Xylella. Parte la procedura di infrazione Ue contro l’Italia.

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La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per non aver rispettato gli obblighi sull’eradicazione degli ulivi colpiti, in Puglia, dal batterio della Xylella.

Al nostro Paese, come anticipato ieri nel corso dell’incontro a Bruxelles con il commissario Ue alla Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, è stata inviata una lettera di messa in mora. Sulla base dei risultati dell’audit fatta dall’ufficio cibo e veterinaria a novembre, in Puglia, la Commissione considera che l’Italia non stia rispettando i suoi obblighi su misure di eradicazione, contenimento e sorveglianza della Xylella. I risultati preliminari della audit di novembre saranno presentati e analizzati in maniera approfondita nel prossimo comitato strategico su piante, animali, cibo e mangimi del 16 e 17 dicembre.
“Non solo la lettera di messa in mora che apre la porta alla procedura d’infrazione, ma anche il rischio di un blocco alle esportazioni degli ulivi in tutta Europa. Bruxelles sta mettendo in ginocchio la Puglia e il governo Renzi dimostra di aver fallito su tutta la linea: ha appoggiato le misure sbagliate della Commissione Ue e adesso rischia di far pagare un conto salato all’economia pugliese e a tutti gli italiani”, è stato il commento di Rosa D’Amato, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, a margine di un incontro a Bruxelles. “L’Italia è completamente in balia degli euroburocrati – ha continuato la D’Amato – e la messa in mora partirà per non aver rispettato le misure sulle eradicazione della Xylella a cui il governo si sarebbe dovuto opporre fin dal primo momento”.
“Dal canto nostro”, ha concluso l’eurodeputata, “noi abbiamo ribadito al Commissario la validità e l’efficacia delle misure alternative per fronteggiare il disseccamento degli ulivi che si stanno sperimentando in Puglia, strappandogli la promessa di una sua visita in primavera per conoscere e valutare i risultati di tali sperimentazioni”.

All’Unione Europea stanno più a cuore gli agricoltori tunisini che quelli pugliesi” – è la conclusione a cui è giunto il deputato dei Conservatori e Riformisti, on. Antonio Distaso. “La Tunisia – spiega – diventa il primo Paese per esportazione di olio d’oliva (una volta il record spettava all’Italia), mentre la Puglia rischia di non solo la desertificazione dei propri uliveti, ma il blocco di tutti i prodotti vivaistici che saranno considerati a rischio. Il tutto grazie all’Unione Europea che da una parte ha deciso di aumentare le importazioni dell’olio tunisino per sostenere l’economia del Paese Nord-Africano dopo le difficoltà derivate dagli attentati islamici, dall’altra di punire l’Agricoltura pugliese per la Xylella fastidiosa”.
Con la decisione di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia perché sarebbe in ritardo nell’eradicazione degli ulivi, – aggiunge Distaso – “Bruxelles potrebbe infliggere come la sanzione quella impedire non solo la mobilità e la commercializzazione di prodotti agricoli, alcuni anche non a rischio contagio, nel Salento, ma in tutta la Puglia. Un danno economico, ma anche di immagine all’Agro-alimentare made in Puglia senza precedenti a tutto vantaggio della Tunisia e altri Paesi comunitari o extra-comunitari”.
E conclude : “Il Governo italiano, il ministro all’Agricoltura, facciano sentire la loro voce e non abbandonino gli agricoltori pugliesi, così come hanno fatto finora, a un destino che non meritano, ma soprattutto del quale non hanno nessun tipo di responsabilità”.
“Oltre il danno la beffa. – ha commentato il consigliere regionale di Conservatori e riformisti, Erio Congedo -“ L’Europa prima non è stata in grado di effettuare controlli seri alle frontiere sulle piante provenienti dal Sud America portatrici di Xylella fastidiosa che ha infettato gli ulivi del Salento, ovvero non è stata in grado di mettere in sicurezza l’Agricoltura italiana e in modo particolare quella pugliese, e poi ha assunto atteggiamenti ultra-rigorosi al limite del punitivo per la Puglia e il Salento con misure drastiche (da maggio scorso vi è un vero e proprio di embargo su altre piante anche se non a rischio Xylella); infine ora pensa di adottarne altri provvedimenti ancora più severi come il blocco totale del settore vivaistico non salentino ma addirittura pugliese.

“L’inerzia del Governo italiano, del Ministero all’Agricoltura, – prosegue Congedo – che nel maggio scorso si è totalmente consegnato mani e piedi alla Comunità europea non curante dei danni che ne sarebbero derivati all’Agricoltura pugliese, oggi è ancora più evidente. Se ci troviamo in queste condizioni è perché si è lasciato trascorre inutilmente del tempo prezioso più in adempimenti burocratici che alla ricerca di una vera soluzione sia sul fronte del contrasto, sia di un adeguato ristoro per tutti coloro che subiscono, senza averlo provocato, la peste dei loro ulivi. In questo le responsabilità del governo Vendola sono chiare ed evidenti. Oggi, con Emiliano, siamo all’insediamento di una task force di tecnici e professori che devono cominciare ad analizzare le varie ipotesi. Ma se non si fa presto – conclude – il rischio è che quando avranno trovato come salvare il malato questo sia già morto e sepolto”.