Manduria: “Il territorio narrato. Influenza delle radici nella scrittura” con Giuse Alemanno e Omar Di Monopoli

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Le Biblioteche delle Terre del Primitivo, in collaborazione con l’associazione “Giuseppe Gigli”, accolgono due degli scrittori del territorio dal maggior successo letterario: Giuse Alemanno e Omar Di Monopoli.

“Il territorio narrato. Influenza delle radici nella scrittura”: è il tema dell’incontro che si svolgerà, alle 19,30, in Corte Paradiso 2. Introduce Fulvio Filo Schiavoni. Dialogherà con Alemanno e Di Monopoli il responsabile SBN Biblioteca, Roberto Lucchi

Giuse Alemanno, a partire da “Racconti Lupi” del 1998 per i tipi di Filo Editore, ha via via sviluppato una lingua personalissima arricchita da neologismi dialettali, humor acido, personaggi picareschi e una vena noir che è anche denuncia sociale pur nella crudezza delle sue descrizioni. Le non troppo velate ironie e gli sbeffeggi alle aberrazioni dell’animo umano sono anche figlie del suo personale percorso lavorativo nelle viscere dell’ILVA di Taranto, monstrum industriale sociale ed economico, all’interno del quale viene a contatto col nocciolo, con l’essenza, con la crudezza e che forgia l’animo, la visione e la lingua, e dal quale ne viene fuori con importanti reportage e articoli di una lucidità e precisione che solo la sua esperienza diretta può creare. In questi giorni in giro per presentare la conclusa “Trilogia dei Sarmenta”, la famiglia protagonista dei suoi ultimi romanzi.

Omar Di Monopoli è, se non figlio, sicuramente cugino di primo grado della narrativa pulp esplosa negli anni ’90 in Italia e ampliamente influenzato dalle meta-narrazioni postmoderne e da un gusto culturale retromaniaco.

Ha iniziato a pubblicare per l’iconica ISBN con “Uomini e cani”, che già nel titolo offre tutti i suoi richiami e le ispirazioni: scrittura pirotecnica, ambientazioni cinematografiche, capacità descrittive che riescono a trasportare il lettore in un Helzapoppin’ crudissimo cruento e senza redenzione. Omar Di Monopoli si sporca del territorio attorno a sé, fatto di macerie industriali, macerie contadine, macerie umane: obesi venditori di ferraglia usata; anziani decrepiti e schiavi della terra che abitano tuguri sperduti nella piana messapica; e assassini, ladri, prostitute per necessità e privi di alcun codice morale, e perciò innocenti ai propri occhi. Un orizzonte post apocalittico, di un’apocalissi morale e sociale che si è già abbattuta su queste terre e che non i superstiti, ma lo scrittore riesce a vedere e descrivere senza remore. Proprio in questi giorni impegnato nella presentazione del suo ultimo volume “In principio era la Bestia” edito per Feltrinelli.

L’incontro con Omar Di Monopoli e Giuse Alemanno – entrambi “veristi” nel senso più ampio del termine – nella Biblioteca delle Terre del Primitivo, unicum pugliese per la sua specializzazione in Storia del territorio e Storia della viticultura (elementi che a Manduria si sovrappongono e si influenzano l’un l’altro) aiuterà a comprendere come davvero il territorio si racconta, e come il territorio riesce a plasmare le sue lingue e il suo modo di farsi narrare. Ma soprattutto porrà il primo passo per una nuova definizione culturale e territoriale dell‘areale delle Terre del Primitivo, alla continua ricerca di una rappresentazione sociale quanto più definita possibile.