Vianello (M5S) chiede sia fatta chiarezza su tutte le autorizzazioni rilasciate a discariche e inceneritori

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Il portavoce del M5S Giovanni Vianello chiede sia fatta chiarezza su tutte le autorizzazioni rilasciate in questi anni a numerose discariche e inceneritori del Tarantino da parte dell’Ente provinciale, nel periodo retto da Martino Tamburrano, alla luce dell’ordinanza di custodia cautelare notificata nell’ambito di una operazione della Guardia di finanza, la quale vede coinvolte altre persone, tra cui il dirigente Natile – scelto da Tamburrano – e firmatario delle numerose autorizzazioni di cui sopra e l’ex dirigente della Regione Puglia (presso l’Assessorato all’Ecologia) nonchè ex presidente Amiu, Federico Cangialosi. I reati contestati sono a vario titolo, corruzione e turbata libertà d’incanti.
“È necessaria trasparenza sui via libera rilasciati nel giro di pochi giorni per l’ampliamento della discarica di Grottaglie Linea Ambiente (l’attuale inchiesta della Procura parte proprio dall’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento di tale discarica), la costruzione di un inceneritore fanghi da 80 mila t/a a Massafra e l’apertura del terzo lotto a favore della discarica Italcave di Taranto. Sottolineo, inoltre, che attualmente il dirigente Natile sta guidando anche la procedura per l’ampliamento del primo e secondo lotto di Italcave.”

“Da parte mia, – dice Vianello che fa parte della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo die rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate – numerose sono state le denunce pubbliche nel corso dei passati mesi in merito a queste autorizzazioni, diverse le interrogazioni parlamentari, moltissimi i solleciti fatti a mezzo stampa proprio per accendere i riflettori su questi continui via libera, che hanno di fatto decretato nel tempo la chiara volontà politica dell’allora Presidente della Provincia Tamburrano di far assurgere Taranto e la sua provincia a discarica a servizio della Regione Puglia.
A questi continui riferimenti – motivati nel merito – Tamburrano mi ha sempre risposto con spregevoli offese. È evidente che, non potendo giustificare tali scempi, il nervosismo di esser stato colto con le ‘mani nella marmellata’ abbia prevalso sull’allora presidente della Provincia. Ma dove Tamburrano non ha voluto fare chiarezza, ora ci penserà la magistratura.

Da ciò che si apprende da fonti stampa, sembrerebbe che Martino Tamburrano – nell’ambito dell’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie – si sarebbe ‘attivamente adoperato per nominare un nuovo comitato tecnico e un dirigente del settore Ambiente compiacente’, in linea con i probabili rapporti illeciti che lo avrebbero tenuto legato al procuratore legale della società proprietaria della discarica di Grottaglie, il quale si mosse nei confronti dell’allora presidente della Provincia – con il fine di cercare il suo favore – dopo il primo no pervenuto dall’Ente provinciale in merito all’ampliamento del sito di smaltimento sito in contrada Torre Caprarica.

Del resto, Tamburrano non era nuovo a questo tipo di pratica, proprio come ho dimostrato in uno dei miei ultimi interventi, fatto a seguito della sentenza emessa ad agosto 2018 dal Tribunale di Bari, il quale accolse il ricorso promosso dai Comuni soci di minoranza del Ctp, che in sintesi chiesero al giudice barese di esprimersi sulla nomina (avvenuta a giugno 2018) di Emanuele Fisicaro in qualità di amministratore unico di Ctp. Il Tribunale allora deliberò che la nomina era illegittima, per questo andava sospesa.

Non posso non citare, poi, il caso del dirigente Pianificazione e Ambiente della Provincia di Taranto, l’architetto Lorenzo Natile, anch’egli destinatario del provvedimento cautelare della Procura nell’operazione in corso, – e ripeto – firmatario delle autorizzazioni sopra citate. Sul dirigente chiesi all’Anac – attraverso un esposto inviato a maggio 2018 – di attenzionare il suo profilo, in quanto, secondo la legge Severino, l’incarico non sarebbe stato conferibile o comunque incompatibile per una precedente condanna in secondo grado per il reato di tentato abuso d’ufficio. Un atto doveroso da parte mia, proprio al fine di prevenire situazioni ritenute anche potenzialmente portatrici di conflitto di interessi o, comunque, ogni possibile situazione contrastante con il principio costituzionale di imparzialità, e nell’interesse supremo alla tutela della legalità della pubblica amministrazione.

Tento di fornirvi una ricostruzione veloce ma abbastanza dettagliata per far comprendere quanto tutta la vicenda legata a Martino Tamburrano abbia sempre destato preoccupazione, oggi in maniera particolare anche per il numero di persone coinvolte e quindi l’evidente incidenza sulla funzione pubblica. Di fatto, si profila una situazione ingarbugliata ma del tutto coerente con una gestione amministrativa deviata fatta purtroppo a scapito della tutela pubblica. Oggi, tutto questo, trova conferma con l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare, in primis nei confronti di Tamburrano. Ora bisogna solo confidare nel buon prosieguo dell’indagine da parte della magistratura, chiedo quindi- conclude – di fare una volta per tutte chiarezza!”