Manduria: Per pochi muniti di ritardo Le negano la visita al marito in carcere.

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Per pochi muniti di ritardo Le negano la visita al marito in carcere. E’ quanto ha denunciato una donna di Manduria che, l’altro giorno, si è recata presso la Casa Circondariale di Taranto per incontrare in carcere il marito detenuto.

La donna, in stato di gravidanza al secondo mese, e con al seguito i figlioletti di 5 e 8 anni che volevano vedere il papà, non avendo mezzi propri si era recata nel capoluogo in autobus. Giunta ai cancelli intorno alle 13.00 circa racconta: “…ho fornito il nominativo alla guardia all’ingresso e, dato che non riceveva l’esito telefonicamente, siamo entrati nel vialetto e mi sono presentata al secondo corpo di guardia. Lì c’erano due poliziotte e un poliziotto che hanno preso in consegna il pacco che avevo preparato per mio marito, ma gli stessi mi hanno negato l’accesso e, quindi, la visita…in quanto ormai era troppo tardi. Ho chiesto il perché non potessi entrare. Tuttavia mi è stato risposto dalle guardie che, ad un certo orario, vengono chiuse le porte e i visitatori non possono più accedere. Considerato che i minuti di ritardo erano davvero pochi, ho chiesto ancora se mi facessero entrare, ma gli agenti, rispondendomi con poco garbo, mi hanno dato pochissime spiegazioni. Avendo impegnato l’intera mattinata invano reputo di essere stata trattata in maniera disumana.”
Ritenendo che il trattamento subìto violi i diritti umani, ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato per denunciare l’accaduto.
“Vogliamo essere aiutati come famiglia” – afferma ancora la donna che deve far fronte da sola alla gestione familiare con due bimbi piccoli a carico, rimasta profondamente delusa dall’atteggiamento poco empatico da parte degli agenti che, pur nel rispetto delle regole, probabilmente non hanno considerato tutte le circostanze della vicenda.