Salento escluso dall’Alta Velocità. Giangrande (Confcommercio): “Una scelta che divide, contraria alle finalità del PNRR”

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“Come arrivare – La Puglia è sempre più vicina. Una rete di collegamenti moderna ed efficiente permette di raggiungere la Puglia da qualsiasi luogo di provenienza. Scegli i mezzi di trasporto migliori per raggiungere la tua destinazione […] Le Frecce di Trenitalia collegano ogni giorno Roma e Lecce con fermate intermedie a Foggia, Barletta, Bari e Brindisi, città dalle quali è possibile raggiungere la destinazione finale con un sistema integrato treno-autobus. Per maggiori informazioni visita il sito di Trenitalia”

Così informa ‘Viaggiare in Puglia’, il portale ufficiale del turismo della regione Puglia, nel quale Taranto non è neppure menzionata. E che Taranto sia notoriamente povera di collegamenti (aerei, ferroviari, su gomma) è un dato di fatto per chiunque- per motivi di lavoro, tempo libero, turismo- debba raggiungere o partire dalla Città dei due Mari o peggio ancora raggiungere il versante occidentale della provincia. “Una difficoltà che -commenta Leonardo Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio Taranto- penalizza il territorio provinciale e più in generale l’area jonico- salentina della Puglia e che accomuna la mobilità di oltre quella metà della popolazione pugliese che vive nel versante sud-ovest della regione. Ci lascia indignati la conferma, pervenuta in questi giorni dalla direttrice generale di Rete Ferroviaria Italiana, Vera Fiorani, che lo studio di fattibilità condotto da Ferrovie prevede l’investimento Alta velocità -Alta capacità solo sulla dorsale Adriatica, ed esclude invece il Salento, perché i costi dell’investimento supererebbero i benefici. Da un lato si parla del PNRR come dello strumento per ridurre il divario infrastrutturale tra il Nord e il Mezzogiorno del Paese (soprattutto in quelle aree che registrano maggiori ritardi) e dall’altro si privilegia ancora una volta una sola area della Puglia, già strutturata e già ampiamente supportata da investimenti e programmi . E’ una scelta iniqua che continua a penalizzare un territorio che ha di per se delle difficoltà, dettate dalla sua conformazione geografica e che di fatto acuisce la distanza infrastrutturale, economica e sociale tra le aree regionali, decidendo del destino di quelle imprese che devono mettere a bilancio maggiori oneri e costi soltanto perché allocate nella zona B della Puglia. Penso ad esempio alle strutture turistico- ricettive di Castellaneta, Ginosa così distanti dagli hub regionali di collegamento aereo e così mal collegate da treni e servizi navetta. Non si può – conclude Giangrande- accettare passivamente una Puglia a due velocità, e semmai plaudire a strategie di sviluppo che tagliano fuori una buona parte del territorio regionale, stabilendo una scala di valori in base ai quali definire i parametri di crescita economica e sociale delle varie aree della Regione. E’ un dovere verso i nostri giovani che sempre più migrano verso altre regioni del Paese e dell’Europa, opporsi a questa logica divisoria e allunga le distanze tra la Puglia ed il resto del Paese.”