni rilevate in
ambito penale, che tale intervento abbia sortito realmente i suoi
effetti.
Infatti, a seguito di una farraginosa procedura conclusa con una
irrituale, rinnovata istruttoria limitata alla posizione della sola
Omissis, l’Ente e’ pervenuto all’affidamento del tanto agognato
alloggio, a cui peraltro aveva rinunciato qualche giorno prima il
co-indagato Omissis, anche quest’ultimo parte del medesimo gruppo
malavitoso operante in Manduria, composto da soggetti (fra cui il
gia’ citato Omissis) vicini a Omissis e subordinati al boss Omissis.
La commissione per l’accesso ha provveduto ad acquisire tutta la
documentazione relativa all’iter procedimentale espletato dall’Ente
dalla quale emergono contraddizioni, omissioni e persino abnormita’,
tali da far ritenere – anche alla luce dei contenuti dell’ordinanza
emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di
Lecce – che ci sia stato lo scopo precipuo di agevolare la posizione
di taluni soggetti partecipanti, in particolare quella della gia’
menzionata Omissis, «consuocera» del boss.
Questi i fatti. A seguito della pubblicazione del bando di
assegnazione degli alloggi, avvenuta con determina n. 321 dell’8
maggio 2013, venivano nominati i componenti della commissione
comunale giudicatrice (Omissis).
Conclusa la fase di acquisizione delle varie domande, la predetta
commissione procedeva alla valutazione delle posizioni degli istanti,
assegnando il punteggio e formulando una graduatoria provvisoria
pubblicata nell’albo, pretorio online del Comune di Manduria, come da
verbale della commissione giudicatrice per la valutazione delle
domande del 9 agosto 2013.
Nella citata graduatoria provvisoria Omissis risultava in
posizione utile (dodicesima), con 10 punti.
Il bando indicava alcune condizioni soggettive ed oggettive in
ragione delle quali venivano conferiti punteggi diversi ed il modulo
di domanda in effetti era tale da non ingenerare dubbi circa la voce
reddituale da indicare.
Esaminando la domanda a firma della Omissis, la commissione ha
rilevato come la stessa abbia indicato il numero dei componenti della
propria famiglia in tre ed il reddito complessivo del proprio nucleo
familiare in 9.058,00 euro.
Sul frontespizio della pratica, nel riquadro «appunti e note alla
pratica», sono stati riscontrati i calcoli effettuati dalla
commissione comunale per giungere al punteggio complessivo di «10».
In realta’, la commissione per l’accesso ha accertato che il
punteggio attribuito alla Omissis appare falsato gia’ in origine. In
primo luogo, erroneamente e’ stata calcolata dalla commissione
comunale una riduzione di 1.032,92 euro in ragione della presenza di
due figli a carico, quando in realta’ si sarebbe dovuta applicare la
diminuzione pari alla meta’ per la presenza di un solo figlio
«minore». Inoltre l’istante ha dichiarato fra le altre cose, quale
«condizione oggettiva», l’occupazione di un «alloggio da rilasciare
per ordinanze o altri provvedimenti adottati dalle autorita’
competenti». Tale condizione pero’, in base al bando di
partecipazione, e’ sussistente qualora sia certificato l’obbligo di
«abbandonare l’alloggio a seguito di ordinanze di sgombero o per
motivi di pubblica utilita’ o per esigenze di risanamento edilizio,
risultanti da provvedimenti emessi dall’autorita’ competente non
oltre tre anni prima della data del bando».
Per suffragare l’esistenza di tale condizione, invece, l’istante
ha esibito una documentazione dalla quale sarebbe risultato soltanto
che l’immobile occupato era stato oggetto di preliminare di vendita.
Nessuna ordinanza di sgombero, quindi, o per motivi di pubblica
utilita’ o per esigenze di risanamento edilizio ne’ alcun
provvedimento esecutivo dell’Autorita’ giudiziaria e’ stato prodotto
dalla Omissis.
Nonostante cio’, senza chiedere alcuna integrazione della
documentazione prodotta, la commissione comunale attribuiva il
punteggio «6», che consentiva alla Omissis di occupare una posizione
utile in graduatoria.
Eguale trattamento non e’ stato adottato nei confronti di altri
soggetti partecipanti al bando. Dai verbali della commissione
provinciale alloggi ERP istituita presso il Comune di Taranto, a cui
sono stati inoltrati i ricorsi avverso la graduatoria provvisoria, si
desume infatti che tra i motivi addotti per l’esclusione di taluni
partecipanti vi e’ pure quello di non aver potuto riconoscere il
punteggio richiesto per sfratto «trattandosi di sfratto di morosita’
e non per fine di locazione» ovvero non essendo presente un
«provvedimento di sfratto o altro provvedimento esecutivo».
Sulla base di quanto determinato dalla commissione comunale nella
prima fase istruttoria ed all’esito dei ricorsi avanzati dagli altri
partecipanti, veniva emessa la determinazione dirigenziale nr. 837
R.G./22 dicembre 2015 con la quale veniva approvata la graduatoria
definitiva in cui la Omissis veniva indicata in posizione «12ª».
Venivano invece esclusi, rispetto alla precedente graduatoria
provvisoria, altri partecipanti a seguito delle verifiche svolte con
l’ausilio della Guardia di Finanza dalle quali era risultata una
discrepanza, in alcuni casi molto significativa, tra redditi
dichiarati e accertati. Fra le posizioni ritenute incongruenti
figurava pure quella della Omissis, circostanza di cui la G.d.F. dava
comunicazione al Comune di Manduria con nota n. 0056441/15 del 7
febbraio 2015 evidenziando incoerenze sia rispetto alla situazione
reddituale della donna che a quella del figlio convivente Omissis.
Nella citata determinazione comunale n. 837/2015, si dava atto
inoltre di aver formalmente interpellato l’ARCA Jonica, in
particolare sulla necessita’, qualora «in sede di autocertificazione
sia stata dichiarata la totale assenza di redditi mentre, all’esito
delle verifiche espletate siano emerse risultanze di segno opposto»
…. di «rielaborare il punteggio assegnato in sede di elenco
provvisorio ovvero disporre l’esclusione dalla graduatoria, stante
che l’art. 6, comma 4, L.R. n. 10/14 non distingue tra graduatoria
provvisoria e definitiva».
Al quesito l’Agenzia regionale per la casa e l’abitare – gia’
I.A.C.P. – rispondeva che: «il caso di dichiarazione mendace circa il
reddito, prodotto con autocertificazione, comporta l’esclusione dalla
graduatoria».
Dalla documentazione acquisita dalla commissione per l’accesso e’
emerso anche che con nota n. 23964 del 22 settembre 2015, il Comune
di Manduria comunicava Omissis l’avvio del procedimento di
esclusione, precisando di aver proceduto a controlli e verifiche,
anche per mezzo della Guardia di Finanza, all’esito dei quali era
risultata la produzione di falsa autodichiarazione nella parte
riguardante la situazione reddituale (essendo stato indicato in euro
9.058,00 il reddito totale riferito all’anno 2011, attestato dalla
Guardia di Finanza in euro 9.860,54).
A sua volta, il successivo 1° ottobre 2015 la Omissis indirizzava
al R.U.P. Omissis le proprie deduzioni, adducendo di non aver fatto
alcuna falsa autodichiarazione reddituale ed attribuendo difformita’
riscontrata all’erroneo rilascio di CUD «duplicati».
La documentazione acquisita in sede di accesso chiarisce come si
sia intenzionalmente voluto agevolare la Omissis. Innanzitutto, come
precisato pure dalla stessa Guardia di Finanza con nota n.
0430325/2017 del 4 ottobre 2017 indirizzata alla commissione
d’accesso, il reddito indicato dal comune nella nota n. 23964 del 22
settembre 2015 (euro 9.863,00) con cui si comunicava alla Omissis
l’avvio del procedimento di esclusione dal bando, non trova
corrispondenza con quanto rilevato e accertato da quella stessa
Compagnia (euro 12.671,08 risultante dalla somma dei singoli redditi
e delle indennita’ accertate in capo alla Omissis ed al figlio
convivente Omissis).
Si tratta di una circostanza questa di rilievo, poiche’ il
diverso reddito imputabile al nucleo della Omissis, avrebbe
comportato, una volta apportate le diminuzioni previste da bando,
l’attribuzione di un punteggio differente (2 punti in luogo di 3) e
il conseguente inquadramento in una diversa fascia reddituale.
Il comune non avrebbe dovuto attribuire significato dirimente
alle deduzioni presentate dalla Omissis ma, piuttosto, chiedere
delucidazioni in merito alla Guardia di Finanza. L’Amministrazione
comunale, invece, non ha inteso escludere la Omissis dalla
graduatoria definitiva, pubblicata nel dicembre 2015, sul
presupposto, errato, di uno scostamento di appena qualche centinaio
di euro tra reddito (falsamente) dichiarato e reddito (ritenuto)
accertato.
Infatti nella determinazione n. 837/2015 viene deciso che
«l’errata o omessa dichiarazione del reddito, qualunque sia la
ragione che l’ha determinata, nel caso in cui lo scostamento sia tale
da rientrare nella medesima fascia individuata inizialmente e sia
stato assegnato un determinato punteggio che abbia consentito una
posizione utile nella graduatoria provvisoria, si ritiene non sia
motivo di esclusione dalla graduatoria; di conseguenza verranno
esclusi dalla graduatoria coloro che hanno sottoscritto falsa
autodichiarazione in merito al possesso dei requisiti e, nel caso
particolare del reddito, coloro per i quali, in seguito
all’accertamento:
e’ stato riscontrato il possesso di un reddito complessivo
superiore a euro 13.000,00 (requisito fondamentale);
e’ stato assegnato un punteggio maggiore in seguito alla loro
dichiarazione reddituale».
Secondo quanto sopra precisato la Omissis sarebbe dovuta
rientrare nella seconda ipotesi, avendo ottenuto un punteggio
maggiore (3 in luogo di 2) in seguito alla dichiarazione (errata)
reddituale.
Ma quel che interessa maggiormente e’ l’evoluzione successiva
dell’intera vicenda, come emerge dall’intreccio tra quanto si rileva
nella documentazione acquisita dalla commissione di accesso e la
vicenda evidenziata nel corso dell’indagine sfociata nell’ordinanza a
cui si e’ gia’ fatto riferimento.
Si fa riferimento, in particolare, alle telefonate tra Omissis
compagno della Omissis, e l’assessore Omissis, avvenute nel periodo
compreso tra il 26 aprile 2016 ed il 2 maggio 2016. In tali
comunicazioni il Omissis aggiornava costantemente gli interessati
sugli sviluppi della vicenda; suggeriva quali condotte tenere e chi
avvicinare: il Omissis – si legge nelle trascrizioni «e allor … e
tu domani vai e lo acchiappi il Omissis, bello mio … ma come avete
fatto questa graduatoria» -, il consigliere Omissis che «ha promesso
di impegnarsi a risolvere la questione», il responsabile del
procedimento Omissis, oggetto di intimidazioni e pressioni. E’ la
Omissis a recarsi dall’Omissis in Comune, insieme al suo convivente
Omissis, alla suocera Omissis e al noto pregiudicato Omissis, per
minacciarlo, senza mezzi termini, rappresentandogli che avrebbe
potuto subire conseguenze qualora non avesse risolto la questione
dell’assegnazione dell’alloggio.
Confrontando gli esiti dell’indagine giudiziaria e di quella
amministrativa, vi e’ motivo di ritenere che in quei giorni il
«condizionamento» dell’Amministrazione comunale da parte dei
personaggi sopra richiamati sia avvenuto su piu’ fronti ed ai piu’
alti livelli rappresentativi.
Il 28 aprile 2016 viene assunta la determinazione n. 292, a cui
facevano cenno nelle intercettazioni telefoniche Omissis e
l’assessore Omissis, con la quale si annulla la precedente
determinazione n. 837 del 22 dicembre 2015 e si approva la nuova
graduatoria definitiva, nella quale si stabilisce l’esclusione della
Omissis.
La particolarita’ di quest’ultima determinazione risiede nel
fatto che l’esclusione «tardiva» della Omissis – sicuramente fra quei
soggetti per i quali la Guardia di Finanza aveva accertato un reddito
diverso e nei cui confronti quindi, sulla base della determina n.
837/2015, si sarebbe dovuto procedere al ricalcolo del punteggio con
conseguente esclusione dalla graduatoria, data la diversa fascia
reddituale ad essa attribuibile – veniva giustificata erroneamente
con la circostanza dell’accertamento di un «reddito superiore a
13.000,00 euro».
Se nella precedente determinazione si era stabilito che l’errata
o omessa dichiarazione del reddito non costituiva motivo di
esclusione dalla graduatoria solo nel caso in cui lo scostamento
fosse tale da rientrare nella medesima fascia reddituale individuata
inizialmente, con questa nuova decisione si stabiliva che anche «una
diversa collocazione nelle fasce reddituali» (con conseguente
attribuzione di un punteggio diverso) era «tollerabile».
L’importanza di questa «rivisitazione» la si coglie alla luce di
quanto sarebbe avvenuto nei giorni successivi.
Risulta che la Omissis, appresa la notizia, si sia recata presso
gli uffici del Comune di Manduria. A darne atto e’ stato lo stesso
Omissis in una nota a sua firma indirizzata al Omissis, all’Omissis
ed al Omissis (nota n. 941 del 10 maggio 2016), nella quale
annunciava il «ricorso in opposizione all’esclusione dalla
graduatoria» proposto dalla Omissis. L’Omissis precisa di aver
esaminato fra la sua posta una «richiesta di accesso agli atti
amministrativi della Omissis Omissis, una diffida dello studio legale
Omissis, ex art. 328, comma 2 del codice penale relativa
all’esclusione della Omissis dalla graduatoria definitiva, un’istanza
in autotutela dello studio legale Omissis per la rivalutazione della
situazione della Omissis sulla base delle controdeduzioni presentate
e un ricorso in opposizione all’esclusione dalla graduatoria da parte
della stessa Omissis».
Gli atti menzionati, tutti presenti nella documentazione
acquisita, si inseriscono ovviamente nel contesto prima descritto, di
cui lo stesso Omissis ha riferito allorche’ e’ stato successivamente
escusso dagli inquirenti e di cui danno atto i contenuti intercettati
dai medesimi organi. In particolare, va evidenziata la circostanza
che l’assessore Omissis, la sera del 28 aprile 2016, comunicava alla
Omissis – che a lui si rivolgeva per avanzare le proprie rimostranze
per l’avvenuta esclusione della suocera – le difficolta’ create dalla
Guardia di Finanza che pure quel giorno era stata in comune e le dava
il suggerimento di «acchiappare» direttamente Omissis.
Nella nota sopra richiamata, Omissis faceva presente che alla
luce delle richieste della Omissis e della disponibilita’ di un
alloggio – resosi fruibile a seguito della rinuncia ufficiale,
protocollata quel medesimo giorno dall’avente diritto Omissis (si
tratta di un cugino del Omissis, anche lui facente parte della
medesima associazione mafiosa) – sarebbe stato «opportuno rivedere
tutta la documentazione agli atti d’ufficio presenti nel fascicolo
della Omissis».
Lo stesso Omissis specificava pero’ di non essere nelle
condizioni tecniche, ma soprattutto «psicologiche» ed «emotive» per
affrontare da solo, la situazione in essere e chiedeva, pertanto,
l’istituzione di una commissione composta da almeno tre funzionari
comunali competenti in materia di disagio sociale e di aspetti
fiscali/tributari, che potessero rivalutare la posizione della
Omissis.
La commissione venne in effetti istituita: ve ne e’ traccia in un
verbale redatto a mano, in cui si da’ atto che in data 13 maggio
2016, si riunivano «su espressa disposizione verbale ed informale
(data l’urgenza di provvedere) del sindaco all’esito della nota
protocollo 941 del 10 maggio 2016 INT con la quale Omissis chiedeva
il supporto di una commissione tecnica composta da almeno tre
funzionari dell’ente …» i dipendenti comunali Omissis, Segretario
generale, Omissis, funzionario incaricato ed Omissis, funzionario.
Gli stessi, composta la suddetta commissione, procedevano al riesame
dell’istanza, delle dichiarazioni e della documentazione prodotta
dalla Omissis, nonche’ degli esiti dell’accertamento sul reddito
effettuati dalla Guardia di Finanza.
Stabilito (anche in questo caso erroneamente) che il reddito
complessivo del nucleo familiare della Omissis ammontasse ad euro
13.147,62, si concludeva che «all’esito di una piu’ attenta
interpretazione testuale delle disposizioni del bando … il reddito
complessivo riferito al nucleo familiare della Omissis riquantificato
e ricalcolato, …(…)… da prendere in considerazione ai fini
dell’ammissione era di euro 9.003,16». Cosi’ ricalcolato il reddito,
la medesima commissione procedeva ad attribuire il nuovo punteggio di
«2», determinando poi il punteggio complessivo in punti «9».
La possibilita’ di tale «ricalcolo», con conseguente
rideterminazione del punteggio, era esclusa dalla determinazione n.
837/15 (che prevedeva invece, in tali casi, l’esclusione dalla
graduatoria), mentre e’ stata resa possibile dalla seconda delle
determinazioni richiamate, la 292/2016.
All’irregolarita’ ed indeterminatezza delle decisioni che si sono
succedute nel tempo, va aggiunta l’irritualita’ di un riesame operato
da una commissione interna, la cui costituzione e’ stata decisa sulla
base di una «disposizione verbale ed informale del Omissis», che si
e’ occupata di una sola posizione, quella appunto della Omissis,
senza invece procedere ad un eventuale riesame di tutte le altre
posizioni.
In realta’, se un errore nel calcolo dei redditi da considerare
ai fini dell’ammissione era stato realmente commesso, lo stesso
poteva essersi verificato anche con riferimento alle altre posizioni,
di quanti cioe’, interessati al pari della Omissis all’assegnazione
di un alloggio, si erano magari visti esclusi per le medesime ragioni
o comunque assegnatari di un punteggio inferiore rispetto a quello
che sarebbe stato loro legittimamente attribuito in caso di riesame
della documentazione.
Ovviamente nulla ha accertato la suddetta commissione comunale in
relazione alle altre condizioni per le quali la Omissis aveva chiesto
ed ottenuto un punteggio, fra le quali, piu’ di ogni altra, quella
legata all’occupazione di un «alloggio da rilasciare per ordinanze o
altri provvedimenti adottati dalle autorita’ competenti».
In conclusione, con successiva determinazione n. 363 del 18
maggio 2016, preso atto della dichiarazione di rinuncia da parte
dell’assegnatario Omissis collocato al n. 22 della graduatoria
approvata con atto dirigenziale n. 292/2016, nonche’ dell’esito della
revisione del punteggio da assegnare alla Omissis a seguito delle
istanze dalla stessa prodotte, si procedeva all’assegnazione ad
Omissis del punteggio complessivo e definitivo di 9 punti per effetto
del quale la stessa si collocava in graduatoria in posizione utile
per conseguire l’assegnazione di alloggio ERP.

Esercizio commerciale denominato Omissis

Altra vicenda esplicativa dell’andamento dell’Amministrazione
comunale e’ quella che riguarda il bar denominato «Omissis», di cui
e’ titolare Omissis, soggetto interessato dall’ordinanza di custodia
cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di
Lecce.
Emblematica e’ l’allocazione dell’esercizio pubblico in questione
nella centrale Omissis, proprio di fronte all’ingresso del Palazzo
Municipale di Manduria: si tratta, pertanto, di un locale ben noto
agli stessi amministratori e dirigenti del Comune.
Proprio questi ultimi, come si vedra’, assumono nella vicenda un
comportamento sintomatico della fragilita’ dell’Ente, della
permeabilita’ dello stesso alle ingerenze criminali nonche’
dell’alterazione del procedimento di formazione della volonta’
amministrativa, allorche’ sono chiamati ad esprimere pareri o ad
assumere decisioni sull’istanza presentata dal gestore del detto Bar,
Omissis, al fine di ottenere l’autorizzazione all’installazione di
«dehors», ed all’occupazione del suolo pubblico per diversi mesi
dell’anno, in particolare in vista di alcuni eventi organizzati nei
mesi di maggio e giugno 2016.
Nel provvedimento di applicazione di misure cautelari personali
piu’ volte richiamato, al Omissis sono contestati i delitti di cui
all’art. 416-bis codice penale in quanto facente parte, unitamente a
Omissis, Omissis, Omissis ed altri soggetti dell’associazione di
stampo mafioso qualificabile quale frangia della sacra corona unita;
di estorsione aggravata per aver compiuto, sempre unitamente al
Omissis ed altri soggetti, atti idonei diretti in modo non equivoco a
costringere i vincitori dell’appalto di realizzazione della 272ª
«fiera pessima» manduriana dell’anno 2012 a versare trentamila euro
di tangente mediante reiterate minacce; di intestazione fittizia di
beni, per avere, anche in questo caso in concorso con il boss Omissis
(di cui e’ stato appurato essere socio in affari), attribuito
fittiziamente e in maniera fraudolenta ad altri (prestanomi) la
titolarita’ di ditte individuali, al fine di eludere le disposizioni
in materia di misure di prevenzione patrimoniale e di agevolare la
commissione dei delitti di cui agli articoli 648-bis, 648-ter c.p.
In effetti Omissis e’ da ritenersi soggetto inserito a pieno
titolo nel sodalizio mafioso.
Gli accertamenti svolti dalla commissione d’accesso hanno
riguardato in particolare la procedura relativa alle autorizzazioni
richieste da Omissis in vista di alcuni eventi dell’estate 2016.
Nell’indagine penale rileva un interessamento dell’assessore
Omissis e dell’Omissis, consigliere comunale nonche’ Presidente del
consiglio comunale, per la realizzazione della festa musicale
caraibica del 26 maggio 2016 e, poi, dell’ulteriore evento musicale
denominato «i vasconnessi», programmato per il successivo giugno
2016.
L’indagine penale ha evidenziato «forzature» amministrative e
l’asservimento, anche in relazione a quest’altra vicenda, del Omissis
al Omissis.
Gli atti acquisiti dalla commissione d’accesso presso il Comune
di Manduria hanno posto in luce come, a fronte di reiterate richieste
di occupazione temporanea del suolo pubblico per arredo urbano
(dehors) avanzate dal Omissis gia’ a far data 22 dicembre 2015,
Omissis, pur avvedendosi di palesi difformita’ tra quanto
rappresentato dal medesimo Omissis (in particolare nell’indicare
l’area da occupare) e quanto invece a loro gia’ noto o comunque
successivamente accertato in sede di controlli, hanno omesso di
definire la procedura avviata con il mancato accoglimento o anche
solo esprimere il proprio parere negativo, preferendo piuttosto,
indugiare sulle ripetute istanze e consentire cosi’ il protrarsi di
uno stato di fatto palesemente illegale, sotto gli occhi di tutti.
Si evince dagli atti prodotti che in data 22 dicembre 2015
Omissis richiedeva l’occupazione temporanea del suolo pubblico per
arredo urbano (dehors) nella Omissis per complessivi mq. 10, per un
periodo di 31 giorni.
Ricevuta la predetta istanza, il dirigente Omissis, chiedeva
parere Omissis, rappresentando l’urgenza del caso, posto «… che il
dehors [era] stato gia’ allestito …». Analogo parere veniva
richiesto alla Omissis.
Omissis, dirigente Omissis, rispondeva di «non poter esprimere
alcun parere in quanto il dehors gia’ allestito si presenta
differente dal layout allegato» all’istanza, dando cosi’ contezza del
fatto di essere consapevole dell’esistenza di un’opera comunque priva
di autorizzazione, ma soprattutto «difforme» rispetto a quanto
riportato nell’istanza di autorizzazione.
Omissis, invece, rilasciava il proprio «nulla osta»
all’occupazione del suolo pubblico nel rispetto delle norme sulla
viabilita’ e sicurezza stradale, nonche’ dell’art. 4 del regolamento
dehors (durata dell’occupazione).
Acquisiti il «non» parere del dirigente del settore urbanistico
ed il «nulla osta» Omissis, in data 26 gennaio 2016 Omissis,
demandava Omissis il controllo sull’installazione di dehors delle
attivita’ commerciali su tutto il territorio comunale, secondo il
regolamento approvato con delibera di C.C. n. 7 del 2 febbraio 2012.
Sulla base di quest’ultimo input, Omissis provvedeva agli
accertamenti richiesti, dando atto con nota n. 1062/PL dell’11
febbraio 2016 di aver proceduto ad elevare quattro verbali di
violazioni nei confronti di altrettante attivita’, fra le quali
quella riconducibile al Omissis. Con verbale n. 1173/13442 del 5
febbraio 2016 veniva infatti contestata a quest’ultimo la violazione
dell’art. 20, commi 3 e 4, del C.d.S., per aver impegnato il
marciapiede per piu’ della meta’ della sua larghezza con una
struttura «dehors» occupante una superficie di mq. 17,50 (circa il
doppio di quanto indicato nella richiesta di autorizzazione) senza il
prescritto titolo autorizzativo, violando altresi’ l’art. 4 del
Regolamento dehors. La predetta sanzione (se ne da’ atto nel verbale
medesimo) prevedeva (o, meglio, avrebbe dovuto prevedere) la
rimozione delle opere abusive a cura e spese del trasgressore, il
quale nella circostanza dichiarava che avrebbe provveduto a smontare
tutta la struttura in breve tempo.
Gli esiti sopra riportati venivano pure comunicati al settore
urbanistico che ribadiva, in una risposta del 1° aprile 2016 (prot.
11006), di non aver espresso parere per l’istanza avanzata dal
titolare del Bar Omissis «in quanto il dehor gia’ allestito era
differente dal layout allegato alla richiesta».
Omissis, con nota del successivo 24 maggio 2016, a ridosso quindi
della festa caraibica che si sarebbe dovuta tenere proprio la sera
del 26 maggio 2016, chiedeva al Omissis se «il sig. Omissis [avesse]
ottemperato a quanto (…) accertato e disposto in data 5 febbraio
2016, in merito alla violazione …», e chiedeva altresi’ se il
predetto soggetto avesse altri precedenti simili.
Negli atti prodotti dal Comune di Manduria non si rinviene alcuna
risposta alla suddetta richiesta di chiarimenti.
L’attivita’ di indagine di cui all’ordinanza di applicazione di
misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari
presso il Tribunale di Lecce ha dimostrato, sulla base di chiari ed
inequivocabili contenuti intercettati nel periodo compreso tra il 23
e il 26 maggio 2016, che il Omissis, al fine di dare corso a una
festa caraibica prevista per il giorno 26 maggio 2016 nell’area di
pertinenza del proprio locale «Omissis», aveva chiesto
«preventivamente» un permesso ad occupare il suolo pubblico della
Omissis.
Nella vicenda si sono registrati, ancora una volta, l’intervento
dell’assessore Omissis nonche’ il coinvolgimento Omissis. Addirittura
gli inquirenti hanno avuto modo di accertare un incontro tenuto dal
Omissis con il boss Omissis all’interno del Palazzo municipale di
Manduria ed e’ stato registrato un contatto diretto dell’assessore
Omissis con il Omissis che il giorno 23 maggio 2016 gli esponeva al
telefono l’esigenza di protocollare la richiesta di autorizzazione
all’occupazione del suolo pubblico, ricordandogli anche la
pianificazione di un successivo evento per il giorno 17 giugno 2016.
L’assessore Omissis non solo indirizzava il Omissis al proprio
Omissis, dandogli garanzia che sarebbero state soddisfatte entrambe
le richieste, ma concordava con il medesimo anche la necessita’ di
darne avviso al Omissis ed Omissis per le dovute incombenze.
L’assessore Omissis, ritenuto partecipe dell’associazione mafiosa
proprio come lo stesso Omissis, non poteva non essere consapevole che
quest’ultimo altri non era che un socio in affari del boss Omissis.
D’altra parte, proprio all’interno del Bar Omissis gli inquirenti
hanno documentato (con riprese video) un «summit» tenutosi il
precedente 22 maggio 2016, fra gli stessi Omissis, Omissis, Omissis e
Omissis (anche lui indagato nel medesimo procedimento penale
unitamente ai restanti soggetti).
In un’altra conversazione registrata il 25 maggio 2016, Omissis
avvisa Omissis del fatto che Omissis non gli aveva concesso
l’autorizzazione per il giorno 26 maggio 2016, in quanto non era
stata inoltrata la comunicazione al Commissariato P.S. di Manduria
prevista dall’art. 18 T.U.L.P.S., ma gli era stata pero’ garantita
l’autorizzazione per il successivo evento del 17 giugno. Allo stesso
tempo, Omissis invitava Omissis a parlarne di persona con Omissis,
per provare a superare le sue resistenze.
Omissis decideva a quel punto di coinvolgere pure Omissis,
invitandolo ad intervenire per risolvere la questione e per ottenere
la firma Omissis sull’atto autorizzatorio. Omissis, a sua volta,
mostrandosi conscio dell’esigenza del Omissis, invitava Omissis ad
andare assieme a lui dal Omissis per persuaderlo a firmare
l’autorizzazione.
L’Omissis risulta, anche in questa situazione, «abituale
interlocutore» dell’organizzazione all’interno del Comune di
Manduria, consapevole del sodalizio esistente fra l’assessore Omissis
e il boss Omissis.
Il 26 maggio 2016 Omissis faceva presente al boss Omissis che si
rendeva necessaria la sua presenza in Comune. Gli inquirenti hanno
potuto accertare come effettivamente Omissis si sia portato quel 26
maggio 2016 presso il Comune di Manduria, ove si e’ incontrato con
Omissis e con altro soggetto che a questi si accompagnava (non
identificato, ma da ritenersi presumibilmente un dipendente
dell’Ente). Proprio all’ingresso del Comune, nella centrale Omissis,
gli inquirenti assistono ad una stretta di mano tra il detto
assessore ed il boss Omissis. Addirittura Omissis poggia il proprio
braccio sulle spalle del boss, mentre questi discute con un altro
soggetto sopraggiunto in quel momento.
Appare accertato anche il forte interesse del Omissis, il quale,
lo stesso 26 maggio, chiedeva con insistenza al Omissis la data di
protocollo della «precedente» istanza depositata dal Omissis,
ricevendo come risposta che «il documento era stato consegnato dal
Omissis al dirigente Omissis». Sempre il medesimo giorno Omissis
metteva al corrente Omissis di aver parlato con tutti, compreso
Omissis, ritenendo che il problema del Omissis andasse risolto.
I due facevano cenno pure a delle spese sostenute dal Omissis
affermando, in ultimo, che il soggetto aveva finalmente ottenuto cio’
che voleva e che sulla questione vi era stato l’impegno anche
dell’assessore Omissis.
Rilevante appare la circostanza che Omissis si preoccupava
affinche’ dell’esito della questione venisse dato immediato avviso al
Omissis, nei cui confronti, appare ragionevole ritenere che avesse
assunto un preciso obbligo.
Sulla base dell’attivita’ di intercettazione, gli inquirenti
hanno potuto infine accertare che, benche’ il Omissis fosse stato
«messo nelle condizioni di realizzare la festa musicale» grazie
all’intervento di Omissis, Omissis e degli altri soggetti sopra
citati, non aveva avuto piu’ bisogno di occupare il suolo pubblico a
causa del modesto numero di persone giunte sul posto, accolte
direttamente nell’area di pertinenza del bar Omissis.
E’ bene evidenziare a questo punto che, interpellati anche dalla
commissione d’accesso al fine di ottenere informazioni sullo
svolgimento di spettacoli pubblici ed eventi tenutisi nei giorni 26
maggio e 17 giugno 2016 organizzati dal locale «Omissis» sito in
Omissis, i diversi referenti del Comune di Manduria hanno comunicato
che agli atti dei loro uffici risultava solo il fascicolo riguardante
lo svolgimento della seconda manifestazione, «Vasconnessi» del 17
giugno 2016, per la quale c’era l’autorizzazione.
Eppure proprio Omissis, aveva interessato con una nota
protocollata il 26 maggio 2016 il Omissis affinche’ verificasse che
il Omissis avesse adempiuto a quanto prescrittogli nel precedente
verbale di contestazione del 5 febbraio 2016. Ed e’ l’indagato
Omissis, parlando con Omissis, ad affermare che la richiesta del
Omissis era stata da lui consegnata nelle mani del Omissis, col quale
aveva avuto pure modo di affrontare la questione l’Omissis stesso.
La commissione di accesso ha inoltre acquisito ulteriori elementi
dagli uffici comunali in relazione all’altro evento tenutosi il
successivo 17 giugno 2016.
Negli atti prodotti vi e’ una nuova istanza avanzata dallo stesso
Omissis il 31 maggio 2016, analoga alla precedente, vale a dire
sempre per l’occupazione in modo temporaneo del suolo pubblico con
elementi di arredo dehors, ma per un’area complessiva di mq. 58,75 e
per un periodo, a partire dal 1° giugno 2016 al 1° settembre 2016. A
seguito dell’istanza, Omissis comunicava a Omissis, con nota del 7
giugno 2016 a firma Omissis, l’avvio della procedura per
l’autorizzazione all’installazione, trasmettendo copia del progetto
con richiesta di parere ed autorizzazione di competenza.
Seguiva una deliberazione di giunta (n. 92 dell’8 giugno 2016,
presenti il sindaco Omissis, il vice sindaco Omissis e gli assessori
Omissis, Omissis, Omissis, Omissis e Omissis) con la quale si
concedeva il patrocinio per l’evento pubblico musicale del 17 giugno
2016, subordinando il tutto alla verifica, da parte Omissis e
Omissis, dell’avvenuta regolarizzazione del pagamento della TOSAP
relativa al dehors. Quest’ultima deliberazione veniva trasmessa, il
successivo 13 giugno 2016, dal Omissis al Omissis ed all’Omissis, per
gli adempimenti di rispettiva competenza.
Con istanze depositate in data 14 giugno 2016 (protocolli n.
19206 e 19301) Omissis avanzava richiesta di rilascio delle
autorizzazioni e/o del N.O. previsti per lo svolgimento della
manifestazione nonche’ dell’autorizzazione ad occupare la Omissis.
Dalla documentazione tecnica allegata, si evince l’installazione,
in aggiunta alla struttura «dehor» annessa al bar, di un palco avente
dimensioni in pianta di mt. 8,00×6,00 (48 mq) e di due «gazebo» per
degustazione prodotti tipici, ciascuno occupante un’area di 9,00 mq.
Nell’istanza volta all’autorizzazione per l’occupazione del suolo
pubblico, Omissis comunicava di rimanere in attesa della Conferenza
di servizi per la regolarizzazione del pagamento della TOSAP.
Fra la documentazione prodotta e’ altresi’ presente un verbale di
riunione di conferenza servizi tenutasi il giorno 15 giugno 2016, in
cui erano presenti lo stesso Omissis, Omissis e Omissis quale
delegata dell’Omissis, avente quale oggetto il rilascio delle
autorizzazioni «dehors» per l’occupazione temporanea di suolo
pubblico nella stagione estiva 2016.
Per quanto concerne la posizione del Omissis, in sede di
conferenza di servizi i tre uffici hanno espresso tutti parere
favorevole, subordinando pero’ il rilascio dell’autorizzazione, fra
le altre cose, all’acquisizione del parere della Sopraintendenza per
i beni architettonici, giusto art. 7, comma 8, del regolamento
comunale ed al rispetto di quant’altro previsto dall’art. 5, comma 4,
del medesimo regolamento, alla produzione all’atto del ritiro della
«ricevuta del versamento dei diritti di istruttoria di euro 30,00» ed
alla regolarizzazione della domanda con l’apposizione di marca da
bollo. Queste ultime condizioni, ma soprattutto il rilascio del
parere della Sopraintendenza, non si sono verificate.
Il giorno 16 giugno 2016 (precedente all’evento «i vasconnessi»)
con nota a firma del funzionario direttivo amministrativo Omissis e
del Omissis, il settore attivita’ produttive del Comune di Manduria
comunicava al Omissis che «al fine del rilascio dell’autorizzazione
all’installazione del dehor era stato richiesto il parere della
Sopraintendenza per i beni architettonici e che il relativo
procedimento si sarebbe concluso entro il 14 luglio 2016».
Lo stesso giorno con nota prot. 19589 il responsabile Omissis
autorizzava la caffetteria gelateria Omissis del Omissis ad
organizzare e offrire alla comunita’, a proprie spese, l’evento
pubblico previsto per il 17 giugno 2016 («i vasconnessi»). Rileva
come nel corpo della stessa autorizzazione si sia dato atto che
«l’azienda …(…)… ha provveduto al pagamento della T.O.S.A.P.
sia dell’occupazione del palco che quella relativa al dehor».
La commissione di accesso ha evidenziato al riguardo la
contraddittorieta’ dell’ufficio che ha dato atto del pagamento per
l’occupazione di suolo pubblico di un’opera per la quale aveva
espresso, appena il giorno precedente, in sede di conferenza di
servizi, parere favorevole, subordinandolo pero’ al rilascio di
uguale parere da parte della Soprintendenza e precisando che il
procedimento si sarebbe concluso entro il 14 luglio 2016.
Sempre in seno alla documentazione prodotta dal Comune di
Manduria e’ presente un’ulteriore istanza avanzata dal Omissis per
l’autorizzazione ad occupare in modo temporaneo il suolo pubblico di
Piazza Garibaldi per un’area complessiva di mq. 22,80 dall’8 luglio
2016 al 1° settembre 2016.
Una nuova richiesta di autorizzazione il Omissis l’avanzava nel
novembre 2016, per un’area complessiva di mq. 17,85 e per il periodo
dal 18 novembre 2016 al 10 gennaio 2017. Anche in questo caso, con
nota n. 0037608 del 24 novembre 2016, il settore Omissis trasmetteva
l’istanza in argomento alla Omissis per l’acquisizione del parere e
dell’autorizzazione di competenza. Il parere «favorevole» veniva
rilasciato con nota n. 8982/P.L. del 26 novembre 2016. Non vi e’
tuttavia traccia dell’autorizzazione che avrebbe dovuto rilasciare il
servizio Omissis.
Ancora con istanza depositata il 14 aprile 2017 Omissis chiedeva
il «permesso a costruire» per installazione di «dehors stagionale e
continuativo». Ne seguiva l’avvio del procedimento, con comunicazione
e trasmissione degli elaborati tecnici all’Omissis, all’Omissis ed
alla Omissis.
Da rilevare come anche in questo caso, in data 23 maggio 2017,
sia stato emesso dal Omissis parere favorevole. Nessun parere e’
stato espresso invece (comunque nessuno ne e’ stato prodotto) da
parte del Omissis.
Da quanto rappresentato emerge quindi che in un periodo di oltre
un anno (dal dicembre 2015 al novembre 2016) il Omissis ha reiterato
la istanza di autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico
presso la Omissis, sia per la stagione estiva che per quella
invernale, e con indicazione di uno spazio sempre diverso, comunque
finalizzato all’installazione di dehors. Tuttavia, mai risulta
essergli stata rilasciata un’autorizzazione, anche perche’, sulla
base di quanto evidenziato in sede di accesso, sarebbe stato
necessario ottenere il parere favorevole della Omissis.
Eppure, sulla base di quanto piu’ sopra evidenziato, il Omissis
ha certamente provveduto in quel lungo arco di tempo a mantenere le
installazioni abusive, senza che nessuno degli organi deputati ai
controlli e dal medesimo soggetto interessati per il rilascio delle
autorizzazioni, ben consci dell’esistenza degli arredi per il dehor,
abbiano provveduto, realmente, a sanzionare il medesimo obbligandolo
a rimuovere le opere.
Bisognera’ attendere l’agosto 2017 – dopo l’esecuzione delle
misure cautelari personali emesse dal giudice per le indagini
preliminari del Tribunale di Lecce – per giungere ad un risultato;
infatti, solo a seguito di una segnalazione del Omissis (n. 64/4 di
prot. del 28 luglio 2017) in cui si dava atto che nel corso di un
servizio finalizzato a contrastare il fenomeno dell’utilizzo abusivo
di spazi urbani di interesse storico culturale, tutelati ex art 10,
comma 4, lettera G del decreto legislativo n. 42/2004, si era
proceduto ad un controllo, fra gli altri, anche del Bar Omissis
riscontrando la mancanza di «qualsiasi autorizzazione di occupazione
del suolo pubblico», il personale della Omissis ha effettuato un
sopralluogo (a pochi metri dal comune) e dopo aver accertato in un
verbale che il Omissis era privo di autorizzazione ha trasmesso gli
esiti al Omissis per i provvedimenti di competenza.
Con nota del 4 settembre 2017 lo stesso Omissis comunicava (prot.
6672/P.L.) ai dirigenti dell’Omissis, dell’Omissis e per conoscenza
al Omissis ed al Omissis che il Omissis non aveva ancora provveduto
all’immediata rimozione delle strutture come da ordinanza n. 235
dell’Omissis. Pertanto, con successiva ordinanza del 5 settembre 2017
nr. 254 il Omissis ordinava al Omissis, quale titolare dell’esercizio
pubblico denominato «Omissis», l’immediata rimozione della struttura
antistante il bar in tutte le sue parti. Si tratta, appare evidente,
di una decisione certamente intempestiva, ma soprattutto indotta da
altri organi.
Anche nella circostanza appena delineata, sono evidenti
comportamenti di inerzia, di permissivita’ e di mancanza di controllo
da parte di alcuni funzionari oltreche’ di connivenza di
amministratori.
Il gestore del Omissis, l’indagato Omissis, non poteva non essere
noto agli amministratori e dipendenti comunali quale socio di fatto
del Omissis, viste peraltro le frequenti visite di quest’ultimo
presso il bar gestito dal primo, situato di fronte alla sede
comunale, luogo in cui teneva persino dei veri e propri summit di
mafia. Tuttavia, nonostante irregolarita’ e/o difformita’ progettuali
emerse nel corso del procedimento volto alla concessione
dell’autorizzazione all’installazione di «dehors», l’Amministrazione
comunale ha assunto un atteggiamento «indulgente», omettendo di
prendere una posizione netta e di intervenire al fine di eliminare le
opere e le installazioni abusive gia’ realizzate, assecondando uno
stato di illegalita’ evidente. Anche in questo caso i comportamenti
riscontrati mostrano notevole fragilita’ e permeabilita’ dell’Ente
alle ingerenze della criminalita’ locale, nonche’ condizionamento ed
alterazione della volonta’ amministrativa.

Fiera pessima

La «Fiera Pessima» e’ una fiera campionaria che si svolge
annualmente a Manduria nella seconda settimana di marzo, nei settori
della produzione agroalimentare, dell’artigianato, del commercio, del
tempo libero e dei servizi e nel corso degli anni ha assunto il
carattere di fiera campionaria regionale, potendo contare su oltre
trecento espositori provenienti dalle regioni centro meridionali.
L’indagine ha evidenziato il ruolo attivo nelle diverse vicende
collegate negli anni all’organizzazione e gestione della
manifestazione, svolto dal Omissis, al quale viene contestata
l’estorsione perche’, in concorso con Omissis ed altri soggetti ha
compiuto atti idonei a costringere, mediante minacce di ritorsioni,
Omissis – titolare della ditta Omissis di Omissis assegnataria delle
edizioni 272ª (anno 2012) e 273ª (anno 2013) della «Fiera Pessima» –
a versare quindicimila euro. Omissis si sarebbe occupato di seguire
gli spostamenti della vittima, di organizzare un incontro tra
quest’ultima ed il boss Omissis ed avrebbe anche imposto al predetto
Omissis la vigilanza all’interno della fiera nonche’ l’assunzione di
persone di propria fiducia.
Omissis, vice presidente Omissis, e’ stato a sua volta indagato,
unitamente ai gia’ noti Omissis e Omissis, per estorsione aggravata
consumata ai danni dei vincitori dell’appalto per la realizzazione
della 272ª «Fiera Pessima» (anno 2012), aggiudicata in un primo
momento all’impresa Omissis ed alla ditta «Omissis» (a loro volta
subentrate alla ditta «Omissis» di Omissis, esclusa dal comune per
carenza dei requisiti previsti dal bando di gara).
In quest’altra vicenda compare ancora una volta Omissis, non
ancora assessore ma prossimo a candidarsi nelle elezioni 2013 nella
lista a sostegno del sindaco Omissis. Dalle indagini e’ emerso anche
che la Omissis di Omissis sarebbe stata costretta ad assumere, in
occasione della 273ª manifestazione fieristica tenutasi dal 7 al 12
marzo 2013, alcune persone indicate dal Omissis, fra le quali la
sorella dello stesso, Omissis. Inoltre Omissis avrebbe imposto al
Omissis (ovviamente assieme al boss Omissis) anche la vigilanza
all’interno dell’evento in questione. Da indagini condotte dalla
Guardia di Finanza sulle procedure di affidamento in questione e’
emerso che la Omissis, aggiudicataria dell’appalto, aveva prodotto
false documentazioni afferenti al possesso dei requisiti
professionali richiesti dal bando di gara.
Analogo discorso si e’ evidenziato anche nel 2014, in quanto la
Guardia di Finanza, nel corso di indagini delegate dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Taranto riguardanti
l’affidamento della gara di appalto per l’organizzazione della 274ª
edizione della Fiera Pessima, ha accertato che la ditta individuale
«Omissis» di Omissis, con sede in Omissis, risultata aggiudicataria
del predetto appalto, ha prodotto false documentazioni afferenti il
possesso dei requisiti professionali richiesti dal bando di gara. Le
circostanze valutate hanno portato l’organismo accertatore ad
ipotizzare che i componenti della commissione comunale aggiudicatrice
ed alcuni amministratori dell’Ente, pur con cognizione della falsita’
delle suindicate documentazioni, non abbiano posto in essere alcuna
verifica circa la sussistenza dei predetti requisiti professionali.
Nonostante tali circostanze sfociate in un avviso di garanzia
notificato dalla Guardia di Finanza all’Omissis nel 2017, la stessa
«Omissis» ha organizzato la fiera negli anni dal 2015, 2016 e 2017,
anche mediante affidamento diretto.
L’intreccio di interessi che emerge in occasione dell’evento
fieristico manduriano nonche’ il legame tra gli esponenti della
criminalita’ organizzata che pretendono di controllare le attivita’
economiche allo stesso collegate e gli uomini dell’Amministrazione
comunale di Manduria, sono testimoniati pure da ulteriori elementi di
indagine acquisiti nel marzo 2016, in coincidenza del periodo della
«Fiera Pessima».
Omissis, ormai subentrato in Giunta comunale con delega
assessorile, tiene un incontro con un giostraio (Omissis) che nel
mostrare interesse ad ottenere anche per l’anno successivo una
«altrettanta ed adeguata» sistemazione per il Luna Park facendo
affidamento sull’impegno del Omissis medesimo, lascia intendere, con
un chiaro riferimento al boss Omissis ed alle «visite» ricevute da
costui, di essere stato indotto ad elargire numerosi biglietti
omaggio.
E’ la stessa polizia giudiziaria a dare conto degli incontri
tenuti dal Omissis con diversi giostrai nel periodo della Fiera
Pessima. Il boss mostra, in effetti, interesse a dirimere le
questioni dei giostrai: alcuni si erano rivolti a lui gia’ nel 2013
per risolvere un problema insorto con alcuni proprietari dei terreni
su cui intendevano installare le proprie attrazioni in quanto dagli
stessi diffidati ad utilizzare la medesima zona degli anni precedenti
asseritamente occupata in dispregio di qualsivoglia autorizzazione e
concessione e senza il rispetto della normativa sulla sicurezza.

Le risultanze della commissione per l’accesso

La commissione per l’accesso ha condotto una attenta ed
approfondita analisi di documenti, informative e procedimenti al fine
di verificare, in funzione preventiva, se l’attivita’ amministrativa
dell’Ente sia stata indirizzata e informata a criteri di trasparenza,
buon andamento ed imparzialita’ in modo da garantire l’esistenza di
una libera ed incondizionata formazione della volonta’ degli organi
istituzionali, scevra da qualsiasi condizionamento esterno.
Attraverso l’acquisizione del contributo informativo delle Forze
dell’Ordine operanti sul territorio, la verifica di procedimenti ed
atti amministrativi connessi con le fattispecie evidenziate nella
citata ordinanza, l’acquisizione dagli uffici comunali di
documentazione relativa a vicende amministrative ritenute
significative ai fini del ricercato possibile condizionamento,
l’audizione di dipendenti e l’esame del contesto territoriale, la
commissione e’ pervenuta alla conclusione di un’attivita’
amministrativa deviata dai suoi canoni costitutivi per il
soddisfacimento di interessi legati alla criminalita’ locale.
La commissione si e’ costantemente confrontata con i contenuti
dell’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Lecce da cui emerge come l’associazione di stampo
mafioso promossa ed organizzata dal trio Omissis, Omissis e Omissis,
frangia della SCU nel versante orientale della provincia, si sia
imposta su soggetti dell’imprenditoria, del commercio, della politica
avvalendosi dell’intimidazione e della capacita’ di controllo del
territorio.
La commissione d’accesso si e’ avvalsa delle attivita’ tecniche
(intercettazioni telefoniche e ambientali) acquisite nell’indagine di
polizia giudiziaria ed indicate de relato nella ordinanza cautelare.
Le stesse non sono quindi soggette a tutele o vincoli di segreto
istruttorio, in quanto sono divenute pubbliche.
Dall’istruttoria svolta dalla commissione emergono elementi
chiari e concordanti di collegamento e condizionamento, tali da
determinare un’alterazione del procedimento di formazione della
volonta’ degli organi elettivi e amministrativi e da compromettere il
buon andamento ed il regolare funzionamento degli uffici e dei
servizi comunali.
La Corte costituzionale ha stabilito, nella sentenza n. 103/1993,
che gli elementi su cui deve poggiare lo scioglimento sono
innanzitutto i collegamenti diretti o indiretti degli amministratori
locali con la criminalita’ organizzata o il condizionamento che la
mafia impone agli amministratori a cui si connettono pregiudizi quali
la mancanza di libera determinazione per gli organi elettivi e/o
amministrativi (dirigenti, personale dipendente), l’andamento
negativo dell’Ente locale, il malfunzionamento dei servizi affidati
all’Ente, oppure il pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Secondo la commissione per l’accesso, le vicende oggetto di
accertamento consentono di rinvenire ciascuno degli elementi sopra
richiamati, sintomatici della capacita’ di infiltrazione da parte
della criminalita’ organizzata locale da un lato, e di permeabilita’
dell’apparato politico e amministrativo dall’altro.

Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica del 13 marzo 2018

Il 13 marzo scorso si e’ tenuta una riunione del Comitato
provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, con la
partecipazione del sostituto procuratore D.D.A. di Lecce e del
Procuratore della Repubblica aggiunto di Taranto, nel corso della
quale sono stati esposti dettagliatamente i contenuti e le
conclusioni del lavoro svolto dalla commissione d’accesso presso il
Comune di Manduria.
Tutti i componenti del consesso hanno dato pieno assenso alle
conclusioni espresse dalla commissione d’accesso.
Omissis, nel condividere l’impianto motivazionale della relazione
svolta dalla commissione d’accesso e le conclusioni a cui la stessa
e’ pervenuta, ha evidenziato che lo scenario delineatosi con
l’operazione «Impresa» ha confermato, anzi, ha aggravato quanto
emerso nell’operazione Giano del 2012 che gia’ determino’ la nomina
di una commissione d’accesso la quale concluse il lavoro con analoga
proposta.
Omissis ritiene che i fatti presi in considerazione sono
emblematici della connivenza tra Amministrazione comunale e
criminalita’ che emerge in maniera chiara in occasione dell’elezione
a Omissis del Omissis e della nomina, quale assessore, del Omissis
che e’ perfettamente incardinato nell’organizzazione. Si sofferma,
quindi sullo spessore criminale dei capi dell’associazione
disarticolata, e in particolare del Omissis, personaggio di grosso
calibro se si pensa ai collegamenti dello stesso con il
pluripregiudicato Omissis, detenuto per lungo tempo con Omissis.
Anche Omissis ha condiviso le risultanze e la proposta formulata
dalla commissione d’accesso, ritenendo che siano stati ben
evidenziati gli elementi di condizionamento. Ha anche aggiunto, per
quanto di propria competenza, che la esistenza di reati contro la
pubblica amministrazione e’ spesso da ascrivere ad una posizione di
soggezione dell’apparato politico-amministrativo alla criminalita’
operante sul territorio.

Conclusioni

Gli esiti dell’attivita’ della commissione di accesso,
intrecciandosi ed integrando – attraverso l’acquisizione di verbali,
atti deliberativi, determine, provvedimenti dirigenziali – le
risultanze di fonte giudiziaria poste in evidenza nell’ordinanza del
giudice per le indagini preliminari di Lecce, forniscono un quadro
grave e pesante della capacita’ del boss Omissis e dei suoi adepti di
inquinare e condizionare le scelte politiche e l’azione
amministrativa del Comune di Manduria, compromettendone
l’imparzialita’ e il buon andamento in maniera non occasionale, ma
sistematica.
Emerge, infatti, l’esistenza di un disegno criminale, che dalla
fase elettorale al successivo svolgimento della vita amministrativa,
e’ portato avanti dal Omissis, gia’ condannato per 416-bis –
associazione di stampo mafioso, tentato omicidio
aggravato,associazione a delinquere finalizzata al traffico di
stupefacenti (sentenza del 17 gennaio 2003 definitiva il 20 gennaio
2004 anni 18 e mesi sei di reclusione) e ritenuto reggente della
frangia della S.C.U. manduriana, fino a fargli dire «teniamo il
comune nelle mani».
Questo progetto trae origine dal sostegno che Omissis, insieme
agli accoliti Omissis, Omissis e Omissis, offre alla Lista Civica
«Omissis», che compete nel turno elettorale del 2013 nella coalizione
di Omissis, che sara’ poi eletto Omissis.
Di quella lista fanno parte tra gli altri, Omissis, indagato per
voto di scambio e coinvolto anche in un’indagine di certificazioni
infedeli per incidenti stradali, Omissis, ritenuto affiliato al clan
e sottoposto del Omissis, Omissis, infermiere in servizio sempre
presso lo stesso ospedale, i quali hanno avuto poi, con l’appoggio
diretto del boss, un ruolo di primo piano nell’amministrazione
comunale, ricoprendo il Omissis e l’Omissis la carica di Presidente
del consiglio e il Omissis quella di assessore.
A tal riguardo, il Omissis, in verita’, e’ acclarato che non si
limiti solo a sostenere, ma in effetti orienti le decisioni e imponga
le sue scelte, annullando quelle che non corrispondono ai suoi
desiderata e intervenendo per l’elezione del Omissis, che ha gia’
appoggiato in campagna elettorale, quale Presidente del consiglio, in
cambio di 1.550 euro mensili e dell’assistenza medico-legale in
un’azione per un risarcimento stradale.
Al Omissis spetta, invece, il compito di rappresentare
l’associazione all’interno della Giunta, come si apprende dal Omissis
che al riguardo dichiara – senza mezzi termini – «teniamo
l’assessore».
L’Omissis, come altri consiglieri, compare in piu’ vicende con un
ruolo dialogante nei confronti dei componenti del clan e intercede
per risolvere a loro favore alcune situazioni. Altri consiglieri e
amministratori come Omissis, Omissis, Omissis, Omissis, Omissis,
Omissis, per ragioni di parentela o consuetudine e a causa di motivi
professionali o d’interesse, intrattengono rapporti ed entrano
direttamente o indirettamente in contatto con diversi esponenti del
clan. Cio’ si traduce in un’azione di pressione sulla struttura
burocratico-amministrativa, che appare sottomessa e intimidita, che
tergiversa, non decide, in alcuni casi – come per Omissis – chiede
aiuto al Omissis e al Omissis o – come per il Omissis fatto oggetto
di minacce e anni addietro di un grave attentato dinamitardo – non
da’ seguito ai provvedimenti adottati.
Relativamente alle posizioni dei Omissis, che pure appaiono
coinvolti in alcune delle vicende descritte, ne’ in sede giudiziaria
ne’ nella relazione di accesso, si evidenziano profili diretti di
responsabilita’.
Emerge, invece, la responsabilita’ di esponenti della
amministrazione e del consiglio in un contesto inquinato che
favorisce l’illegalita’ come si rileva da alcune vicende
amministrative gravi sulle quali la commissione di accesso si e’
soffermata, rimarcando elementi concreti, univoci e rilevanti di
colleganza e condizionamento criminale.
Si tratta delle condotte amministrative rivolte attraverso
ritardi, raggiri, lungaggini, omissioni, a favorire illegittimamente
le attivita’ del Bar «Omissis», intestato al socio e affiliato al
clan, Omissis, rinviando ad libitum l’intervento per la rimozione di
un dehors non autorizzato e anzi patrocinando con delibera di Giunta,
un’iniziativa estiva, mentre era ben noto a tutti che l’esercizio
pubblico in questione, posto di fronte al Palazzo di Citta’, in cui
si svolgevano summit di mafia, fosse direttamente riconducibile al
Omissis.
Allo stesso modo, la regolarita’ delle procedure e la
legittimita’ degli atti sono piegate con lo scopo di favorire il
conseguimento di un alloggio di edilizia residenziale pubblica da
parte di Omissis, compagna dell’affiliato Omissis e consuocera del
boss Omissis, pluricondannato ed elemento di assoluto vertice della
S.C.U., merce’ l’intimidazione e l’asservimento della struttura
politico-burocratica dell’Ente, che giunge – su disposizione dello
stesso Omissis – ad istituire una commissione ad hoc con il compito
di esaminare la sola posizione dell’Omissis.
Nelle vicende relative alla Fiera Pessima, il Omissis con
l’ausilio del Omissis, che di li’ a poco si candidera’ al consiglio
comunale, spadroneggia con minacce estorsive sull’assegnazione dei
servizi e della gestione dell’evento, imponendo guardianie inutili e
assunzioni nel 2012 e nel 2013 alla cooperativa a r.l. Omissis. A
carico di quest’ultima, peraltro, come della Omissis che nel
quadriennio successivo dal 2014 al 2017 ha organizzato la fiera,
pende procedimento penale per aver prodotto false documentazioni
afferenti il possesso dei requisiti professionali richiesti dal bando
di gara, in assenza dei necessari controlli da parte dell’Ente.
In occasione della Fiera Pessima, e’ sempre il Omissis che,
avvalendosi della forza di intimidazione di capo clan, si sostituisce
all’amministrazione nella vertenza tra i giostrai e i proprietari dei
terreni individuati per dare ospitalita’ alle attrazioni, e si
propone come «intermediario» e garante di una composizione degli
interessi privati, che e’ recepita senza discussione dall’Ente
locale.
In maniera dettagliata la commissione di accesso ha indicato e
descritto puntualmente fatti e comportamenti, delineando un quadro di
forte compromissione della legalita’ e del rispetto dei principi di
buon andamento dell’azione amministrativa, ascrivendo al patto tra la
componente politica e il clan Omissis, siglato fin dal momento
elettorale, l’origine dell’infiltrazione criminale, ma anche
dimostrando, attraverso vicende eclatanti, la pervasivita’ di un
modus operandi in contrasto con l’interesse pubblico.
La ricostruzione e le valutazioni della commissione di accesso
hanno trovato piena condivisione da parte della Procura distrettuale
antimafia di Lecce e della Procura della Repubblica di Taranto,
nonche’ da parte dei vertici provinciali delle Forze dell’Ordine e
della DIA nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la
sicurezza pubblica del 13 marzo 2018 e, pertanto, ravvisandosi la
sussistenza delle condizioni previste dall’art. 143 comma 1, lo
scrivente sottopone a codesto Ministero gli elementi suesposti e le
rassegnate conclusioni.

Il Prefetto: Cafagna

(1) N. 4129/12 R.G.N. R., n. 2922/13 R. Gip, n. 36/12 D.D.A., n.
51/17 o.c.c., emessa il 14 giugno 2017, a firma del giudice per
le indagini preliminari presso il Tribunale di Lecce ed eseguita
dalla Questura di Taranto, con l’ausilio dello S.C.O., delle
squadre mobili di Lecce, Foggia e Brindisi, del reparto
prevenzione crimine e del reparto volo di Bari.

 

 

 

Nel link la relazione in formato pdf:

relazione Prefetto Cafagna su scioglimento Manduria