Lo scrittore cileno Sepúlveda morto per coronavirus. L’omaggio di Pierfranco Bruni
Lo scrittore cileno Luis Sepúlveda ci ha lasciati. La sua lotta contro il Coronavirus, iniziata a fine febbraio, è stata lunga ed estenuante, segnata da alti e bassi, da momenti di speranza e delusione. A riportare la notizia è stato pochi minuti fa El Pais. Lo scrittore, 70 enne, era ricoverato in un ospedale delle Asturie in Spagna. La situazione è precipitata velocemente e per lui non c’è stato nulla da fare. Autore indimenticato della “Storia della gabbianella e il gatto che le insegnò a volare” Sepúlveda aveva spesso trattato nelle sue opere temi legati al rapporto tra uomo e natura come “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” – in cui un “magnifico capodoglio color della luna” trasmette a grandi e piccini il valore del rispetto e dell’amore per sé e per l’ambiente. Lo ricorderemo per averci consegnato alcune delle pagine della letteratura più belle di sempre.
Recentemente Pierfranco Bruni aveva reso omaggio allo scrittore della “gabbianella” con un messaggio personale sul ruolo che la letteratura può avere soprattutto in un tempo come questo. La lezione del saggio è una lezione che scava tra i dettagli della cultura. “Non si tratta di ragionare di ‘cose’ ma di vita, non di oggetti ma di una umanità. Mi sembra che, ha dichiarato Pierfranco Bruni, sia stata fatta un’azione strumentale sulle culture e sulla scuola. Oltre la cultura e oltre la scuola bisogna insistere sull’uomo. Rendendo omaggio a Sepúlveda significa rendere omaggio alla civiltà degli uomini e non alla tutela della didattica e dei beni culturali. Sono stati creati degli assurdi. La cultura è testimonianza di vita e non di promuovere, in questa fase, una scuola diversa e una fruizione dei beni culturali. Leggiamo Luis Sepúlveda per dare un senso ai valori veri”.