Lotta alle infiltrazioni mafiose nella P.A. La ricetta del M5S: “Combatteremo mafie con la cultura!”

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E’ stata approvata oggi alla Camera la legge che istituisce la Commissione Antimafia anche in questa XVIII legislatura. Rispetto al passato la nuova commissione antimafia è stata rafforzata ed aggiornata sul modo in cui opera la mafia nel 2018, a qualsiasi nazionalità essa appartenga.

Nel divulgare la notizia il portavoce alla Camera del M5S Giovanni Luca Aresta ha ricordato l’impegno assunto nel contratto di governo dove è evidenziata la necessità di potenziare gli strumenti normativi e amministrativi volti al contrasto della mafia. In tale ottica sono state inserite nella proposta di legge nuove ed efficaci misure: monitoraggio sui temi che coinvolgono vittime di estorsione e usura e familiari delle vittime di mafia; controllo sull’adeguatezza della normativa sulle infiltrazioni mafiose negli enti locali e sulla confisca di beni di appartenenza alle cosche; analisi degli istituti e degli strumenti previsti dalla normativa per la lotta contro il terrorismo ai fini del contrasto delle mafie; attività di approfondimento dello studio sulla matrice culturale e sociale del fenomeno mafioso a scopo preventivo; mappatura delle realtà attive e delle buone pratiche diffuse sul territorio in vista di una loro divulgazione.

La Commissione ANTIMAFIA potrà, in occasione della formazione delle liste elettorali, accedere alle informazioni non coperte da segreto investigativo contenute nelle banche dati tenute preso le procure della Repubblica e le Cancellerie dei Tribunali.

“Il nuovo compito in questo ambito è combattere la mentalità mafiosa con la promozione della legalità e con la sensibilizzazione dei consociati sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta alle mafie.
La mafia – conclude Aresta – si affronta innanzitutto con la cultura e noi, come Stato, saremo presenti e in prima linea”.
La nuova Commissione Antimafia avrà più poteri e migliori margini di azione e dedicherà attenzione anche all’impegno della società civile.

Nel suo intervento, l’altra portavoce del M5S alla Camera, Anna Macina ha ricordato che il modus operandi delle mafie in Italia è profondamente mutato.
“Il loro modo di operare di lucrare e di imporsi nel tessuto sociale è profondamente mutato. Vi è la pervasività di un potere criminale che non rinuncia all’esercizio della violenza quando è necessaria, ma che privilegia un metodo mafioso sempre più corruttivo e collusivo che fa leva sulle diffuse reti di relazioni occulte e non, con il mondo dell’Economia, delle professioni e della pubblica amministrazione e che trasforma le vittime in complici. Ed è proprio sulla base di queste considerazioni che occorre ricordare come debba essere salutato con estremo favore e soddisfazione l’ampliamento dell’oggetto dell’inchiesta a nuovi argomenti tra cui: tutela delle vittime di estorsione e usura tutti i familiari delle vittime di mafia, studio della modalità di azione delle associazioni mafiose mediante condotte corruttive e collusive con ulteriore specificazione dell’attribuzione del compito di indagare sul rapporto tra mafia e politica anche riguardo alla sua articolazione territoriale. E’ d’obbligo ricordare che alla data del 27 giugno 2018 sono stati emanati nel complesso 480 decreti ex articolo 143 del Testo Unico degli enti locali di scioglimento dei quali: 167 di proroga di precedenti provvedimenti, ben 17 Comuni sono stati sciolti nei primi sei mesi del 2018, 58 amministrazioni locali sono state colpite da più di un decreto di scioglimento, le amministrazioni locali complessivamente coinvolte nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono state fino ad oggi 263, dati che dimostrano, ove mai ce ne fosse bisogno, come le mafie siano diventate abili ad infiltrarsi nel tessuto sociale ed amministrativo minando dalle basi le regole della democrazia lì dov’è la democrazia viene uccisa tutte le volte in cui un cittadino vende il suo voto per poche decine di euro, lì dove c’è il voto di scambio politico mafioso perché sfrutta anche di disperazione e di povertà, lì dove nel corso del tempo è stato sbiadito il concetto di democrazia, di cittadinanza, di stato. Uno stato che invece deve tornare ad essere presente, forte, determinato, baluardo di legalità dall’ultimo dei comuni alla più alta delle sue articolazioni politiche ed amministrative…”

La commissione antimafia dovrà, quindi, svolgere un capillare lavoro sul suo nuovo compito – afferma ancora Anna Macina – “…la promozione della cultura della legalità, la promozione di iniziative per la sensibilizzazione del pubblico sull’alto valore della lotta alle mafie, tutte le mafie, sono tutte mafie e la lotta sarà strenua e ferma..”

Nel video l’intervento della portavoce Anna Macina