Taranto: Adiconsum interviene su multe sforamento orario parcheggio
Lo sforamento dei tempi di parcheggio-auto, regolarmente certificati dagli appositi tagliandi o grattini, non comporta l’elevazione di multe ma semplicemente, il mero recupero delle differenze dovute per l’orario eccedente di sosta. E’ quanto stabilito da una recente sentenza della Cassazione chiamata ad interpretare le disposizioni contenute nel nuovo Codice della Strada. Ci sono Comuni, in Italia che si sono già adeguati, a differenza di altri. A Taranto in particolare, afferma in una nota l’Adiconsum, si assiste ad una sorta di spietato scaricabarile, tra il Comune, il Comando dei Vigili Urbani e l’Amat nella sua qualità di concessionaria del servizio parcheggi pubblici. Nessuno, infatti, decide l’adeguamento alle nuove norme per cui gli Ausiliari del traffico si sentono autorizzati ad elevare multe.
“E’ mai possibile che si debba continuare a giocare con la pazienza non illimitata degli automobilisti, che già sono vessati da gabelle e disservizi (imposte aggiuntive di accise e tasse comunali, mancanza di strisce bianche, ecc.)?”- è quanto chiede il Presidente di Adiconsum Antonio Bosco.
Gli Amministratori pubblici – prosegue- qui sembra che giochino sul fatto che gli automobilisti accettino di pagare senza fare resistenza per il rifiuto istintivo dell’idea che, per ottenere giustizia e vedersi correttamente applicata la norma, essi debbano: ricorrere individualmente al Giudice di Pace, intasando ancora di più i Tribunali; pagare 37 euro per il contributo unificato, ovvero per le spese della causa; in caso di verdetto favorevole chiedere al Giudice il ristoro del contributo e in molti casi, agire nei confronti dei comuni per farsi restituire le somme.
Insomma, esistono casi più emblematici per dimostrare nel concreto quale sia la differenza tra essere trattati da “sudditi” e non come “cittadini” da parte di certa burocrazia che mostra di non saper guardare oltre il proprio naso?”
“I cittadini non chiedono poi molto, se non la normalità dei rapporti con le Istituzioni, – conclude Bosco – la chiarezza delle norme che regolano la convivenza civile e la corretta fruizione dei servizi.”