WWF: in un secondo la Centrale di Brindisi emette la stessa quantità di CO2 di 130 mila auto

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La centrale Enel di Brindisi è la più grande centrale a carbone in Italia, quella che emette più sostanze inquinanti

(polveri fini e ultra fini, ossidi di zolfo e di azoto, ecc.) e CO2.
E’ inoltre tra i principali imputati del disastro sanitario descritto nello studio epidemiologico della Regione Puglia e al centro dello studio del CNR sul particolato secondario e sui suoi effetti sulla salute presentato nel 2015, effetti che si estendono oltre i confini della provincia di Brindisi.

La centrale di Brindisi è il simbolo della battaglia WWF per chiudere con il carbone in Italia, per la tutela della salute dei cittadini, del territorio e del clima globale. Per questo, dopo la Strategia Energetica Nazionale che ha fissato l’obiettivo per l’Italia dell’uscita dal carbone entro il 2025, nell’ambito della campagna Stop Carbone, il WWF ha voluto condividere con il territorio brindisino le nuove iniziative purché tale obiettivo diventi realtà, ribadendo l’urgenza di un impegno concreto a favore di un radicale cambio di rotta, per porre fine alle produzioni inquinanti e avviare il risanamento dell’area.

Questo uno dei principali temi emersi nell’ambito del convegno promosso dal WWF a Brindisi “Accelerare l’uscita dal carbone: il caso Brindisi, 24 anni di danni alla salute e al clima”, dove insieme ad esperti del settore, il WWF ha presentato il drammatico quadro dei danni causati dalla centrale.

Ultimo tassello della lunga battaglia del WWF contro il carbone,è stato proprio il ricorso presentato a inizio novembre al TAR del Lazio contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla centrale ENEL, l’autorizzazione è stata estesa al 2028 con un decreto del luglio scorso, malgrado l’impianto fosse già stato posto al centro di una procedura di infrazione a carico del nostro paese proprio per il superamento dei limiti di concentrazione di inquinanti, quali il particolato atmosferico.

Durante il convegno, sono stati illustrati i livelli eccessivi di emissioni, che rientrano tra i punti di censura del ricorso presentato dal WWF. Per molte delle sostanze inquinanti, non sono rispettati i parametri di legge per abbattere in modo efficace gli inquinanti emessi dall’impianto.
Tra i relatori presenti che hanno animato il dibattito: Cristina Mangia, ricercatrice CNR, Massimiliano Varriale, consulente energia WWF, Luca Ghezzani, segretario ISDE Brindisi e Ordine dei Medici Brindisi e, in video, Matteo Ceruti, legale di WWF e Ugo Taddei, legale di Client Earth, la no profit con sede a Bruxelles.