Discariche tarantine. Uil: “Pericoli concreti, subito indagine di Arpa e Asl”

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“Se i dati dell’Ares sulle conseguenze sanitarie della discarica Martucci (Conversano) hanno dato vita a forti ‘dubbi’, ci chiediamo perché i dati, ben più allarmanti, legati all’effetto sulla salute e sull’ambiente delle discariche tarantine, continuino a passare sotto un sostanziale silenzio”.

Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, ricorda che “nella provincia ionica, sono presenti ben 8 discariche, due addirittura fra le cinque più grandi d’Europa e 4 inceneritori, per tacere delle innumerevoli discariche abusive denunciate dai cittadini o scoperte dalle indagini della magistratura e delle forze dell’ordine. Italcave, Vergine, Ecolevante, Castellaneta, Ilva, Manduria e Massafra: discariche che accolgono, quotidianamente, tonnellate indefinite di rifiuti di ogni genere non solo da tutta la Puglia a causa della chiusura di altre discariche presenti in regione, ma anche da Napoli, dalla Campania e da altre nove regioni italiane. Non è un’esagerazione definire Taranto e la sua provincia la “pattumiera” d’Italia, pronta ogni giorno ad aprire le porte a un via-vai di Tir carichi di rifiuti non ben definiti, bollati come speciali ma che di speciale, fino a prova contraria e in assenza di controlli puntuali, hanno solo il nome”.

“Consideriamo improrogabile l’avvio di un’indagine congiunta, da parte di Arpa e Asl, con la collaborazione della Regione Puglia, per misurare con la massima certezza, i danni ambientali e alla salute causati dalle discariche e dagli inceneritori in provincia di Taranto. Non comprendiamo perché per la discarica Martucci ci si mobiliti subito con tanto di dati e statistiche, mentre in provincia di Taranto si faccia tuttora finta di niente, tranne qualche uscita ‘spot’, pur in presenza di documentazioni concrete prodotte da medici ed esperti. Non comprendiamo perché i dubbi sollevati dalle mamme, dai cittadini e, appunto, da esperti medici tarantini sulla possibilità che proprio le discariche e gli inceneritori possano rappresentare la causa principale di patologie rare, gravi e straordinarie nella zona, spesso, troppo spesso vengano ricondotti frettolosamente a non ben specificati fattori genetici, pur di non puntare il dito sulle discariche. Tempo addietro proprio l’Arpa definì “critici”, nella zona di Lizzano, i livelli ambientali, tali da determinare uno stato di emergenza sanitaria e di igiene pubblica: è il momento di dare seguito a tale iniziativa mettendo in campo misure concrete”.