Manduria: i 13 firmatari”…ecco perchè abbiamo staccato la spina!”

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“L’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Massafra è stata sin dall’inizio e per tutta la consiliatura caratterizzata da

un’instabilità permanente, al punto di dover varare ben quattro giunte nel vano tentativo di uscire dalla crisi e dallo stallo, e garantire all’amministrazione comunale uno slancio tale da offrire finalmente risposte alle emergenze e alla difficoltà che quotidianamente gravavano e continuano a gravare sui cittadini di Manduria. Ma quattro diversi assetti istituzionali e 21 assessori cambiati non sono riusciti a produrre alcun risultato apprezzabile, e hanno invece decretato il fallimento sempre più evidente e preoccupante di un’esperienza disastrosa. Proseguirla fino alla naturale conclusione sarebbe stato così un accanimento terapeutico che la città non avrebbe meritato e non merita, perdurando uno stallo diventato ormai paralisi.”
E’ quanto scrivono i tredici consiglieri comunali che lunedì scorso con le proprie dimissioni hanno mandato a casa il Sindaco Roberto Massafra e la sua giunta determinando anche lo scioglimento del consiglio comunale.
“Nel documento con il quale abbiamo avuto il coraggio e la dignità di mettere la parola ‘fine’ a questa agonia abbiamo ricordato alcuni dei limiti macroscopici dell’esecutivo, riprendendo i rilievi mossi dai Revisori dei Conti nella loro relazione dello scorso 31 luglio, che nonostante l’evidenza non hanno trovato alcuna risposta da parte del primo cittadino: la mancata approvazione delle linee programmatiche di mandato, del nuovo programma delle Opere Pubbliche 2018/2020, del fabbisogno del personale per il triennio 2018/2020, del Piano di razionalizzazione e riqualificazione della spesa sempre per il triennio 2018/2020, del Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Abbiamo sottolineato ancora una volta la gravosità dei debiti fuori bilancio, l’inerzia nel settore tributi, la mancata gestione della raccolta dei rifiuti.”
“Ancora, abbiamo evidenziato – continuano a spiegare – come la mancanza sostanziale di una maggioranza abbia portato all’approvazione sistematica di tutti gli atti di indirizzo e programmazione in seconda convocazione, a certificare il vuoto politico sempre più profondo, e i continui rinvii abbiano rappresentato una costante e non un’eccezione: la mozione di sfiducia era l’unica speranza, quindi, per uscire dalle sabbie mobili della logorante crisi politico-amministrativa.”
“Ma, con altrettanto senso di responsabilità, all’avvenuta nomina del commissario prefettizio chiamato a supplire a questi anni di mancanze e inefficienze fino alle prossime elezioni, intendiamo sollecitare un confronto immediato per illustrare in particolare la delicata situazione in cui vivono i dipendenti della ex-Cascina e chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali, attraverso gli atti amministrativi già avviati, per garantire gli essenziali servizi di manutenzione ordinaria e quello cimiteriale; e per non perdere la preziosa opportunità di partecipare – insieme al comune di Maruggio – al bando di rigenerazione urbana della Regione Puglia, che potrebbe portare in dote alla comunità 4 milioni e mezzo di euro indispensabili per il rilancio e il riscatto di Manduria. – e, così i tredici consiglieri comunali dimissionari concludono affermando –
“La nostra, la vostra Manduria, ancora una volta tradita nelle sue aspettative e nelle sue speranze.”