Grido d’allarme del personale sanitario dell’ASL di Taranto: “Siamo al collasso”

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Una migrazione progressiva di medici specialisti verso il privato accreditato, i pensionamenti, una carenza di personale medico e sanitario di circa il 40%, impossibilità di andare in ferie, turni raddoppiati, riposi non garantiti e i Pronto Soccorso in perenne emergenza.

E’ la fotografia impietosa che la Funzione Pubblica CGIL fa della condizione in cui il personale sanitario,ma, soprattutto i medici sono costretti ad operare nell’ASL di Taranto e che la settimana scorsa è stata portata all’attenzione della III Commissione Sanità della Regione Puglia.

La sopravvivenza del sistema sanitario nella provincia di Taranto non può contare solo sui sacrifici messi in pratica dal personale – dichiara Maria Teresa Coppola, coordinatrice provinciale della FPCGIL Medici e dirigenza SSN – ma è necessario un impegno straordinario da parte di tutti i livelli decisionali, politici e gestionali per apportare correttivi efficacie e tempestivi.

Una tempestività che diventa addirittura sopravvivenza quando al Pronto Soccorso arrivano casi gravi o quando i tempi per le visite specialistiche o gli esami strumentali diventano insostenibili.

Così la sanità tarantina guadagna le pagine dei giornali quando un RM dalla prenotazione all’espletamento dell’esame diagnostico ci mette una vita, o quando il rischio clinico aumenta, ma sembra interessare a pochi il grido disperato che giunge ormai da anni da una categoria messa in ginocchio anche dall’emergenza Covid.

Ciò contribuisce ad aumentare nell’utenza un clima di sfiducia e malcontento che mortifica e svilisce lo sforzo quotidiano degli operatori sanitari – continua la Coppola – e alimenta l’aggressività nei confronti di chi vorrebbe solo poter essere messo in condizioni di far bene il proprio delicato lavoro.

Così la Funzione Pubblica che alla riunione era accompagnata anche dal segretario generale della CGIL di Taranto avanza le sue proposte etichettandole come “urgenti”.

Al primo punto la FP CGIL mette il piano assunzionale prevedendo anche l’assunzione di medici stranieri, avendo contezza del fatto che la penuria di specialisti interessa, anche se non in maniera omogenea, l’intera nazione.

Il sindacato chiede inoltre di potenziare il settore amministrativo e tecnico. Un appello a liberare il personale sanitario da attività “burocratiche” che spesso sottraggono tempo prezioso alle azioni di cura e di assistenza.

Una delle mission più importanti rimane però il decongestionamento dei Pronto soccorso. Così la Funzione Pubblica propone di rafforzare la rete sanitaria territoriale, creando una vera e propria rete di sanità di prossimità, accelerare il processo di formazione di figure professionali con competenze infermieristiche avanzate (equiparandosi agli standard europei – ndr); e finalmente chiamare il privato accreditato a farsi carico anche di prestazioni di ricovero in regime d’urgenza.

A destare preoccupazione resta anche il tema del trasporto disabili.

Ci preoccupa l’idea che non si vada oltre le enunciazioni di principio – spiega Mimmo Sardelli che per la FP CGIL di Taranto, segue da vicino il destino dei lavoratori dell’appalto ex Tundo, ora Padovano.

Il servizio va internalizzato – dice Sardelli – per garantire lavoro e prestazioni di qualità ad una categoria di fragili che il servizio sanitario pubblico dovrebbe tutelare evitando, ad esempio, soluzioni tampone e a volte a singhiozzo nei vari ambiti socio-assistenziali comunali.

Si discuta con urgenza di tutto ciò altrimenti saremo al collasso anche qualora il Covid dovesse mollare la presa – avvertono dalla CGIL che per questo chiede l’istituzione di un tavolo regionale sulle emergenze dell’ASL tarantina.