ILVA: CONCESSA FACOLTA’ D’USO DEGLI IMPIANTI SOTTO SEQUESTRO

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TARANTO – Il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco, pur confermando il sequestro disposto il 26 luglio scorso, ha concesso all’Ilva la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo della fabbrica siderurgica jonica. E’ stata sciolta, dunque, la riserva del gennaio scorso, quando il gip Todisco aveva sollevato – così come aveva fatto anche il Tribunale di Taranto in funzione di giudice dell’appello – questioni di legittimità costituzionale su numerose norme della legge 231 cosiddetta Salva Ilva, che la Consulta ha poi ritenuto in parte inammissibili e in parte non fondate.
Il provvedimento, che è stato fatto notificare all’azienda dai carabinieri del Nucleo Operativo ecologico di Lecce, conferma nei loro incarichi i quattro custodi giudiziari già nominati in precedenza (Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e il commercialista Mario Tagarelli) ai quali affida anche una serie di controlli periodici, da effettuare in collaborazione con i militari del Noe, sulle emissioni degli stessi impianti, ritenuti inquinanti. I risultati dovranno essere esposti, con cadenza settimanale, in apposite relazioni.
La facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo, scrive lo stesso gip nell’ordinanza, «potrà non essere (ulteriormente) consentita dall’autorità giudiziaria» nel caso in cui «nel futuro vengano trasgredite le prescrizioni dell’Aia riesaminata.
Intanto, in merito ai risultati della terza ispezione dell’Ispra all’Ilva, il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha affermato che “il percorso previsto dall’Aia non è stato rispettato o è stato solo parzialmente rispettato. Bisogna reintervenire” ed ha aggiunto che “l’attuale assetto non garantisce il raggiungimento degli obiettivi”. Il ministro ha poi annunciato che i risultati della prossima ispezione dell’Ispra arriveranno il 7 giugno.
Il presidente della Regione Puglia e leader di Sel Nichi Vendola su twitter ha scritto ‘Dal governo mi aspetto il commissariamento straordinario, l’estromissione della famiglia Riva, la possibilità di attingere ad importanti salvadanai dell’attuale proprietà anche per finanziare le attività di bonifica a Taranto”.