Xylella. La Regione Puglia potrà chiedere lo stato di calamità naturale.

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Dopo la definizione delle severe misure stabilite a Bruxelles per il contenimento del batterio Xylella fastidiosa nel Salento, per gli olivicoltori pugliesi giunge finalmente una buona notizia: il Consiglio del Ministri ha approvato oggi un decreto, presentato dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che inserisce le fitopatie tra le calamità naturali, a sostanziale modifica della Legge 102.

Il decreto legge approvato dispone la costituzione di un fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario con una dotazione iniziale pari a 4 milioni di euro per l’anno 2015 e a 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.
“Interveniamo – ha detto il Ministro – sul caso specifico della Xylella. Abbiamo attivato la deroga per la possibilità di accedere al fondo di solidarietà nazionale per la prima volta in Italia nel caso di un’emergenza fito-sanitaria. E collochiamo i primi 11 milioni di euro a sostegno degli interventi compensativi per i produttori che hanno subito danni”. “È la prima volta – si sottolinea in una nota del Mipaaf – che questa norma si applica a emergenze fitosanitarie provocate da infezioni degli organismi nocivi, prevista solo per eventi atmosferici”. La procedura prevede che la Regione interessata possa fare richiesta di stato di calamità entro 60 giorni a partire dall’adozione delle misure di contenimento o di eradicazione da parte delle competenti autorità nazionali ed europee.

“E’ la prima buona notizia su una vicenda disastrosa sul piano umano, ambientale ed economico. Dopo la decisione del Comitato Ue per la salute delle piante, gli olivicoltori non potevano essere lasciati soli ad affrontare le pesanti ripercussioni che l’emergenza ha creato sul territorio salentino”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che ha ringraziato “il Ministro Martina “per il grande gesto di responsabilità e i Parlamentari pugliesi, primi fra tutti Mongiello, L’Abbate, Capone, Tomaselli, Matarrese, Stefano che hanno preso a cuore la vicenda, facendo pressing sul Governo a tutti i livelli”.

“La dichiarazione di stato di calamità naturale – spiega Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – innescherà urgenti misure di sostegno in favore degli imprenditori olivicoli, quali sgravi della contribuzione previdenziale agricola e del settore della trasformazione, sospensione o dilazione delle scadenze fiscali agricole previste per i soggetti agricoli professionali e postergazione di ogni scadenza di mutui e investimenti per n. 5 anni, interventi indispensabili a garantire un futuro ad imprese olivicole, cooperative, frantoi e vivai salentini”.
Passaggio utile e obbligato per Coldiretti sarà quello di rimpinguare il Fondo di solidarietà nazionale, strumento operativo della declaratoria, che risulta al momento incapiente, e che dovrà essere dotato di una dotazione finanziaria destinata esclusivamente alla emergenza ‘xylella fastidiosa’.

Restano ancora da digerire le misure imposte dal Comitato Ue per il contenimento dell’infezione da Xylella.
“Non siamo disposti a sacrificare alcun albero sano. – ha affermato in merito il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – Non possiamo accettare la rimozione e la distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri a prescindere dal loro stato di salute, che oltre ad essere inaccettabile in termini di distruzione del patrimonio olivicolo con esemplari monumentali introvabili al mondo, è improponibile sul fronte dei costi economici e della tensione sociale. Non possiamo accettare nel modo più assoluto che venga violato il nostro territorio e ci aspettiamo che la Commissione Europea verifichi nei prossimi giorni l’applicabilità reale delle misure”.

“E’ un provvedimento – ha commentato il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – calato d’alto, che non tiene conto dell’impossibilità oggettiva di alcuni provvedimenti e delle ricadute sugli olivicoltori. Prendiamo atto della decisione ‘tardiva’ di vietare l’importazione di piante di caffè e sottoporre a condizioni rigorose le importazioni all’interno dell’UE di piante specificate note per essere suscettibili di Xylella fastidiosa”.