Cosentino padre e figlio…insieme sul palco per condividere le emozioni che regala il teatro
Il divario anagrafico tra un padre che è stato bambino tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, e suo figlio di dodici anni, venuto al mondo quando un delicato vento di soffi di stelle e profumati petali di rose ha colpito il suo papà e la sua mamma – donna lungimirante che si vede madre prima di esserlo- si accorcia fino ad annullarsi seguendo la linea del cuore. Così l’uomo ricorda bene di essere stato bambino e compiendo un salto temporale/emotivo all’indietro – pur guardando in avanti – riesce a far rivivere quel fanciullino di pascoliana memoria che è in lui.
Scoprirsi padre implica una volontà di esserlo proprio come Mastro Geppetto che posa il suo sguardo vitale su di un pezzo di legno che diventerà il suo Pinocchio, lo stesso ciocco rimasto inanimato nelle mani di Mastro Ciliegia. Ed ecco che si concretizza il miracolo…Stupore! Addirittura padre!
La splendida serata si è conclusa con gli anagrammi -più unici che rari, dei nomi di personaggi pubblici di oggi e di ieri- che Salvatore Cosentino abilmente sa creare e con la canzone finale “Quante vite avrei voluto” di Enrico Ruggeri, interpretata in modo sublime dai due artisti.
Stasera 20 aprile ancora un appuntamento al Teatro Olmi di Latiano con l’inedito ‘Far finta di essere Gaber’ , realizzato con la collaborazione della Fondazione Gaber. Avrà così inizio una nuova tournée che vedrà Cosentino padre e figlio anche a Nola il prossimo 27 aprile.
