A lavoro un “lombrico” per fare pulizia nelle fogne

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A Brindisi sono in corso lavori di pulizia e bonifica in un impianto di sollevamento della fogna. Per il delicato intervento si stanno adottando
dei robot che, telecomandati dall’esterno delle cisterne, provvedono alla raccolta dei residui che si depositano sul fondo delle stesse. Trattasi di mini escavatore denominato “Lombrico”. Esso è dotato di telecamera, fresa frontale per la disgregazione dei materiali solidi e di ugello ad alta pressione. E’ completamente comandato da remoto, da operatore specializzato.
L’intervento avviene in totale sicurezza perché è svolto tutto meccanicamente.
Sempre più si va diffondendo, per Acquedotto Pugliese, l’uso di robot per ispezioni e lavori soprattutto nelle lunghissime condotte che trasportano acqua dalle sorgenti. Queste complesse reti hanno bisogno di essere verificate con sistematicità per programmare interventi di manutenzione mirati, con notevole risparmio di tempi e consentire, soprattutto alle maestranze, di operare in tutta sicurezza.
L’intervento in corso a Brindisi è finalizzato alla pulitura e alla bonifica di n. 2 vasche interrate di tipo orizzontale. Queste sono a servizio dell’impianto di sollevamento fogna nera di Via Spalato.
Le attività di bonifica e riattamento strutturale, oltre che igienico sanitarie, hanno sempre riscontrato significative difficoltà operative perché prevedono la rimozioni di materiale detritico, classificato come rifiuto pericoloso. Esso è riveniente dal trasporto delle acque reflue all’interno di spazi molto circoscritti.

Queste cisterne sono classificate come “ambienti confinati” e sono caratterizzate, come noto, da aperture dalle dimensioni molto ridotte. In esse, ovviamente, vi è scarsa ventilazione naturale. Ciò può essere pregiudizievole per la salvaguardia della sicurezza delle maestranze chiamate ad intervenire.

Per detti lavori, inoltre, c’è la possibile probabile presenza di agenti chimici nocivi che, solitamente vengono prodotti dalla decomposizione anaerobica e dall’assenza di ossigeno nei fanghi residui che si sedimentano sui fondali delle cisterne.
Tale tecnologia ha consentito, in condizioni di piena sicurezza, di aspirare ed allontanare dall’impianto di sollevamento, il materiale detritico sedimentato da circa 40 anni, e ha evitato la discesa di operatori all’interno delle vasche, con evidenti risvolti positivi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.