Manduria: nuova vittima della gogna mediatica. Giangrande: “Alla follia si aggiunge follia”
“Negli ultimi giorni nelle case degli italiani è entrata la follia. La follia di un gruppo di ragazzini,
molti di buona famiglia, che, in stile “Arancia Meccanica”, ha perseguitato e pestato Antonio Cosimo Stato, un sessantaseienne di Manduria (TA), fino, molto probabilmente, a causarne la morte. Una follia irrazionale ed immotivata, posta in essere solo per puro divertimento e passatempo. Ma al peggio non c’è mai fine. Alla follia si aggiunge follia. Ecco che, puntuale, arriva la gogna mediatica.”
E’ il commento dell’avv. Mirko Giangrande presidente di Azione Liberale, giovane movimento politico nazionale che porta l’esperienza vissuta nel recente passato da Avetrana che ha subito analogo trattamento in seguito all’omicidio Scazzi.
“Noi Avetranesi la conosciamo bene. – dice parlando della gogna mediatica – Incurante di qualsiasi etica, si abbatte sulle cittadine, specie quelle del sud. Manduria sta per entrare nella “lista nera” delle località italiane. È iniziata la fase dell’omertà e si finirà con la complicità. Si addita un’intera cittadina (quasi 35.000
abitanti) come omertosa: come facevano a non sapere? A questa accusa noi non ci stiamo! Quante volte, nel periodo dell’omicidio Scazzi, ce lo siamo sentiti ripetere. Ma che significa? Le persone che erano a conoscenza della situazione (i vicini, il parroco) hanno parlato, hanno agito. Esatto, loro. E le istituzioni? Sarà forse che con l’invenzione dell’omertà si voglia far ricadere sull’ignara cittadinanza le colpe di chi, a livello istituzionale, doveva (ripeto, doveva) intervenire? Ma poi, pur ammettendo il fatto che tale situazione persecutoria fosse veramente di dominio pubblico, è mai possibile che la voce sia arrivata alle orecchie di tutti tranne a quelle di chi doveva intervenire? E’ chiaro, quindi, che dietro al già inquietante fatto di cronaca si nasconde uno sciacallaggio mediatico e giornalistico, mirante a farne di Manduria la cornice omertosa, vile e arretrata. Le istituzioni, i cittadini, la società civile fa ancora in tempo a ribellarsi e a non subire passivamente ciò che
Avetrana ha subito quasi dieci anni fa. Altrimenti rimarrà negli annali non come la capitale della Messapia, la Terra del Primitivo, la custode di chilometri di spiagge e mare cristallino ma – conclude l’ Avv. Mirko Giangrande
– come un’accozzaglia di vili ed omertosi che ha lasciato morire un pover’uomo, in balia delle angherie di un gruppetto di piccoli delinquenti.”