Ilva. Condomini dei Tamburi risarciti per i danni dell’inquinamento industriale

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Taranto – Il giudice civile del Tribunale di Taranto ha riconosciuto ai residenti di un condominio del rione Tamburi il diritto ad essere risarciti dei danni subiti a causa dell’inquinamento proveniente dallo stabilimento industriale Ilva.Il condominio, assistito dagli avvocati Massimo Moretti ed Eligio Curci, aveva introdotto la propria azione risarcitoria dal 2006, formalizzando, la prima richiesta stragiudiziale dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna in sede penale di amministratori e dirigenti Ilva per il reato di “getto pericoloso di cose”.  A causa delle resistenze di Ilva spa a riconoscere il risarcimento in via bonaria, si è fatto ricorso al giudizio civile conclusosi nelle scorse settimane con la sentenza a favore dei residenti a poche centinaia di metri dal siderurgico. Un processo dal percorso tortuoso, durato sei anni, durante i quali due dei condomini sono deceduti. La sentenza, però, ha riconosciuto il nesso di causalità tra inquinamento subìto e produzione industriale ed il conseguente diritto al risarcimento. A ciascuna famiglia è andata una somma compresa tra gli undicimila e i quindicimila euro. I condomini dei Tamburi, qualche giorno fa hanno ricevuto dai propri difensori gli assegni relativi agli importi loro dovuti in seguito al giudizio da Ilva Spa. Somme che vanno a risarcire una voce di danno che per la prima volta viene riconosciuta in sede giudiziale, cioè il danno conseguente alla ridotta possibilità di godimento dell’immobile di proprietà a causa dell’inquinamento industriale proveniente dallo stabilimento siderurgico. “Una sentenza innovativa – commentano gli avvocati Curci e Moretti – e che costituisce un precedente particolarmente importante in materia, anche perché il diritto risarcitorio riconosciuto, e mai reclamato da nessun altro, appare difficilmente revocabile in sede di impugnativa, non dipendendo da valutazioni tecniche o da dati che possono essere suscettibili di varia interpretazione. Per oggi non possiamo che gioire del risultato – aggiungono – e sperare che questi risarcimenti riescano, almeno parzialmente, a lenire la pena di quanti hanno dovuto sopportare l’ingiusta compressione dei propri diritti a causa dell’inquinamento industriale.