Contro il caporalato lavoratori agricoli in piazza a Bari
Il mondo dell’agricoltura ionica è in fermento. Mancano solo poche ore a quella che già promette di essere una grande assemblea di piazza.
E’ infatti in programma per sabato 25 giugno l’iniziativa sindacale nazionale unitaria promossa da Uila-Uil, Flai-Cgil e Fai-Cisl per accelerare l’approvazione del disegno di legge numero 2217 con gli emendamenti proposti dalle organizzazioni e chiedere lo sblocco dei negoziati sui contratti provinciali di lavoro agricoli.
Il disegno di legge 2217 è infatti fermo da febbraio in Senato e, nonostante le rassicurazioni del governo, la stagione delle campagne di raccolta dell’estate 2016 si sta aprendo senza un provvedimento in grado di contrastare efficacemente il grave fenomeno del caporalato e dello sfruttamento. Uila-Uil, Flai-Cgil e Fai-Cisl sono per questo anche convinte che sia necessario incalzare le associazioni datoriali affinché vengano sbloccati i tavoli per i rinnovi dei contratti, scaduti il 31 dicembre scorso e ormai non più rinviabili.
I lavoratori agricoli di Taranto e provincia in attesa del rinnovo del contratto sono circa 30mila. La Uila li ha incontrati in questi giorni per coinvolgerli al massimo, organizzando assemblee pubbliche sotto i capannoni e nei luoghi di lavoro, ma anche in sedi istituzionali come il Palazzo Episcopio di Grottaglie dove si è tenuto il primo partecipato confronto all’inizio del mese. Non da meno le presenze a Massafra, Palagiano e Sava.
Nello specifico, si sta affrontando l’argomento sotto l’aspetto di “Lavoro nero, caporalato, sotto salario”.
“Il disegno di legge 2217 – spiega Antonio Trenta, segretario generale della Uila Uil di Taranto – può rappresentare un deterrente importante per non allargare la piaga dello sfruttamento nei campi. Ma se non sarà approvato subito non servirà a nulla. Chiediamo per questo anche la collaborazione delle associazioni datoriali Coldiretti, Cia e Confagricoltura, per la rapida riapertura dei tavoli per i rinnovi dei contratti provinciali di lavoro. Un operaio tutelato dal punto di vista contrattuale riesce infatti ad essere più forte anche di fronte alla minaccia incombente di un caporale e magari trova pure la forza di denunciarlo”.