A Taranto banditi gli “impianti ghost”
Finalmente una svolta per gli ‘impianti ghost’ , i distributori di carburante costituiti da uno o più apparecchi a semplice, a doppia o multipla erogazione con relativi serbatoi ed eventuale pensilina, non però dotati di struttura sussidiaria ed ovviamente privi di personale.
E’ in dirittura d’arrivo l’ ordinanza del Comune di Taranto con la quale sarà fatto divieto di esercizio agli impianti non serviti installati in città. A darne conferma nel corso di un incontro con la delegazione della Categoria, il dirigente del settore Attività Produttive, Michele Matichecchia.
La notizia è stata accolta con soddisfazione dal presidente provinciale FIGISC, Paolo Castellana che ha commentato:
“E’ del settembre 2011 la comunicazione, regolarmente protocollata, inoltrata alla Amministrazione comunale, attraverso la quale –commenta il presidente provinciale FIGISC, Paolo Castellana- noi segnalavamo la violazione della legge di un impianto senza gestore.“ Finalmente il Comune di Taranto apre gli occhi su una situazione a torto sottovalutata che rischiava di far crescere ulteriormente una tipologia di impianti (sono divenuti infatti tre ) che avrebbe messo in minoranza, in breve tempo, gli impianti tradizionali, quelli cioè dotati di personale addetto al servizio. La normativa regionale è chiara, la nuova legge n. 35 del dicembre 2012, relativa all’ammodernamento della rete distributiva, chiarisce che tutti gli impianti devono essere dotati dell’isola servita in aggiunta a quella automatizzata. In questi ultimi anni si è giocato sull’equivoco creato da un uso indifferenziato dei termini ‘servito’ ed ‘assistito’, che hanno due significati diversi: l’impianto assistito infatti non prevede l’obbligo di servizio
Un “impianto ghost” ha ovviamente costi di gestione ridotti all’osso ed offre guadagni elevati; una formula vincente molto apprezzata dalle compagnie che però danneggia i gestori e manda a casa titolari e personale dipendente. Non solo. La sicurezza che in questo caso viene affidata al buon senso del consumatore, con tutti i rischi che un impianto in città può comportare per l’incolumità pubblica.
Il risultato conseguito dunque – conclude Castellana – è l’esito di un impegno sindacale volto a tutelare la categoria, i dipendenti delle imprese del settore, i cittadini”.