Scoperta frode: commercializzavano falso “Primitivo di Manduria”. Tre denunce.
Manduria – I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro di vino “Primitivo di Manduria” commercializzato da un’importante azienda abruzzese operante in campo nazionale e internazionale. I finanzieri, coordinati dalla Procura di Taranto, hanno accertato la commercializzazione di “Primitivo di Manduria” “D.O.C.” e “I.G.T.” attraverso marchi ingannevoli, di esclusiva pertinenza di una importante cantina sociale con sede a San Marzano di San Giuseppe (Ta). Scoperte irregolarità anche nell’etichettatura delle bottiglie di vino, caratterizzate da un illecito riferimento, quale soggetto responsabile dell’imbottigliamento, a una società-ombra con sede in Manduria che, in realtà, non ha mai acquistato, né venduto vino. In particolare sono state utilizzate denominazioni e marchi (“Terre del Sud”, “Follia”, “Oversessanta”, “Oversettanta”, ecc.) nonché è stata costituita la società “Vigneti del Sud” che, connotati da “evidente forza evocativa” dei marchi legittimamente registrati dalla cantina sociale, sono stati ritenuti idonei a trarre in inganno l’acquirente sull’origine, la qualità o provenienza del prodotto da un determinato produttore. I fatti accertati, infatti, hanno evidenziato l’aggiramento della normativa in materia di tutela dei marchi commerciali e lo sviamento delle informazioni destinate al consumatore, attraverso condotte finalizzate ad indurre in errore l’acquirente finale sulle caratteristiche del prodotto vinicolo. Il sequestro dei prodotti, nonché delle etichette, del materiale di confezionamento e pubblicitario (per un totale di circa 500 mila pezzi), è avvenuto presso stabilimenti, depositi ed esercizi commerciali dislocati sull’intero territorio nazionale. L’attenzione dei finanzieri si è focalizzata, altresì, sulle pagine internet che pubblicizzavano gli stessi prodotti, accertando la falsità delle informazioni promozionali fornite sull’origine del vino.
Conseguentemente sono state attivate le procedure connesse all’oscuramento delle stesse. I responsabili dell’impresa abruzzese sono stati denunciati, a vario titolo, con le accuse di contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci.