Cosentino padre e figlio…insieme sul palco per condividere le emozioni che regala il teatro

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Ancora uno spettacolo di e con il magistrato Salvatore Cosentino e suo figlio Francesco Saverio -in scena col papà da quando aveva cinque anni- i quali ormai da tempo calcano i palcoscenici di importanti teatri, registrando sempre il tutto esaurito.Ieri è stata la volta del Teatro Comunale di Nardò con ‘Addirittura padre’, una pièce teatrale che, pur rappresentata innumerevoli volte, registra sempre grande apprezzamento: la sala gremita di pubblico, ripetuti applausi, volti visibilmente emozionati e talvolta divertiti perché l’ironia non può che essere figlia di una fine intelligenza che si sposa con una cultura ad ampio spettro! E quando tale connubio avviene per mano di uno spirito sensibile e di grande spessore umano nasce l’arte, quella vera, che emoziona giungendo fino alle corde dell’animo umano in un vortice di sensazioni che si confondono e si compenetrano su piani sensoriali diversi. Una vera sinestesia! Basta un suono o un profumo, come afferma lo stesso Cosentino, a far rivivere un ricordo, il correlativo oggettivo di un sogno chiamato vita. Non a caso i dialoghi e i monologhi -intervallati da canzoni- di Salvatore e Francesco che sono autori e attori insieme, coinvolgono persone di tutte le età che seguono con interesse il dipanarsi di scene e testi di veritiera essenza, pur nella cornice teatrale che li ospita, in un clima piacevole di apparente distrazione dal carico della quotidianità, ma che offre profondi spunti di riflessione su temi come la famiglia, il lavoro, la politica, il bullismo e soprattutto…i sentimenti!
Il divario anagrafico tra un padre che è stato bambino tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, e suo figlio di dodici anni, venuto al mondo quando un delicato vento di soffi di stelle e profumati petali di rose ha colpito il suo papà e la sua mamma – donna lungimirante che si vede madre prima di esserlo- si accorcia fino ad annullarsi seguendo la linea del cuore. Così l’uomo ricorda bene di essere stato bambino e compiendo un salto temporale/emotivo all’indietro – pur guardando in avanti – riesce a far rivivere quel fanciullino di pascoliana memoria che è in lui.
Scoprirsi padre implica una volontà di esserlo proprio come Mastro Geppetto che posa il suo sguardo vitale su di un pezzo di legno che diventerà il suo Pinocchio, lo stesso ciocco rimasto inanimato nelle mani di Mastro Ciliegia. Ed ecco che si concretizza il miracolo…Stupore! Addirittura padre!
La splendida serata si è conclusa con gli anagrammi -più unici che rari, dei nomi di personaggi pubblici di oggi e di ieri- che Salvatore Cosentino abilmente sa creare e con la canzone finale “Quante vite avrei voluto” di Enrico Ruggeri, interpretata in modo sublime dai due artisti.
Stasera 20 aprile ancora un appuntamento al Teatro Olmi di Latiano con l’inedito ‘Far finta di essere Gaber’ , realizzato con la collaborazione della Fondazione Gaber. Avrà così inizio una nuova tournée che vedrà Cosentino padre e figlio anche a Nola il prossimo 27 aprile.
 
Mariapia Fusco