Bloom di meduse: disagio temporaneo ma ucciderle è un reato da codice penale

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Le meduse sono utili all’ecosistema.

La presenza di meduse è un vero e proprio segnale “pungente” di quanto l’essere umano stia esagerando nell’alterare l’ecosistema terrestre, causando la creazione di un mare di meduse piuttosto che un mare di pesci.
Le meduse sono tra gli esseri viventi più antichi comparsi sulla Terra e svolgono un ruolo ecologico vitale: fungono da filtro per l’acqua e sono un importante anello della catena alimentare.
Negli ultimi 10 anni gli avvistamenti di meduse nel Mediterraneo sono decuplicati.
Quali sono i fattori che hanno scatenato questo fenomeno?
1 – il riscaldamento globale dovuto al cambiamento climatico;
2 – la diminuzione di predatori naturali come cetacei e tartarughe marine (le stesse meravigliose creature che scelgono le nostre spiagge come “culla” per i loro nidi);
3 – il fattore antropico come la pesca industriale.
Fortunatamente nel Mar Mediterraneo non sono presenti meduse mortali, la maggioranza delle specie sono completamente innocue, anche se è sempre meglio evitare di toccarle.
Le meduse urticanti sono diffuse, ma raramente rappresentano un serio pericolo per l’uomo.
L’ustione-irritazione che provocano le meduse è dovuta alla presenza di tossine nei tentacoli dell’animale, che vengono rilasciate a seguito di un contatto.
Chi viene colpito avverte di solito una lieve scossa, seguita da un bruciore localizzato che scompare dopo qualche ora. Solo una specie, Physalia, può causare reazioni pericolose per l’organismo umano, in rari casi anche mortali. Fortunatamente questa medusa vive in Atlantico e sono ancora pochi gli avvistamenti registrati nel mediterraneo.
I rimedi per la puntura da medusa
La prima regola da osservare quando si viene punti da una medusa è: niente panico! 
Se siete al largo cercate di raggiungere la riva (o la vostra barca). Una volta raggiunta l’acqua bassa bisogna sciacquare la zona del contatto con acqua salata, per asportare più residui urticanti possibile. Grattare o strofinare la pelle potrebbe portare al risultato opposto.
A questo punto il bruciore dovrebbe passare da solo, nel giro di qualche ora, ma si può alleviare con un gel astringente al cloruro di alluminio, acquistabile in farmacia. Meglio ancora sarebbe immergere l’area interessata in acqua calda a 40-50°C per circa 20 minuti, questa operazione discioglie le tossine. Evitate ogni altro “rimedio della nonna”.
Se insorgono altri sintomi come sudorazione, confusione, vertigini, difficoltà nella respirazione, mal di testa, nausea, vomito o eruzione cutanea diffusa è meglio chiamare subito il 118 perché si potrebbe manifestare un shock anafilattico. Evitare di esporre l’ustione al sole per qualche giorno limiterà la formazione della cicatrice.

Tutti sappiamo l’effetto di una loro “puncicata”. I loro tentacoli provocano bruciori e irritazioni più o meno dolorosi, per via delle tossine che l’animale rilascia nel momento in cui avviene il contatto con un altro essere vivente. Non per questo, però, abbiamo il diritto di “giocarci” o “calpestarle”. E chi compie tale gesto… rischia davvero grosso.
 A dirlo è direttamente il Codice Penale
Molti, tra adulti e bambini, si divertono a “pescarla” con un retino e poi la lasciano morire davanti agli occhi di altra gente… ignorante, che si diverte davanti a tale scempio. Altri, invece, usano secchiello e paletta per ucciderla direttamente. Scene di ordinaria follia. E pensare che il mare è il loro habitat naturale, e non il nostro.
Detto ciò, arriva però il Codice Penale. Ed è un arrivo piuttosto salato, che tende a salvaguardare la vita della medusa stessa. Infatti, l’Articolo 544 ter richiama tutti quei bagnanti “noncuranti” di altre specie animali e li avverte forte e chiaro. L’Articolo in questione afferma che: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”.
Quando avvistate un enorme sciame di meduse o vedete dei “giustizieri” contattate la locale Guardia costiera al 1530 o le autorità di zona competenti.
Quando vi passa per la testa di giocherellare con le meduse, di “torturarle” o di farle sciogliere al sole, ricordatevi, che gli animali non sono un gioco, ma una “componente” del sistema globale come lo siamo noi esseri umani.
La conoscenza è la chiave per superare la paura verso le meduse, magnifici animali che fluttuano a pieno diritto nel loro mare. Quando riconoscete una specie di medusa innocua provate ad osservarla da vicino, molto spesso tra i suoi tentacoli possono trovarsi altri organismi come piccoli crostacei o pesci.

Legambiente Manduria

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