Torre Guaceto e Greenpeace: fermiamo l’inquinamento da plastica che soffoca i nostri mari

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Si è conclusa oggi con la pulizia del litorale della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto la spedizione “Difendiamo il mare”, tour di ricerca scientifica e sensibilizzazione organizzato da Greenpeace Italia in collaborazione con CNR-IAS di Genova e Università Politecnica delle Marche. 

Volontarie e volontari di Greenpeace Italia, in collaborazione con Puliamo il mare Brindisi, hanno effettuato la pulizia di due tratti di spiaggia all’interno della Riserva, raccogliendo decine di chili di rifiuti in plastica costituiti principalmente da bottiglie, reti per l’allevamento delle cozze e cassette in polistirolo. Al termine dell’attività, il personale della Riserva, insieme a Greenpeace, ha liberato in mare Enea, tartaruga soccorsa in stato di difficoltà lo scorso aprile e curata dal personale del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto presso il Centro di recupero tartarughe marine dell’area protetta. «La maggior parte delle tartarughe marine che ogni anno recuperiamo allo stremo e sottraiamo a morte certa – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, ha ingerito plastica. Da sempre lavoriamo sul fronte della sensibilizzazione per una drastica riduzione dell’uso della plastica e numerosi sono gli eventi tematici che organizziamo in collaborazione con le associazioni. La strada per la sostenibilità è lunga e in salita, ma siamo fiduciosi, noi ce la stiamo mettendo tutta e ringraziamo Greenpeace per l’impegno con il quale lotta quotidianamente per la tutela del mare e della natura in senso lato». Partito lo scorso 21 giugno dalle Marche, nelle scorse tre settimane il tour ha solcato l’Adriatico centro meridionale a bordo della barca Bamboo – messa a disposizione dalla Fondazione Exodus di Don Mazzi – per documentare la bellezza e la fragilità del mare, e per denunciare come i cambiamenti climatici e l’inquinamento da plastica siano interconnessi e producano impatti negativi sull’ecosistema marino e sulle comunità costiere. «Il mare e le creature marine soffrono per l’emergenza plastica, un fenomeno che ogni giorno assume proporzioni sempre più drammatiche e che non risparmia nemmeno le aree marine protette, segno inequivocabile che l’inquinamento in mare non ha confini. Per salvare i mari bisogna intervenire, riducendo la produzione della frazione monouso, di gran lunga la più presente lungo le coste del nostro paese», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace.