“Appia Regina Viarum”: al via gli scavi tra i territori di Brindisi e Taranto sulle tracce della via APPIA

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Al via oggi le indagini archeologiche dirette in sinergia fra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e la Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo, nell’ambito del progetto del Ministero della Cultura denominato “Appia Regina Viarum” tra i territori di Brindisi e Taranto.

Le attività di ricerca sono finalizzate a definire il tracciato della Regina Viarum, come era chiamata dagli autori antichi la più importante delle vie romane che collegava Roma a Brindisi passando dal territorio di Taranto e il cui tracciato per diverse zone è ancora oggetto di dibattito scientifico. La strada, iniziata dal censore Appio Claudio nel 312 a.C. per collegare Roma e Capua, dovette essere prolungata in Puglia forse soltanto nel corso del III a.C., quando, conquistata Taranto (272 a.C.), i Romani si spinsero fino alla Messapia fondando, infine, la colonia di Brundisium (244 a.C.); certamente rimase uno dei principali percorsi nei secoli a venire, come indica la sopravvivenza in parte nella viabilità attuale e in alcuni tratturi come quello Tarantino (noto anche come “Via Appia antica”). Le ricerche, finanziate con il Piano stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 e affidate alla ditta Tethys s.r.l., prevedono diversi scavi archeologici, lungo il tracciato ipotizzato dell’Appia tra Taranto e Brindisi, affiancati a ricognizioni archeologiche volte a individuare possibili resti da ricollegare alla presenza dell’arteria romana. Non soltanto indagare le tracce della strada, ma anche le infrastrutture e gli insediamenti connessi al percorso stradale, inteso come elemento strutturante del paesaggio nella sua evoluzione attraverso i secoli, è lo scopo che si sono prefissati i tecnici delle due Soprintendenze che seguiranno gli scavi nelle prossime settimane. Per questo, seguendo il tragitto dell’Appia, gli interventi si distribuiscono tra la provincia di Taranto e quella di Brindisi, interessando diverse località fra cui Laterza, Taranto, Grottaglie, Francavilla Fontana e Latiano, selezionate attraverso un vaglio delle informazioni provenienti da ricerche precedenti accanto a più recenti ritrovamenti, come quello avvenuto presso il Parco Archeologico di Muro Tenente, dove avranno inizio le indagini proprio in seguito al rinvenimento durante lavori di elettrificazione dei resti di una strada “glareata”. L’approfondimento delle conoscenze tramite le indagini archeologiche ha come obiettivo finale quello di implementare la valorizzazione e la fruizione del “cammino dell’Appia” – così come proposto da Paolo Rumiz e da Riccardo Carnovalini – che non necessariamente corrisponde in ogni suo tratto al tracciato antico per ragioni pratiche derivanti da problematiche di accessibilità, percorribilità e di sicurezza, ma che deve tenerlo in considerazione, così come deve svilupparsi in stretta relazione con le evidenze archeologiche e i beni monumentali e paesaggistici distribuiti lungo il percorso. In considerazione dell’importanza che la via Appia ha rappresentato nel complesso e stratificato quadro del patrimonio culturale regionale, parallelamente alle attività di scavo sono previste iniziative per la condivisione “in progress” dei risultati delle ricerche sul campo, come alcune giornate aperte al pubblico per permettere anche ai “non addetti ai lavori” di accedere alle aree di cantiere e conoscere le attività in corso tramite visite guidate dagli stessi archeologi all’opera, mentre sarà possibile seguire gli aggiornamenti delle ultime scoperte sui social media.

Resti della via Appia rinvenuta nel 2002 in località Capitolicchio (Taranto) (fonte: Archivio Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo).

Foto in allegato: Resti della via Appia rinvenuta nel 2002 in località Capitolicchio (Taranto) (fonte: Archivio Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo).