Taranto: Florido respinge ogni accusa, gli altri due non parlano

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Si sono svolti nel pomeriggio dinnanzi al gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, che si è recata nel carcere del capoluogo jonico, gli interrogatori di garanzia di Gianni Florido e le altre due persone arrestate e detenute nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte pressioni fatte su dirigenti dell’Ente in modo da far conseguire all’azienda le autorizzazioni relative alla discarica ‘Mater Gratiae’ interna allo stabilimento siderurgico.

Il presidente Gianni Florido ha negato ogni accusa affermando che non si è mai trattato da parte sua di pressioni di nessun genere perchè ognuno doveva fare i suoi compiti e bisognava comunque interfacciarsi con chi chiedeva le autorizzazioni secondo la legge. Il presidente dimissionario, accusato di tentata concussione per costrizione e concussione per induzione, ha risposto a tutte le domande, soffermandosi sul ruolo del Presidente dell’Ente Provincia. Al termine delle tre ore di interrogatorio i legali di Florido hanno presentato una richiesta di arresti domiciliari.
Si sono avvalsi invece della facoltà di non rispondere Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva, Michele Conserva, ex assessore all’Ambiente della Provincia.

gianni florido
La linea seguita è quella indicata dalla difesa dei legali di Archinà, rappresentata dagli avvocati Gianluca Pierotti e Giandomenico Caiazza in quanto il loro assistito si troverebbe in carcere illegittimamente. L’ex pr dell’Ilva era già detenuto dal 26 novembre scorso nell’ambito del primo capitolo dell’inchiesta ‘Ambiente Svenduto’. Il giorno stesso dell’esecuzione della nuova ordinanza, mercoledì 15 maggio, era giunta un’altra decisione quella del Tribunale dell’appello cautelare che, dopo aver constatato che le sue condizioni non sono compatibili con il regime carcerario, ne aveva ordinato la sostituzione con la misura degli arresti domiciliari. Le due ordinanze sono state emesse contemporaneamente.