Covid: Oltre 1 famiglia su 4 è più povera. Coldiretti: in Puglia rischiano povertà 1mln di persone
L’emergenza Covid ha impoverito più di una famiglia su quattro (28,8%) che ha dichiarato nel 2020 un peggioramento della situazione economica rispetto all’anno precedente.
E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, su dati del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat, per cui il rischio di povertà più elevato si associa ad alti indici di disuguaglianza con il valore medio in Puglia tra i più alti d’Italia (6,2%).
La punta dell’iceberg delle difficoltà in cui si trova la Puglia è rappresentata – continua Coldiretti Puglia – da circa milione di persone a rischio povertà, con un’incidenza media pari al 30,4%. Si tratta del valore piu’ elevato degli ultimi quindici anni, dove fra i nuovi poveri sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.
“Con la spesa sospesa abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche. Il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza non resti limitata a questa occasione ma diventi un fenomeno strutturale”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Le iniziative solidali sono tanto più importanti considerato che l’avanzare dell’emergenza coronavirus ha fatto salire di oltre 200mila i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dalla pandemia e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. Una catastrofe sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale – conclude Coldiretti Puglia – è importante garantire interventi anche sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà.
“A Lecce stanno proseguendo le donazioni – spiega Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce – di pasta 100% made in Italy, di salumi e legumi, olio extravergine d’oliva a Denominazione di origine protetta (Dop), pecorino e altri generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero agli enti caritativi, ma anche ai servizi sociali dei Comuni della provincia. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri, tra cui pensionati, disoccupati, famiglie con bambini che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli”. In provincia di Lecce Coldiretti ha consegnato la pasta della solidarietà ai servizi sociali dei Comuni di Presicce, Acquarica, Copertino, Melendugno, Ugento, Otranto Gallipoli, Taviano.
Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti regionale – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Contro la povertà – sottolinea la Coldiretti regionale – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini.
Nel 2020 sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometri zero e di altissima qualità distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi di fronte alla crescente emergenza provocata dalla pandemia Covid. Si tratta della più grande iniziativa di solidarietà mai realizzata dagli agricoltori italiani resa possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della “Spesa sospesa” nei mercati di Campagna Amica e dal contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Tutti i cittadini nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica diffusi lungo la Penisola possono decidere di donare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.