Manduria. Depuratore Consortile: AQP presenta il progetto nella IV Commissione consiliare

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Si è tenuta venerdì mattina, nella sala consiliare del Comune di Manduria, una seduta pubblica della IV commissione consiliare chiamata a discutere sul progetto riguardante gli scarichi complementari del depuratore consortile Manduria/ Sava per le valutazioni in vista della validazione da parte dei competenti uffici della Regione Puglia.

Alla seduta, su invito del Presidente di commissione Ing. Agostino Capogrosso, ha partecipato Acquedotto Pugliese estensore della proposta progettuale, con una delegazione di tecnici tra cui l’ing. Emilio Tarquinio (RUP) e il geologo dott. A. De Giovanni. Non si è presentato invece, seppur invitato,   alcun rappresentante del Consorzio di Bonifica Arneo. Hanno inoltre preso parte alla seduta, molte associazioni ambientaliste e comitati cittadini presenti sul territorio sia di Manduria che dei paesi vicini che in questi anni hanno seguito con attenzione tutta la controversa vicenda.

L’ing. Capogrosso ha introdotto i lavori descrivendo la nuova proposta presentata da AQP per il riutilizzo dei reflui trattati dal depuratore e relativi scarichi complementari e ponendo l’attenzione sia sulla scelta iniziale del sito per l’impianto di depurazione (i cui lavori risultano ormai in fase conclusiva poiché all’80% dello stato di avanzamento), sia  sulla scelta del sito su cui far ricadere il nuovo comparto depurativo comprendente la fitodepurazione individuato in località Masseria della Marina di proprietà comunale, ed esteso per circa 6 ettari.

L’attenzione è stata focalizzata su due importanti questioni.

La prima è lo scarico sul suolo che si realizzerà attraverso 12 trincee disperdenti (buffer) fino alla portata di 5.000 mc/d, in un’area in cui si comprometterebbe inevitabilmente l’ambiente e l’habitat naturale trasformandolo da prato arido a zona umida, ciò in contrasto con quanto stabilito nel PPTTR che, all’art. 66, vieta espressamente la realizzazione di sistemi di riciclo delle acque reflue attraverso tecniche di lagunaggio e fitodepurazione se queste compromettono l’ambiente e i valori paesaggistici.

A tal proposito, l’ex dipendente comunale Geom. Giuseppe Coco che ha grande conoscenza del territorio ha fornito un importante contributo presentando una dettagliata relazione da cui si evidenzia che su tale area si riversano le acque provenienti da diverse lame che scendono dalla dorsale costiera (“Demani”), e che la realizzazione del comparto depurativo interromperebbe anche il naturale scorrimento delle acque verso il canalone dello “Iazzo della Marina”, con conseguenti potenziali pericoli per le abitazioni presenti lungo la costa.

Si sono susseguiti diversi interventi e richieste di chiarimento anche da parte di alcuni componenti la commissione, i quali hanno toccato aspetti relativi alla manutenzione degli impianti di depurazione e all’adeguatezza o meno degli impianti irrigui del Consorzio di Bonifica Arneo che si intendono utilizzare. In merito, AQP ha garantito che è stato previsto un piano di manutenzione e un presidio H24 degli impianti e che la Regione è disposta a finanziare l’adeguamento e la manutenzione straordinaria degli impianti del Consorzio Arneo col fine di renderli adeguati allo scopo.

L’altro problema posto dal presidente di commissione Ing. Agostino Capogrosso è stato quello annoso dello scarico a mare, previsto nel Bacino di Torre Colimena e che, di fatto, si presenterà quando l’impianto sarà entrato in funzione a pieno regime, ovvero, secondo il cronoprogramma presentato da AQP, non prima di dicembre 2036 (a completamento del terzo stralcio). L’ing. Tarquinio di AQP ha confermato che lo scarico a mare previsto dal progetto è di natura complementare e non emergenziale, per le portate che eccedono sia quelle gestibili attraverso i buffer trincee disperdenti che quelle per il riutilizzo irriguo. AQP è stato quindi, sollecitato ad esprimersi sull’esistenza di possibili alternative allo scarico a mare (seppur complementare), ma ne ha confermato l’impossibilità normativa, poiché è espressamente previsto nel DM 185/03 che, per le portate eccedenti quelle di riutilizzo, l’impianto debba prevedere uno scarico alternativo delle acque reflue trattate e stante la posizione attuale del depuratore, tale scarico complementare non può che essere previsto nel più vicino corpo idrico superficiale.

Molte critiche sono state rivolte all’Ing. Tarquinio di AQP che, incalzato sulle questioni, da parte dell’Ing. Curri o il Geom. Coco è sembrato impreparato a fornire risposte convincenti. L’associazione Azzurro Jonio ad esempio ha fatto notare che si trincerava spesso sul suo ruolo di tecnico anche se in altre occasioni soprattutto per blindare la realizzazione dell’impianto, ha agito anche da “politico”. Fondamentali per Francesco Di Lauro sono le osservazioni che anche i cittadini vorranno produrre osservazioni che saranno girate al Comune di Manduria.  Si è fatto notare che il progetto interessa anche la vasca a nord del Chidro. L’assessore Ketty Perrone ha fatto emergere la scorrettezza subìta dal Comune di Manduria in merito al ricorso presentato da Regione Puglia contro il Ministero dell’Ambiente, procedimento venuto meno in quanto non c’era più l’oggetto del contenere ovvero lo scarico a mare, salvo poi scoprire che la condotta tornerà inevitabilmente tra 6 – 7 anni, quando andrà a completo regime.  Questa è una delle difficoltà che la popolazione ha dovuto subire in questi 10 – 15 anni nonostante le proposte e controproposte presentate.  E perplessità è stata espressa anche da Salvatore Calò del Comitato Pro Torre Colimena e Specchiarica per come AQP sta gestendo la vicenda depuratore di Manduria…   

I cittadini e le associazioni intervenute hanno molto apprezzato il coinvolgimento nel dibattito: per la prima volta in tanti anni infatti, si è finalmente attivato quel processo partecipativo che se avviato in fase preventiva di progettazione, probabilmente, avrebbe da tempo consentito di eliminare ogni contestazione pubblica giungendo in tempi rapidi a scelte tecnicamente fattibili ma soprattutto, condivise. Resta da capire quali soluzioni alternative e quali possibilità siano ancora praticabili per poter evitare di compromettere l’ecosistema.

(immagini depuratore Giovanni Loppo)