Operazione “BLACK SHEEP”. Traffico di droga ed estorsione: undici arresti

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Ci sono anche due salentini tra le undici persone arrestate alle prime luci dell’alba dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari.
L’operazione, denominata “Black Sheep”, ha stroncato l’attività di un sodalizio criminale che aveva il suo core business nello smercio di importanti quantitativi di sostanza stupefacente sulla piazza di Bitonto, ma anche impegnato nelle estorsioni in danno di imprenditori che, per poter
esercitare la propria attività, erano costretti al versamento di somme di denaro con cadenza periodica.

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Per la fase dell’approvvigionamento dello stupefacente, il gruppo criminale disponeva al suo interno di una cellula operativa che agiva sotto una apparente normalità.
Vincenzo SCRETI e la sua compagna Rosalba STELLACCI, erano i “responsabili della logistica” e provvedevano al materiale trasporto della droga dai luoghi di acquisto alla città di Bitonto dove veniva poi spacciata ad una clientela fidelizzata.
Per sviare ogni sospetto la coppia era solita effettuare il trasporto della droga viaggiando in auto insieme al proprio figlioletto, di appena dieci anni.
Le investigazioni sono state orientate anche verso la ricostruzione della filiera di approvvigionamento “a monte” dello stupefacente.
In tale contesto sono stati individuati Salvatore SOLOMBRINO e Cosimo MIGGIANO: questi ultimi, residenti nella provincia di Lecce, sono risultati i principali fornitori di sostanze stupefacenti in favore del sodalizio criminale capeggiato da Salvatore DI CATALDO.
In alternativa, il sodalizio bitontino poteva contare sulle forniture del ventottenne Giuseppe VOLPE, di San Severo in provincia di Foggia.
Dalle indagini condotte è emerso che il sodalizio disarticolato era in grado di commercializzare circa 20 kg di stupefacente al mese, generando un volume di affari di circa 40.000 euro al mese.
Al fine di individuare e sottrarre al sodalizio i capitali illecitamente accumulati, i finanzieri del GICO di Bari hanno eseguito apposite indagini economico-patrimoniali che hanno fatto emergere l’assoluta sproporzione dei beni che gli indagati avevano a disposizione rispetto alla capacità
economica ufficialmente dichiarata.
Per tale ragione, insieme alle misure personali disposte dal GIP presso il Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati eseguiti anche sequestri patrimoniali sottoponendo a vincolo cautelare beni mobili, immobili, quote societarie, 4 imprese e relativi compendi aziendali per un valore complessivo di oltre 750 Mila euro.