Operazione “Madame”: 13 arresti. Prostituivano ragazze provenienti dall’Est Europa. Video
Gli agenti della Squadra Mobile di Taranto, in collaborazione con i colleghi di Vibo Valentia e Lodi, hanno eseguito, all’alba, 13 ordinanze cautelari di cui otto in carcere e cinque agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettante persone che a vario titolo sono ritenute responsabili dei reati di associazione a delinquere, sfruttamento/favoreggiamento/agevolazione della prostituzione, ed estorsione.
L’indagine ha messo in luce un’organizzazione di portata transnazionale dedita allo sfruttamento della prostituzione ai danni di alcune giovani ragazze prevalentemente provenienti dall’Est Europa, che venivano collocate su strada, indotte alla prostituzione, e sottoposte a “protezione” dietro il pagamento di somme di denaro.
L’approfondimento è scattato dopo un’operazione anti prostituzione nel mese di agosto del 2017 lungo Via Alberto Sordi di Taranto dove notoriamente numerose cittadine straniere si prostituiscono.
Si è accertato come alcune di loro si vendevano sotto il controllo di una 30enne rumena, a sua volta prostituta, stabilmente radicata in terra jonica (nel Comune di Faggiano), nonché testa di ponte sul territorio.
La “madame” era poi sorretta nella sua attività da altri quattro persone anche loro di origine rumena.
Le giovani ragazze corrispondevano settimanalmente somme di denaro (circa 400 euro) quale corrispettivo non solo della locazione del “posto letto” loro offerto all’interno dell’abitazione della maitresse, ma anche per poter esercitare la prostituzione nei luoghi assegnati senza correre rischi e senza alcuna ripercussione di sorta.
Oltre a coordinare e organizzare la prostituzione delle giovani ragazze, assegnando loro i posti da occupare, l’indagata provvedeva a creare rapporti con altre persone impiegate come autisti per raggiungere il “posto di lavoro”
Diverse le condotte di induzione e sfruttamento della prostituzione attuate dal sodalizio in parola nonché da altri soggetti – comunque in contatto con i componenti dell’associazione, sia nei territori di Taranto e San Giorgio Jonico (Ta), che in quelli di Foggia, Melegnano (Mi) e Mornico al Serio (Bg), in un periodo compreso tra l’agosto 2017 ed il settembre 2018.
Per garantirsi il “controllo” di almeno una delle ragazze, ovvero costringerla a consegnare danaro ed a prostituirsi, ne venivano trattenuti i documenti di riconoscimento, minacciandola pure di spedizioni punitive nel caso non
avesse adempiuto.
Al momento dei fatti, due dei componenti del sodalizio – in posizione sovra-ordinata rispetto agli altri– risultavano ristretti in Francia, presso il carcere di Lyon Corbas, per gravi reati contro la persona (fra cui anche quello di tratta di esseri umani ed associazione a delinquere). Dall’interno delle mura del carcere in cui erano detenuti, i due proseguivano tuttavia nel compimento delle condotte illecite, gestendo a distanza (via internet) l’attività di meretricio delle giovani donne.
I rimanenti indagati, tutti italiani e residenti a Taranto, San Giorgio Jonico e Monteparano, la maggior parte dei quali destinatari invece della misura cautelare degli arresti domiciliari, rispondono esclusivamente di favoreggiamento ed agevolazione della prostituzione, essendosi prestati in maniera continuativa e stabile a fornire assistenza alle prostitute.
Soltanto uno di questi invece accompagnato poi in carcere, è ritenuto responsabile di aver messo in piedi un’organizzazione procurandosi appartamenti nel centro di Taranto, peraltro in pessime condizioni di manutenzione, e poi affittandoli a prezzi esorbitanti a prostitute e transessuali che lui stesso reperiva attraverso un lavoro di ricerca effettuato su siti internet dedicati.
Questi immobili, sono stati sottoposti tutti a sequestro preventivo.
Con l’accusa di favoreggiamento sarebbe coinvolto nell’operazione anche un sacerdote, che è stato collocato ai domiciliari. Si tratta di don Saverio Calabrese, 68enne parroco di Monteparano, di origini siciliane, che è stato subito sospeso dal vescovo. Il sacerdote sarebbe stato fotografato mentre avrebbe accompagnato una prostituta.
“In merito alle ultime gravi vicende ascritte a carico del parroco di Monteparano, il sacerdote Saverio Calabrese – si legge nella nota diffusa dall’Arcivescovado – si rende noto che l’arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro, ha provveduto immediatamente, in via cautelativa, al decreto di sospensione dell’interessato dal ministero pastorale. Se le autorità competenti lo consentiranno, l’arcivescovo auspica che il provvedimento al quale don Calabrese è stato sottoposto, possa essere trascorso in un luogo diverso dal territorio parrocchiale per ovvie ragioni riconducibili alla serenità e al rispetto per la comunità monteparanese.
L’arcivescovo assicura che fin da oggi la comunità sarà seguita da un sacerdote incaricato dalla curia. Attendendo le motivazioni non ancora pienamente conosciute circa le misure restrittive nei confronti di don Saverio, per il quale non verrà meno l’interessamento della Diocesi, invita l’intero presbiterio e tutta la comunità diocesana alla preghiera e alla fiducia nella Chiesa e nelle Istituzioni”.