Servizio 118. Balzanelli: dal 2009 inapplicata direttiva per geolocalizzazione

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Dal 2009 è stata recepita anche in Italia la direttiva Ue sulla geolocalizzazione, direttiva recepita ma rimasta inapplicata. E’ quanto emerso con la morte del turista francesce Simon Gautier studente 27enne residente da due anni a Roma che, nel richiedere aiuto, non era stato in grado di fornire indicazioni sulla sua localizzazione, dicendo di trovarsi “in mezzo al nulla, lungo la costa“.
Il ragazzo era partito l’8 agosto da Policastro Bussentino per raggiungere Napoli a piedi, sottolineando che le ricerche sono cominciate nel Comune di San Giovanni a Piro “solo venerdì sera al tramonto“, mentre il primo elicottero è decollato il 10 agosto. Per risalire alla posizione di Gautier i carabinieri hanno dovuto far riferimento ai ripetitori, “un metodo di geolocalizzazione classico, molto più lento e complicato, soprattutto in una zona non abitata quindi poco fornita di antenne”
“Se l’Italia avesse applicato la direttiva Ue recepita nel 2009, Simon Gautier sarebbe stato immediatamente geolocalizzato, soccorso in tempi rapidissimi, e forse con esiti ben diversi“, dichiara il presidente nazionale della Società italiana sistema 118 Mario Balzanelli. “Questa vicenda rende palese l’assurdo, insostenibile fatto che in Italia le Centrali Operative 118 sono ancora prive del sistema di geolocalizzazione delle chiamate d’emergenza, pur previsto dal decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 2009“.

In Italia, peraltro – denuncia ancora Balzanelli – non è ancora disponibile il sistema tecnologico ‘Advanced mobile location'” (Aml), grazie al quale, pure in assenza di rete internet, dallo smartphone di chi richieda il soccorso parte immediatamente un sms al 112 che comunica le coordinate Gps corrispondenti esattamente al punto in cui si trova la vittima”, afferma. Balzanelli in proposito cita “Jérôme Pâris, direttore della European Emergency Number Association (Eeena)” secondo il quale “l’Aml dovrebbe essere già attivo in Italia” visto che “ha già ricevuto denaro pubblico europeo per una prima fase di test nel 2016/2017”.

E ancora, spiega Balzanelli: “Nonostante l’Europa abbia sancito, in ambito legislativo continentale, che il numero unico dell’emergenza 112 si affianchi parallelamente rispetto ai numeri nazionali dell’Emergenza e non affatto che li sostituisca, il modello italiano implementato di 112, invece, proprio perché irrazionalmente ‘sostitutivo’ degli altri numeri nazionali di Emergenza, ha di fatto pesantemente rallentato, se non paralizzato – denuncia – l’implementazione della tecnologia di geolocalizzazione sul territorio italiano”.

“Dieci Paesi su 19 in Europa – riferisce il presidente del Sis 118 – hanno realizzato il modello, a partire dalla Francia, anche per guadagnare tempo sul processo di attivazione, previsto per legge a livello europeo, di 112 che si affianca ai numeri di Emergenza già esistenti, modello sicuramente più sostenibile in termini di costi e che assicura risposte operative molto più veloci.

L’Italia deve comunque assicurare a qualsiasi individuo si trovi in pericolo imminente di perdere la vita di poter contare sul sistema di soccorso più veloce ed efficace possibile. Occorre quindi – sostiene – dotare con assoluta celerità tutte le Centrali operative dei vari corpi dell’Emergenza nazionale, a partire da quelle del 118, di un moderno ed efficace sistema di geolocalizzazione del chiamante, attivando parallelamente, in sinergia, il numero unico d’emergenza su tutto il territorio nazionale”.