Concessioni Balneari. La Sentenza della Corte di Giustizia UE conferma “Niente bando se ci sono poche spiagge”

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Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente“.

E’ quanto stabilito dalla Corte di giustizia Ue che si è espressa sul ricorso dell’Autorità italiana per la concorrenza contro le proroghe concesse senza appalto pubblico da Ginosa sulla costa jonica per il quale sono le norme nazionali ad avere la meglio su quelle europee.

 Con questa sentenza, la Corte ha dichiarato, in primo luogo, che la direttiva Bolkestein (relativa ai servizi nel mercato interno) si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo. In secondo luogo, il diritto dell’Unione non osta a che la scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili sia valutata combinando un approccio generale e astratto, a livello nazionale, e un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero del comune in questione. È necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati. In terzo luogo, dall’esame non è emerso alcun elemento idoneo ad inficiare la validità della direttiva relativa ai servizi nel mercato interno. In quarto luogo, l’obbligo, per gli Stati membri, di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, nonché il divieto di rinnovare automaticamente un’autorizzazione rilasciata per una determinata attività sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva. 

“I giudici nazionali e le autorità amministrative” italiane ” – ha aggiunto il giudice di Lussemburgo – sono tenuti ad applicare le norme pertinenti” del diritto europeo, “disapplicando le disposizioni nazionali non conformi”. 

Il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è ’la scarsità di risorsa’, e cioè l’impossibilità del rilascio di nuove concessioni». È quanto ha sottolineato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio. «È stato chiarito poi – spiega – che “la scarsità” deve essere stabilita combinando un approccio generale con una valutazione caso per caso. Sotto questo aspetto la Corte smentisce il Consiglio di Stato che, con le note sentenze dell’adunanza plenaria, si è arrogato un compito che spetta allo Stato, stabilendo la scarsità con criteri generici ed astratti e non effettuando una valutazione caso per caso. Questa valutazione costituisce una novità importante sulle possibili soluzioni, che restano di esclusiva prerogativa del nostro Stato. Il Governo pertanto acceleri nella ricognizione delle concessioni demaniali marittime vigenti per la verifica della “scarsità della risorsa” sia, poi, convocato, con urgenza, il tavolo istituito con la recente legge 14 del 24 febbraio scorso. Si emani, nel più breve tempo possibile, una nuova legge che superi le disposizioni fissate dal precedente Governo, effettuando un corretto bilanciamento fra l’esigenza di una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti».

 

 

«La sentenza di oggi della Corte di Giustizia Ue sui balneari – ha detto Gianluca Caramanna, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Attività produttive e responsabile del Dipartimento Turismo del partito – è da leggere attentamente. Se da un lato ribadisce alcuni principi già noti, dall’altro conferisce piena legittimità e rafforza l’utilità del lavoro impostato dal governo con il tavolo tecnico, che sarà chiamato a breve a predisporre la mappatura delle aree demaniali. Su questa base, siamo certi, il governo potrà continuare il dialogo in corso con la Commissione Ue, al fine di arrivare in tempi brevi ad una normativa che definisca una volta per tutte la questione, garantendo un quadro certo agli operatori e alle amministrazioni coinvolte».

Per i deputati della Lega, Davide Bellomo e Toti Di Mattina “La decisione distingue espressamente tra Paesi che abbiano risorse naturali abbondanti e quelli dove prevalga invece la scarsità delle spiagge. In quest’ultimo caso, accertata la situazione sulla base di criteri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati, non sarà dunque necessario mettere le concessioni a bando. Proprio quello che ha sempre sostenuto la Lega. Per fare finalmente chiarezza, evitando di chiamare in causa la giustizia amministrativa, e poter dunque valutare, con maggiore equità, situazioni differenti in maniera differente”.